La società multietnica.
In Esercizi di stile, Raymond Queneau presenta lo stesso episodio in novantanove modi differenti. E' chiaro che ognuna di queste modalità enfatizza un aspetto anziché un altro e, quindi, la percezione stessa che dell'episodio si ha all'esterno.
Un uomo colpisce una donna, questa cade e, dopo giorni di sofferenza, muore.
Messa così, si tratta di un episodio che può trovare spazio in prima pagina sulla cronaca cittadina di un quotidiano locale (e nelle pagine interne di qualche giornale a diffusione nazionale - qualche, non tutti) esaurendosi nel giro di pochi giorni.
Un uomo romeno colpisce una donna italiana, questa cade e, dopo giorni di sofferenza, muore.C'è un elemento nuovo: la nazionalità dell'aggressore e quella della vittima. Elementi di per sé inutili. Però, c'è chi ha interesse a valorizzarli per motivi ideologici e politici. E così una notizia da cronaca cittadina, finisce sulle prime pagine nazionali e nei telegiornali Rai e Mediaset per giorni e giorni, con interpellanze parlamentari, polemiche di questo o quel partito, interventi di alti prelati vaticani, sondaggi dedicati e così via.
Un uomo italiano colpisce una donna romena, questa cade e, dopo giorni di sofferenza, muore.
E' lo stesso caso, ma a ruoli invertiti. Inverso sarà anche il risalto che troverà sui giornali, che tenderanno a "dimenticare" la nazionalità della donna (o quella dell'uomo).
In una stazione del metrò, un uomo colpisce una donna, questa cade nell'indifferenza dei passanti che continuano a farsi gli affari loro. Dopo giorni di sofferenza, la donna muore.
Lo stesso fatto è depurato degli elementi della nazionalità, ma con l'aggiunta di una seconda notizia: i passanti che si disinteressano di quanto avvenuto. La vicenda, perciò, va oltre la cronaca cittadina e finisce sui quotidiani nazionali, dove i tuttologi avranno la possibilità di sbizzarrirsi sui temi delle liti per futili motivi e sul cieco individualismo della società contemporanea.
Concludendo?
Una società multietnica avanzata, matura e consapevole non è quella nella quale si finge che culture e tradizioni diverse non abbiano problemi a fondersi, né - tantomeno - quella nella quale si parte dal presupposto che l'integrazione è impossibile e ognuno deve tornarsene a casa sua. E' quella nella quale un uomo e una donna saranno un uomo e una donna a prescindere dalla nazione di provenienza. E' quella nella quale a una persona che non sta in coda - ammesso che davvero non la voglia rispettare - si rinfaccia la sua maleducazione e non la sua etnia (e su questo noi italiani avremmo molto da imparare, basterebbe andare a Londra e salire le scale mobili in una stazione dell'Underground o aspettare in coda alla fermata del pullman).
Dal blog di Nonunacosaseria
Nessun commento:
Posta un commento