lunedì 31 ottobre 2011

Un talento sprecato.

Il ritorno di Concita ne conferma purtroppo l'utilizzo convenzionale da parte di Repubblica, ovvero: notista politica. Come se il giornale non ne avesse di sufficienti.

Bravissima Concita, per carità. E' sempre un piacere leggerla, ma rimango convinto che possa dare di più al giornale e ai lettori in veste diversa, di "narratrice sociale".
Tralasciando il superfluo commento di giovedì scorso alla comparsata televisiva al TG1 di Berlusconi (in cui, peraltro, Concita, pur di dare addosso al Cav., ha confuso i concetti di flusso e stock quando si è riferita al risparmio privato), la nostra ha scritto tre articoli sulla convention di Renzi concentrati, come avviene sempre a Repubblica, soprattutto sulle questioni interne al PD. Quasi nulla si è saputo sulle idee emerse durante la due giorni. Possibile che delle famose 100 proposte, Concita abbia voluto ricordare solo quelle anti-casta? Per provare a capirne di più mi è stata decisamente più utile la Stampa con gli articoli odierni di Jacobucci e Panarari.

La rappresentazione più “plastica” (come direbbero a Repubblica. Possiamo chiedere una moratoria sull’utilizzo inflazionato di questo aggettivo?) della supposta capacità del nostro giornale di raccontare la politica italiana è stato l’assurdo titolo di ieri in prima pagina: “Bersani a Renzi: basta calci. Renzi: non sono un asino”.

O vogliamo citare l’ennesimo articolo sulle varie correnti del PD? Senza che mai si riesca a capire cosa dovrebbe distinguere, in termini di programmi o idee, i bersaniani dai lettiani, l’area Dem da Cambia l’Italia, i veltroniani dai renziani.

Barbapapà

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