martedì 29 marzo 2011

E allora perché non lo recensite?

A pagina 59 di oggi, in un richiamo in alto, si parla del primo posto al Box Office del film Nessuno mi può giudicare. Un risultato che Repubblica continua a snobbare.

5 commenti:

Kilgore Trout ha detto...

Certo che però, leggendo la trama,quasi quasi giustifico la censura. Senza voler essere seri oltre misura, questi film che ingaglioffiscono lo spettatore, per quel che mi riguarda, sono solo delle gran furbate.

Piazza Indipendenza ha detto...

Kilgore, ho visto il film: molto divertente, spensierato, a tratti commovente; sono certo che anche tu non troveresti nulla che possa in qualche modo infastidirti o offenderti.

Barbapapà ha detto...

Kilgore, qui nessuno ha chiesto una recensione benevola al film.
Il videocommento di D'Agostini sul sito on-line era critico nei confronti del film. Se fosse stato trasportato su carta avrebbe probabilmente ottenuto tre pallini su sei (secondo il bizzarro metro valutativo di Repubblica).
Ma non è stato fatto. E di questo ci lamentiamo. Non si chiedono recensioni di sostegno, ma pari trattamento con altre pellicole. E, allargando il discorso, una copertura professionale e completa di tutti i film che escono.

Riguardo poi al tuo giudizio, "film che ingaglioffiscono lo spettatore", mi pare una voce dal sen fuggita. Prima vedi il film e poi giudica. Non stiamo affatto parlando dei Vanzina. Verso i quali può valere il "non l'ho visto e non mi piace" (per parafrasare Flaiano).

Piazza Indipendenza ha detto...

...sul razzismo di sinistra forse Anonimo non ha poi tutti i torti...

Barbapapà ha detto...

Ho appena compreso l'allusione dell'Anonimo: "Alcuni film sono protetti (forse quelli prodotti dai figli dei direttori di giornali importanti?)".

L'Anonimo si riferisce la fatto che "Boris - il film" è prodotto da Lorenzo Mieli, figlio del più noto Paolo.
Non credo che questa illustre parentela giustifichi necessariamente trattamenti di riguardo. Però, guarda caso, di questo film Repubblica ha pubblicato una recensione a tutta pagina, di "Nessuno mi può giudicare" neanche un boxino.

In questi casi viene sempre a mente il famoso adagio andreottiano: a pensar male etc etc