Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.
Buona lettura e buon voto!
Michele Serra, candidato per ben tre pezzi: L’Amaca del 2 gennaio, sulla mania salutista dell'evo moderno, L’Amaca del 20 gennaio, ovvero come parlare di Berlusconi senza scrivere mai la parola Berlusconi e L’Amaca del 27 gennaio, in cui propone di invertire Tg1 e Tg2, cambiando solo il logo e i compensi dei direttori. “Geniale.” (MUDD)
Curzio Maltese, editoriale dell’11 gennaio Un marziano a Roma. Maltese ripercorre, con adeguate dosi di sarcasmo, l’avventura di Alemanno: dalla inattesa elezione a sindaco di Roma, favorita dall’insipienza della sinistra, alle continue difficoltà nella gestione ordinaria e straordinaria della città. Spietata la conclusione: "Se fallisce anche la mossa Bertolaso (come suo vice, ndr) si può provare col Mago Silvan o Harry Potter. Oppure dimettersi e fare posto a uno del mestiere. Tanto una poltrona da ministro ad Alemanno non gliela toglie nessuno. E al governo l'incompetenza non è un problema". “Più feroce del solito a proposito di Alemanno come raramente è accaduto persino con Berlusconi.” (Tiberio)
Michele Smargiassi, commento del 12 gennaio Chi era l'angelo custode? Per quanto il sondaggio abbia come regola la disamina di quanto pubblicato sull’edizione nazionale, abbiamo ritenuto doveroso fare un’eccezione per ricordare quanto Smargiassi ha scritto sulla triste vicenda del piccolo Devid, neonato di 20 giorni morto per il freddo a Bologna. Una vicenda che ha scosso la città, come il giornale stesso ha raccontato, perché “rimane il fatto bruto e duro: le maglie della rete di protezione di una delle città più protettive d'Italia non sono riuscite a trattenere l'esistenza sottile di un bambino di tre settimane.” “Parole capaci di farci incazzare riflettendo” (Tiberio).
Ezio Mauro, editoriale del 14 gennaio Le ragioni di Marchionne e le ragioni di tutti. Magistrale commento che illustra la ridefinizione in corso del rapporto tra capitale e lavoro. Il Diretùr rilegge il percorso di Marchionne attraverso le ragioni della globalizzazione, ma ne evidenzia i limiti laddove comprime “diritti legati al lavoro (che sono anche i diritti dei più deboli, portatori delle maggiori disuguaglianze)”. Allargando sapientemente l’inquadratura, Mauro prima passa in rassegna le colpe di una sinistra gregaria, che “non ha un'idea propria del lavoro oggi”, e del Governo, “che usa la forza altrui esclusivamente per regolare i conti ideologici del Novecento visto che non è riuscita a saldarli per via politica, non avendone l'autorità”, poi si sofferma sul declino di un Paese non più in grado di formare una classe dirigente europea, con un sistema industriale alle prese con una produttività modesta ed un establishment intento a godersi i piccoli dividendi del potere. E con l’enorme debito pubblico a fotografare perfettamente la stagnazione del Paese. “In gran spolvero! Bellissimo editoriale, profondo, concreto e illuminante.” (Kriss). “Anche a me è piaciuto moltissimo, malgrado sia cupo, crepuscolare” (Angelo).
Renato Caprile, corrispondenze da Tunisi Tra i giovani della rivolta "Il regime ci ruba il futuro". L’inviato “de guera” viene catapultato nel mezzo della rivoluzione tunisina a raccontarci le scosse telluriche che da lì partiranno in poco tempo a sconvolgere il mondo arabo. Un racconto in presa diretta scritto con uno stile coinvolgente ma senza lasciarsi andare alla retorica “zucconiana”. Nell’era dell’informazione in tempo reale, con le immagini a sintetizzare efficacemente gli avvenimenti, Caprile ci ricorda quanto il giornalismo scritto sul campo rappresenti ancora un grande valore aggiunto nel darci il giusto respiro degli eventi.
Gianni Clerici, articolo del 17 gennaio Laver, il signore degli slam"Imprese in punta di piedi". L’esordio dell’inserto sportivo del lunedì viene impreziosito dall’intervista di Gianni Clerici a Rod Laver, una magnifica rievocazione del tennis che fu attraverso il racconto dei due Grand Slam vinti dal campione australiano. Aneddoti, disamine tecniche, nostalgia del tennis dei gesti bianchi. Un vero godimento per gli aficionados. “Un bel valore aggiunto.” (Frank57). “Bellissima l’intervista (…) al leggendario Rod Laver” (Barbapapà).
Maurizio Crosetti, articolo del 19 gennaio Barcellona oltre ogni limite 100 punti per battere la storia. Bella paginata sulla fenomenale squadra di calcio del Barcellona. Nonostante le poche concessioni ai noti “crosettismi”, Crosetti riesce a rendere attraente, grazie alla sua apprezzata scrittura, un articolo molto attento all’aspetto tecnico. “Godibile anche per chi non mangia pane e calcio. Grande Crosetti e grandi grafici!” (MUDD).
Giuseppe D’Avanzo, articolo del 21 gennaio Dalla questura al sesso con Ruby le dieci menzogne di Berlusconi. Un D’Avanzo al suo meglio riprende (perdonabile vezzo) lo schema delle celebri 10 domande per squadernare implacabilmente, lungo due documentate e argomentate pagine, tutte le bugie del premier sull’affaire Ruby. “Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese.”. Grande!
Angelo Aquaro, articolo del 3 gennaio Anima Gemella Quelle 6 settimane per trovare sul web il nostro amore. “Almeno venti milioni di americani cercano l' anima gemella online: il doppio di cinque anni fa.”. Quindi?
Francesco Merlo, recensione dell’11 gennaio La vita agra secondo Richler un best seller che è già cinema. Prosegue l’intollerabile tendenza del giornale ad affidare le recensioni cinematografiche a gente non del mestiere. Questa volta è il turno di Francesco Merlo che, alle prese con il film tratto dal libro-culto La versione di Barney, ci regala una recensione inutilmente chilometrica, parente povera di una critica professionale. Perché le critiche teatrali o le recensioni musicali sono scritte esclusivamente da specialisti mentre invece sul cinema può cimentarsi allegramente chiunque? Come se le recensioni cinematografiche, diversamente dalle altre, non richiedessero conoscenze tecniche e gli autori dei film non meritassero una valutazione professionale. “Personalmente spero che questa storia finisca il prima possibile: se vedo una recensione di Nepoti o D'Agostini che di cinema capiscono qualcosa mi interessa cosa ne pensano e la leggo. Se vedo (con rispetto parlando) un qualunque Maltese o Merlo che hanno la stessa competenza cinematografica del mio edicolante e scrivono i loro pensierini, allora risparmio tempo ed evito l'articolessa (che di solito, misteriosamente, è molto più lunga di una recensione vera).” (Fabio P.). “La recensione odierna di Merlo era estenuante (…) e faticosamente digeribile.” (Barbapapà).
Paolo Griseri, articolo del 16 gennaio Pareggio alle urne senza gli impiegati alla catena di montaggio vince il no. Dopo essersi occupato in maniera equilibrata e professionale della vicenda Mirafiori, Griseri scivola inopinatamente sul finale dimenticandosi di separare i fatti dalle opinioni, con un “approccio assai discutibile (...) in un articolo di cronaca.” (Barbapapà). Nel dar conto del risultato della consultazione degli operai il giornalista amplifica notevolmente i voti ottenuti dal No rispetto a quelli del Si e si industria a minimizzare la vittoria del Sì tra i turnisti notturni. Occorre aspettare il commento del giorno dopo di Tito Boeri per avere una pertinente ed equilibrata analisi.
Vera Schiavazzi, articolo del 17 gennaio A dieta di computer e cellulare "Troppa tecnologia fa male". Periodico articolo, supportato dal parere di fantomatici “esperti Usa”, sull’abuso di tecnologia. Immancabile il solito consiglio della nonna: “spegnere smartphone e computer per vivere meglio”.
Francesco Viviano, articolo del 21 gennaio La velina rivelò al telefono Sono innamorata di Beckham. Tra le innumerevoli pubblicazioni, non sempre misurate, delle intercettazioni relative alle allegre serate di Arcore spunta questo sorprendente e inutile articolo che rivela la passione per Beckham di una delle favorite del premier, Barbara Guerra. Noi ricordiamo bene ciò che scrisse Ezio Mauro il 19 maggio 2010 in un bellissimo editoriale contro la legge bavaglio : “ciò che ha un rilievo per l'inchiesta può essere divulgato perché è giusto che l'opinione pubblica conosca i meccanismi attraverso cui si realizza non solo la fattispecie di un reato, ma talvolta un vero e proprio sistema criminale di rilevanza sociale.”. Era forse questo il caso?
Paolo Berizzi, articolo del 31 gennaio Rimini, Ruby in discoteca tra insulti e indifferenza. L’ansia di coprire in lungo e in largo la vicenda Ruby spinge il giornale ad inviare inutilmente un giornalista nella costa adriatica per raccontarci una serata della “nipote di Mubarak”. Non diminuisce il fastidio sapere che il Corsera ha avuto la stessa brillante idea.
Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.
Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.
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