venerdì 15 aprile 2011

Dice che quella notte ridevano.


dice che quella notte ridevano

dice bisogna fare presto

mica succede sempre

che un terremoto butta giù tutto

case scuole strade

ci vuole un po’ per levare i morti

ma secondo te

quanto possono durare sotto?

massimo due giorni

se ti casca addosso il tetto

come esci?

c’hai il sangue la gamba rotta

il ginocchio che si vede da fuori

dondola fa brutto svieni

c’hai sete c’hai fame (si chiama agonia)

mica mangi prima mica ti porti il panino

non lo sai che stanotte arriva la scossa

quella buona mica te lo dicono

dicono non si può sapere

se no ti prepari dormi vicino la porta

con le scarpe

lo zainetto

una torcia

metti il bambino in auto

chiami tuo figlio

gli dici torna è meglio

urli urli ma dopo un po’ la voce finisce

si chiude un occhio poi l’altro

il sangue dentro fa la pozza

la carne galleggia si muove per assestamento

(con 6.2 in giappone trema solo il grasso)

questi ridevano pensavano

madonna quanto ci guadagniamo

volevi la piscina facciamo la piscina

volevi la villa facciamo la villa

volevi il jet facciamo il jet

voliamo sopra l’Aquila bruuummm

mettiamo il vulcano in giardino

che ci sta bene che cola cemento

e copre il morto

l’albero rimasto

il monumento del cazzo

facciamo tutto parcheggio

13 aprile 2011

Processo breve

processo bravi

bava e vergogna

L’Aquila

Viareggio

Moby Prince

Thyssen Krupp

Ci tolgono la cosa che resta

Ci tolgono la giustizia

Nicola è il terzo a destra

nello striscione dei morti

dice che quella notte ridevano

Questo testo ce l'ha inviato una lettrice di PPR che preferisce restare anonima, ma che ci chiede di pubblicare il link dell'associazione A.V.U.S. 6 aprile 2009, che raccoglie i genitori degli universitari fuori sede morti nel crollo all'Aquila: www.avus6aprile2009.it

Nessun commento: