Concita De Gregorio va alla Leopolda di Firenze e fa la radiografia al rottamatore Matteo Renzi.
E' successo ieri su Repubblica.
Un piacevole e tanto atteso ritorno alle origini della nostra dolce Concita, con un pezzo che tanto ricorda quelli per cui è diventata famosa, quando correva dietro ai politici alle manifestazioni e ai convegni.
Leggendo il pezzo, però, sembra che Concita sia dolce soprattutto con lui, Matteo Renzi, e che si sia chiaramente schierata al suo fianco. Nostro parere personale, sia chiaro.
Non ce ne voglia Bersani.
Leggete cosa scrive Concita:
Può piacere o non piacere, ma è bravo. È bravo a parlare, la cadenza toscana la battuta pronta lo aiutano, e dunque a stare in tv. È bravo a capire cosa serve e cosa no per arrivare dove vuole. È bravo a intuire i tempi e i modi, i toni che sempre risultano eccessivi ma funzionano, alla fine, in tempi di eccesso al ribasso.
Piace a Berlusconi stesso, che lo invita a casa (Renzi ci va, pazienza per le critiche) e ne elogia le virtù che mancano a se medesimo e ai suoi alleati: non usa il dito medio, non bestemmia, non racconta barzellette sui negri e sugli ebrei, non usa metafore falliche come intercalare, non dice culona alle signore. La rivoluzione della buona educazione. Matteo Renzi è beneducato e svelto. Furbo, ambiziosissimo. Piace, a sinistra, agli scontenti del Pd e alla sinistra di nuova generazione, a un bel po' di grillini e dipietristi, a quelli che non se ne può più della casta che finora piuttosto silenti - ma in molti - serpeggiano anche nel partito di Bersani. Roberto Benigni gli ha dato di recente la sua benedizione. Santoro lo aveva ospite frequent flyer. A Ballarò e da Lilli Gruber è di casa, la Sette il suo salotto.
È amico personale di Pep Guardiola, l' allenatore del Barca, e chissà che Pep non faccia una sorpresa alla Leopolda. Non è abbastanza, certo, per fare un leader di centrosinistra né un presidente del consiglio. È quel che basta, tuttavia, per capire a chi faccia paura, Matteo Renzi, e perché.
Dello stesso avviso di Concita è anche il quotidiano Liberazione, che oggi esce cosi
5 commenti:
forse stavolta sbagli. secondo me il titolo di liberazione è ironico.
Ovvio che lo è. Basta leggere il lungo sommario accanto alla foto di Renzi: Il progetto politico non esiste e quando qualcosa emerge dal vento c'è da aver paura
anche la mia nota era ironica. non si era capito?
In effetti no. Vaffanculo e piantala di sparare cazzate (so che capirai la citazione)
@gabriele: la citazione esatta è "ma vaffanculo! non ti vergogni di pensare e scrivere simili cazzate?".
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