mercoledì 14 luglio 2010

Refusi diffusi. Perchè?

Il problema dei refusi è qualcosa che mi tocca, perché ci incappo spesso. Come tanti di coloro che non scrivono parecchio on line NON CAPISCONO, il problema è che i refusi NON SI VEDONO. Sembra impossibile, ma potete rileggere 10 volte lo stesso refuso senza vederlo. Anzi più si rilegge e più i refusi diventano sfuggenti o perfettamente "mimetizzati" nel testo.

Il cervello di chi ha scritto l'articolo, per qualche oscuro meccanismo mentale, ha la capacità diabolica di adattarsi rapidamente agli errori nel testo e rendere pressoché invisibili i refusi. Se questo è vero per il testo stampato, lo è ancor di più per quelli scritti a video. Infatti la cosa migliore sarebbe far sempre leggere il testo a una persona diversa da chi lo ha scritto. Nei giornali una volta esistevano i correttori di bozze (ci sono ancora?) che rileggevano i testi mettendo a posto le magagne. Ora con la crisi e la necessità di tagliare i costi immagino che saranno stati sforbiciati, sicché chi scrive deve fare anche il correttore dei suoi pezzi, coi risultati che sappiamo: refusi come se piovesse.

Ecco qui sotto un esempio clamoroso di quanto affermo: il testo zeppo di errori clamorosi è pienamente "leggibile"



Probabilmente perché il cervello si focalizza principalmente sul senso delle parole e della frase piuttosto che sulla "forma"... Che ne pensate?

Aghost

Dei numerosi commenti arrivati, il migliore è quello di Gabriele:

"Ho fatto un corso di lettura veloce. Straordinario: ho letto Guerra e pace in una serata. Parlava della Russia". Woody Allen

14 commenti:

Antonio ha detto...

Diabolico!!! Son riuscito a leggere tutto il testo con estrema facilità. Solo alla seconda "passata" ho notato tutte le lettere mischiate.

Fabio V: ha detto...

Inferenza percettiva!!! E' il nome del meccanismo che fa sì che il cervello legga le parole con le lettere centrali mescolate.

Carmen ha detto...

Mi ricordo di aver letto da qualche parte che i correttori di bozze, propio per non farsi influenzare dal "senso" del testo, che ti permette di intuire la parola intera dopo aver letto solo la prima sillaba, leggono i testi al contrario.

Frank57 ha detto...

Pure io ho letto senza alcuna fatica. C'è del diabolico in tutto ciò. Più realisticamente è la conferma di quanto sia meraviglioso il cervello. In generale.
Perchè se poi penso ad un Gasparri, per dire...

Interessante, invece, il ragionamento sviluppato da .
Quella dei correttori di bozze costituiva un'ottima scuola di giornalismo. Si era all'interno della struttura, si carpivano i segreti, si assimilavano i meccanismi. Sempre in prima fila, anche se di un lavoro oscuro, ma prezioso, si trattava.
Tagliati o ridimensionati gli organici, il rapporto verso il lettore sempre inalterato dovrebbe restare. E invece i troppi refusi, nei titoli (lasciamo stare i testi degli articoli) denotano sciatteria e scarso rispetto per il cliente-lettore.

Frank57 ha detto...

@Carmen, questa è davvero diabolica. Puoi aggiungere qualcosa in più?

Enrico Maria Porro ha detto...

carmen, confermo. avevo un carissimo amico che faceva il correttore di bozze al manifesto che mi raccontava che fanno proprio così. alla maniera di leonardo.

Fabio V. ha detto...

Cmq il cervello legge non solo la prima sillaba ma le prime e le ultime e le restanti( quelle centrali) le intuisce in base all'esperienza e al senso della frase!
E' una "magia" del nostro cervello!!!

Carmen ha detto...

Vado a memoria, non ho fonti con me. Credo di averlo letto su qualche manuale di lettura veloce. Gran parte delle tecniche di lettura rapida si basano sul principio che non é necessarrio "leggere" l'intera parola per assimilarla, in realtá basterebbe leggere parte della parola e lasciare che il cervello ci metta il resto. Credo che sia lo stesso meccanismo coinvolto nel caso citato da aghost. Chi però una parola deve leggerla per davvero, come il correttore di bozze, deve eliminare questo meccanismo che potrebbe fargli sfuggire gli errori. E una maniera sarebbe quella di leggere un testo cominciando dalla fine (non a testa in giú come l'espressione al contrario potrebbe far pensare).

Anonimo ha detto...

E' vreo, il maccinesmo fnzoiona, ma non vrreoi che cnp qsuto si guitsfichi gnoi tpio di tvaanate...

LeopoldBloom ha detto...

E' lo stesso meccanismo che è alla base della tecnica del "fast reading", un metodo di lettura che ti permette di leggere "Guerra e Pace" in un giorno. Per funzionare, funziona, capisci la storia, la trama eccetera.
Solo che applicato ai grandi scrittori (e giornalisti), alla fine non ti rimane una cippa.
Per esempio, per capire James Joyce, bisogna leggere l'Ulisse almeno 5 o 6 volte (in originale), per scoprire la finezza del linguaggio. Anche perchè magari se lo leggi quando hai 20 anni, e poi quando ne hai 60 come me, certe cose assumono un significato diverso, o che proprio non avevi mai afferrato prima.
Insomma, per buttarla dalle parti basse, è come andare con una escort o fare l'amore con la donna che ami. L'epilogo fisico è lo stesso, ma non ditemi che non vedete la differenza.

Gabriele ha detto...

"Ho fatto un corso di lettura veloce. Straordinario: ho letto Guerra e pace in una serata. Parlava della Russia". Woody Allen

gpp ha detto...

@gabriele
Ah, ah, spassoso. Giuro che non conoscevo questa battuta, e che l'esempio di Guerra e Pace era del tutto involontario.
(Oltretutto, non l'ho mai letto, nè fast, nè slow).

aghost ha detto...

amici, sono perplesso dal fatto che taluni correttori di bozze leggerebbero il testo al contrario. In questo caso, a parte la fatica infame di leggere un testo pressoché privo di senso, sfuggirebbero gli errori grammaticali o di sintassi, la punteggiatura sgangherata eccetera eccetera... o no?

(non è detto che i giornalisti scrivano sempre in italiano impeccabile)

Carmen ha detto...

Hola aghost,

quello di leggere al contrario è solo una tecnica per scovare errori di ortografia e refusi. Per correggere altri tipi di errori la lettura normale è certo più consigliata. In ogni caso, non so se il ruolo dei correttori di bozze permette loro di correggere errori di sintassi. Conoscendo la proverbiale sensibilità alle critiche dei giornalisti mi sembra davvero un atto audace...