dice che quella notte ridevano
dice bisogna fare presto
mica succede sempre
che un terremoto butta giù tutto
case scuole strade
ci vuole un po’ per levare i morti
ma secondo te
quanto possono durare sotto?
massimo due giorni
se ti casca addosso il tetto
come esci?
c’hai il sangue la gamba rotta
il ginocchio che si vede da fuori
dondola fa brutto svieni
c’hai sete c’hai fame (si chiama agonia)
mica mangi prima mica ti porti il panino
non lo sai che stanotte arriva la scossa
quella buona mica te lo dicono
dicono non si può sapere
se no ti prepari dormi vicino la porta
con le scarpe
lo zainetto
una torcia
metti il bambino in auto
chiami tuo figlio
gli dici torna è meglio
urli urli ma dopo un po’ la voce finisce
si chiude un occhio poi l’altro
il sangue dentro fa la pozza
la carne galleggia si muove per assestamento
(con 6.2 in giappone trema solo il grasso)
questi ridevano pensavano
madonna quanto ci guadagniamo
volevi la piscina facciamo la piscina
volevi la villa facciamo la villa
volevi il jet facciamo il jet
voliamo sopra l’Aquila bruuummm
mettiamo il vulcano in giardino
che ci sta bene che cola cemento
e copre il morto
l’albero rimasto
il monumento del cazzo
facciamo tutto parcheggio
13 aprile 2011
Processo breve
processo bravi
bava e vergogna
L’Aquila
Viareggio
Moby Prince
Thyssen Krupp
Ci tolgono la cosa che resta
Ci tolgono la giustizia
Nicola è il terzo a destra
nello striscione dei morti
dice che quella notte ridevano
Questo testo ce l'ha inviato una lettrice di PPR che preferisce restare anonima, ma che ci chiede di pubblicare il link dell'associazione A.V.U.S. 6 aprile 2009, che raccoglie i genitori degli universitari fuori sede morti nel crollo all'Aquila: www.avus6aprile2009.it
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