Oggi avete trovato, insieme a Repubblica, il secondo numero della nuova versione di Affari&Finanza, il settimanale diretto da Massimo Giannini su cui ci eravamo espressi positivamente dopo il primo numero e sul quale è in corso un sondaggio ormai agli sgoccioli.
Ieri abbiamo ricevuto una mail dal nostro amico Barbapapà che esprime il suo personale giudizio su Affari&Finanza. Eccolo:
Il mio giudizio sul restyling di Affari & Finanza è negativo. L’inserto, indubbiamente, è assai migliorato graficamente, ma sul lato dei contenuti non si sono osservate, purtroppo, novità di rilievo. Tali non possono certo essere le sezioni Villaggio Globale o Lavoro & Professioni.
Ero convinto che la necessaria rivisitazione di A&F sarebbe stata indirizzata a colmare l’incredibile, inspiegabile vuoto informativo che riguarda il cruciale tema del risparmio. Se invece osservate il primo numero nella sezione Finanza c’è la Lettera all’Investitore dell’ottimo Alberto Nosari, presa di peso dal Sole 24 Ore e trasportata nella sua interezza dentro l’inserto (quindi non una novità in assoluto), e nient’altro.
E’ sparita la rubrica di Adriano Bonafede, Fondi e gestioni, che pur nella limitatezza di spazio a disposizione, almeno provava ad occuparsi con continuità di risparmio gestito.
Non c’è quindi più nulla su un argomento che interessa, o dovrebbe interessare, la maggior parte dei lettori e che ha un peso ancor più rilevante oggi alla luce della crisi dei debiti sovrani che sta mettendo in discussione perfino la solidità dei titoli di Stato italiani.
Temo che l’argomento verrà affidato, come di consueto, ai periodici Rapporti monotematici dedicati a Risparmio Gestito, Prodotti Strutturati, Bancassicurazione, Private Banking (cito quelli usciti nei mesi scorsi). Grandi contenitori di pubblicità specializzata (se si parla di Private Banking, ecco le relative pubblicità dei protagonisti del settore) e di informazioni che poco servono ad un lettore che voglia farsi un’idea su come muoversi nel mondo degli investimenti. Questi rapporti, infatti, delineano le tendenze generali dell’industria, forniscono una vetrina di prestigio agli operatori, ma non hanno grande valore informativo.
Su questo versante Affari & Finanza rimane clamorosamente indietro rispetto al Corriere Economia del Corsera e a Tuttosoldi della Stampa, che invece hanno una reale vocazione informativa verso i lettori sul tema degli investimenti personali. Prevedono opportunamente rubriche di dialogo con i lettori. Cercano di mettere in risalto luci e ombre del risparmio gestito.
Il migliore di tutti gli inserti finanziari è Plus, allegato del Sole 24 Ore. Un inserto ben fatto, pienamente al servizio del lettore, di tale successo che il giornale il sabato aumenta la tiratura di quasi 50mila copie rispetto agli altri giorni della settimana perché riesce ad attrarre un lettorato diverso da quello tradizionale. Lettori disposti a pagare per essere messi nelle condizioni di investire consapevolmente i propri risparmi senza subire le politiche e le condizioni imposte dalle istituzioni finanziarie, interessati a formarsi una propria base di conoscenze per ridurre quell’asimmetria informativa che rappresenta il principale vantaggio di cui dispone il sistema finanziario rispetto al cliente (e che spiega la proposizione commerciale di prodotti non efficienti).
Repubblica, inspiegabilmente, è del tutto latitante in questo campo. Un giornale che si propone come difensore degli interessi dei cittadini in tutti i campi non può mancare all’appello sul risparmio che, non dimentichiamolo, è incoraggiato e tutelato dalla nostra Costituzione (art. 47).
Il mio voto su A&F tornerà positivo quando Massimo Giannini deciderà di creare una sezione ad hoc sugli investimenti personali, che ambisca a migliorare le conoscenze finanziarie dei lettori-risparmiatori diventando una guida credibile e affidabile nel tempo e che abbia il coraggio di criticare i prodotti venduti dalle istituzioni finanziarie (senza temere ritorsioni in campo pubblicitario: l’esempio di Plus al riguardo dovrebbe confortare).
A Repubblica dovrebbero a volte avere l’umiltà di studiare le best practice del settore e provare ad applicarle in casa propria.
Così com’è stato rifatto, dubito molto che A&F possa aumentare la propria base di lettori.
Oltretutto, il disinteresse dell’inserto per questi temi si riverbera negativamente anche sul quotidiano che, quando ha provato recentemente a informare i lettori sull’impatto dell’attuale crisi sugli investimenti personali, ha ottenuto risultati insoddisfacenti. Repubblica ha approfondito la questione appena due volte durante questa estate, il 20 agosto (articolo di Giuliano Balestrieri e Luca Pagni) e il 6 settembre (Balestrieri e Sara Bennewitz) ed entrambe le volte con esiti talmente fiacchi da meritare la candidatura al PPR-.
Sono convinto che se A&F cominciasse ad informare seriamente e continuativamente sugli investimenti personali (oltretutto, non mi pare che manchino giornalisti di vaglia) ne trarrebbe vantaggio anche Repubblica nella sua attività quotidiana.
Barbapapà
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