martedì 1 febbraio 2011

Silvio B. decriptato.

Ma stavolta il software decriptatore è finito nelle mani di Alessandro Gilioli:

Dalla lettera di Silvio al Corriere.

«Non mi nascondo il problema della particolare aggressività che, per ragioni come sempre esterne alla dialettica sociale e parlamentare, affligge il sistema politico».
Traduzione: «Mi stanno facendo un mazzo tanto per un paio di minorenni, una lieve concussione e qualche altro piccolo reato di anni fa, che palle, perché non la smettono che tanto agli italiani gli importa solo delle loro tasche, proprio come a me?»

«Ne sono preoccupato come e più del presidente Napolitano».
Traduzione: «Cazzo si preoccupa il vecchietto al Quirinale, qui sono io che rischio la ghirba, mica lui».

«E per questo, dal momento che il segretario del Pd è stato in passato sensibile al tema delle liberalizzazioni e, nonostante qualche sua inappropriata associazione al coro strillato dei moralisti un tanto al chilo, ha la cultura pragmatica di un emiliano, propongo a Bersani di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana».
Traduzione: «Dunque, quando Bersani faceva le lenzuolate noi urlavamo che erano tutte cazzate e abbiamo votato contro, però adesso non se lo ricorda più nessuno quindi diciamo che andavano benissimo. A proposito, Bersani la pianti di parlare di bunga bunga che tanto lui non ne sa niente, a lui piacciono solo i distretti delle piastrelle e i produttori di tondini. Quindi facciamo che voi lasciate perdere tutti i miei reati, le nipotine di Mubarak e le leggi ad personam, e io in cambio sarò tanto buono da occuparmi ogni tanto di quella cosa pallosissima che è l’economia, d’accordo? Eddai, ci siete sempre cascati, cosa vi costa cascarci un’altra volta?»

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