mercoledì 26 gennaio 2011

E’ morto Riccardo Marchetti, grafico di Repubblica.
Che la terra gli sia lieve.

E' morto ieri il collega Riccardo Marchetti, giornalista e grafico di Repubblica. Aveva 58 anni, era andato da poco in prepensionamento, lascia la moglie Olivia Strinberg e due figli: Tobias, ventenne e Lucas di 8 anni.

Riccardo aveva uno sguardo allegro e azzurro. Faceva parte del primo gruppo di grafici di Repubblica, quelli che il giornale lo "disegnavano" davvero giorno per giorno e, ora per ora, lo abbellivano e lo ritoccavano in base alle esigenze delle notizie e della redazione. Sotto la direzione del compianto Franco Nasini e, poi, di Enrico Sisti, Riccardo, che veniva dalla Nuova Sardegna ed era entrato a Repubblica nel 1985. A poco a poco era diventato uno dei "vecchi" e insegnava volentieri, con pazienza e simpatia ai giovani grafici che arrivavano a ingrossare le fila di un settore unico per dimensioni e qualità nel panorama dell'editoria italiana. Poi, nel 1990, Riccardo venne colpito da un ictus devastante. Si salvò la vita e ne uscì con coraggio, solo un po' claudicante ma, purtroppo, menomato proprio dal punto di vista dell'uso della mano e, quindi, dell'essenza del suo lavoro. Con coraggio e grande sensibilità, passò al settore fotografico dove si dedicò con passione e competenza alla scelta delle immagini. Nell'ultimo periodo lavorava (sempre alle fotografie), nella cronaca di Roma.

Subito dopo il prepensionamento, Riccardo è stato colpito da un nuovo ictus e non si è più ripreso. Di lui resta il ricordo di una persona solare nonostante

i durissimi colpi e la sfortuna che lo hanno accompagnato nella seconda parte della sua vita. Un uomo positivo che sapeva adattarsi con un sorriso alle situazioni più difficili.

I funerali si svolgeranno venerdì 28 alle ore 11 al Tempietto egizio del Verano.

da repubblica.it

5 commenti:

Vecchio Lupo ha detto...

Riccardo era una persona eccezionale, gentile con tutti,
sempre sorridente, legatissimo a moglie e figli. L'ultima volta che l'ho incontrato non ha nascosto la sua delusione per come l'amministrazione di Repubblica stava trattando i redattori destinati al prepensionamento. "Vediamo cosa mi proporranno" disse. Poi seppi che era stato ricoverato d'urgenza mentre era ancora al giornale. Ci mancherà tanto.
Vecchio Lupo

MUDD ha detto...

La storia di Rep. è fatta da personaggi come lui, che nel silenzio (almeno all'esterno: e infatti quanti come me non conoscevano il suo nome?) hanno fatto grande un giornale. I "capi" si prendono i meriti ma gli operai sono quelli che lasciano il segno. La sua vicenda, per quanto è esemplare, fa commuovere e deve far riflettere

Frank57 ha detto...

Io credo che quando la generazione di lavoratori oscuri e onesti come Riccardo Marchetti, così ben raccontato da Vecchio Lupo, si sarà estinta, avremo perduto un po' tutti quanti una fetta di autenticità.

Enrico Maria Porro ha detto...

Grazie Vecchio Lupo, i tuoi contributi sono sempre illuminanti ed esaurienti.

Barbapapà ha detto...

Mi unisco ai feticisti che mi hanno preceduto nell'apprezzamento per il bel ricordo di Vecchio Lupo.