mercoledì 3 agosto 2011

Peppe D'Avanzo e il nostro blog: sei candidature al PPR+ con ben tre vittorie. Un grande.


Giuseppe D’Avanzo era una delle firme più apprezzate di Repubblica. Questa affermazione trova una piccola conferma nella storia del nostro blog.
Da quando, nel novembre del 2009, abbiamo avviato i sondaggi PPR per valutare la qualità della produzione giornalistica mensile di Repubblica, Peppe è risultato tra i pluriselezionati (ben sei candidature) e plurivincitori (tre vittorie, record che condivide con Francesco Merlo e Michele Serra) dei PPR+, nonché nella top 5 dei giornalisti più votati in assoluto.
Noi di PPR vogliamo ricordarlo, e ringraziarlo, riproponendo gli articoli selezionati dai feticisti nel corso del tempo con le relative motivazioni.

Articolo del 17 dicembre 2009 “L’assalto ai giornalisti”. Allineandosi al vile sfruttamento politico dell’onda emotiva generata dal fattaccio di Piazza Duomo, la servitù giornalistica del Cav. addita Marco Travaglio come nemico pubblico. D’Avanzo ne prende le difese, quasi a suggellare la pace tra i due, come osserva Jack Skellington, mostrando “onestà intellettuale (...), a maggior ragione dopo gli attriti che si erano manifestati.” (Frank57). Scolpiamo queste parole nella nostra memoria: “ [Travaglio] Non ha alle spalle un partito o un'organizzazione qualsiasi. Non è protetto da una scorta. Può contare soltanto sulla credibilità del suo lavoro, sul consenso che ne ricava tra chi lo legge e lo ascolta. Abbandonarlo così indifeso e solitario al conflitto che divide il Paese, è un'irresponsabilità tanto più grave perché matura da una tribuna che dovrebbe mostrare equilibrio e moderazione (...)”.

Articolo del 21 settembre 2010. Impunità tombale, Cavaliere ci dica se la legge è uguale per tutti. Fragoroso ritorno di D'Avanzo che, dopo un periodo di silenzio, riparte con l’analisi delle vicende giudiziarie berlusconiane e delle leggi ad personam. Un articolo lungo e argomentato, come è nello stile del Commissario D’Avanzoni (copyright Dagospia), da cui ha poi preso le mosse un appello promosso in rete dal giornale e che ha raccolto oltre 150mila firme al grido di “La legge è uguale per tutti”. 

Inchiesta del 28 ottobre 2010 (con Piero Colaprico), Ruby, le feste e il Cavaliere "La mia verità sulle notti ad Arcore". Ancora uno scandalo alla corte berlusconiana, ancora una volta D’Avanzo, in coppia questa volta con Piero Colaprico, a svolgere implacabilmente un’inchiesta (nel vero senso dell’investigative journalism anglosassone) sul reale andamento dei fatti e una disamina puntuale delle consuete bugie del Cav.. “E invece fa bene a mettere il dito in ogni piaga. Tutto va bene purchè delinei la VERA personalità di chi ci governa.” (Supersoul). [articolo vincitore del PPR+]

Editoriali del 18 dicembre 2010, La speranza e i manganelli e 20 dicembre Diritto di polizia. D’Avanzo analizza con grande incisività la protesta di studenti e ricercatori contro la riforma Gelmini e la reazione governativa agli episodi di violenza nella manifestazione di piazza a Roma, sfruttati “come se la crisi sociale rappresentata il 14 dicembre potesse essere affrontata come "questione di ordine pubblico"”. Un Governo “che crede in un diritto diseguale e immagina, per i potenti, un diritto debole e per i deboli leggi e dispositivi brutali.”. D’Avanzo delinea il disegno di un Governo che “politicamente debole, sordo alle difficoltà del Paese, lontano da una società che umilia” vuole rilanciarsi inventando un'emergenza terrorismo, da combattere anche, come ha suggerito Gasparri, con arresti preventivi. E ad un movimento di giovani “che rifiuta un progetto di ordine sociale, che si oppone a un'eterna precarietà, alla caduta di ogni garanzia di eguaglianza e chiede opportunità e futuro” il Governo oppone un "diritto di polizia" e un “uso della violenza” che accende la rabbia ed eccita gli animi meno consapevoli. “Cinicamente fa di conto: nuovi disordini gli fanno gioco, debole come è.”.

Articolo del 21 gennaio 2011 Dalla questura al sesso con Ruby le dieci menzogne di Berlusconi. Un D’Avanzo al suo meglio riprende (perdonabile vezzo) lo schema delle celebri 10 domande per squadernare implacabilmente, lungo due documentate e argomentate pagine, tutte le bugie del premier sull’affaire Ruby. “Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese.”. Grande! [articolo vincitore del PPR+]

Articolo del 12 aprile La finzione di Berlusconi in aula "I pm lavorano contro il Paese". La “storica” comparsa di Berlusconi in un’aula di tribunale viene celebrata dal giornale con una maestosa cronaca dell’investigative journalist per eccellenza. Un racconto che serve, una volta di più, a delineare la psicologia dell’uomo: nei sempiterni panni del primo attore, il Cav. esibisce il suo “io ipertrofico e il sentimento narcisistico di onnipotenza”. E la sua natura imbrogliona: “(…) quando gli capita di affrontare la realtà e di parlare di fatti si confonde, si contraddice, reinventa senza cautela, si autoaffonda.”. Non lo salva a quel punto neanche il mitico massetere, “muscolo della faccia, corto e solido, a ridosso della mandibola”, che Berlusconi controlla “come il dito di una mano” per esibire il suo perenne sorriso. [articolo vincitore del PPR+]

Ringraziamo Barbapapà per la collaborazione

2 commenti:

Simona ha detto...

Non mi sorprende. Resta un grande, anche da morto.

nat ha detto...

Segnalo un interessante post, dal titolo "I mancati eredi di D'Avanzo"

http://erroridistamparm.blogspot.com/2011/08/i-mancati-eredi-di-davanzo.html