mercoledì 27 luglio 2011

Anders Behring Breivik, uno spaventoso, fantasmagorico, tragico, colossale cretino.

Concede al fotografo il suo sorriso giocondo, un sorriso insinuante, ammiccante, compiaciuto, ed è la prova che non bisogna credere alle facce, che i mostri non sono mostruosi...
...Visto così, dal finestrino dell’auto che lo porta in tribunale, Breivik è l’uomo più contento del mondo, soddisfatto di sé, non ha nulla di torvo o di arrabbiato, non ha la tenebrosità del diavolo né quegli occhi di ghiaccio che molti gli hanno attribuito senza neppure guardarlo in faccia...

...Certo, sono infinite le vie della follia, ma la strada che ha scelto Breivik è quella della giocondità, della semplicità. I suoi libri cult per esempio, Kafka e Orwell e Machiavelli e ovviamente la Bibbia, sono anche i nostri, e noi che li abbiano letti sappiamo bene che li possono leggere anche i cretini, che sono pensieri che in mano ai cretini possono degenerare. Il killer disegnato da Tarantino citava il profeta Ezechiele, quello di John Lennon aveva in tasca il giovane Holden… In mano a un cretino anche la perfezione diventa storta, anche il sublime diventa fango. In mano a un cretino, Leopardi non è più un poeta ma un gobbo rancoroso...

...Davvero il sorriso del giocondo dopo lo spaventoso eccidio è il sorriso di un cretino. E forse è cosi che bisogna leggere quella sua faccia candida, forse è così che dobbiamo decrittare la sua orribile storia, con il codice della cretinocrazia. Ecco cosa ci dice il suo sorriso, ecco cos’è il mostro: uno spaventoso, fantasmagorico, tragico, colossale cretino.
Francesco Merlo, La Repubblica, 26 luglio 2011

Ovviamente da PPR+.

2 commenti:

Simona ha detto...

Un sempre grande Francesco Merlo

Occam ha detto...

Mi fa piacere non essere l'unico a fare lobby