Un manifesto golpista, in nome della Costituzione. Scritto da una gran signora del giornalismo. Il sovversivismo delle classi dominanti era un vecchio cavallo di battaglia, tragico, di Antonio Gramsci. Ma Gramsci non sapeva che tutto sarebbe finito nel grottesco, nel golpismo dei perbenisti. Di questa urgenza dell'anima, nella forma antidemocratica e illiberale della pulsione al colpo di stato costituzionale (novità politologica assoluta), l'articolo con cui Barbara Spinelli ha cominciato ieri la sua collaborazione a Repubblica è un caso di scuola.Così ieri, sul Foglio, Giuliano Ferrara commentava il primo articolo della seconda era di Barbara Spinelli a Repubblica.
giovedì 18 novembre 2010
Un caso di scuola da una gran signora del giornalismo.
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1 commento:
Il commento saccente e infastidito di Ferrara è l'ulteriore conferma che l'editoriale di esordio della Spinelli è da PPR+.
Scrive l'Elefantino: "questo è l'ultimo approdo di grido, nel contesto di una svolta culturale di Repubblica all'inseguimento di quei mattacchioni del Fatto, della politologia borghese italiana.".
L'ho letto e ho avuto la riprova, per quanto non necessaria, che Repubblica è la sede naturale per la Spinelli che, ripercorrendo efficacemente la parabola berlusconiana, ha ripreso punto per punto tutta la linea politica del giornale dal 1993 ad oggi. Partendo dall'ineleggibilità di chi è titolare di una concessione pubblica passando per l'aiuto insperato offerto dalle menti sopraffine della sinistra al Cav. per arrivare alla concezione di democrazia disinformata.
Bentornata a casa, Barbara.
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