giovedì 3 novembre 2011

I vecchi tromboni di Repubblica.

Non so se sia "da vecchio" il pezzo di Concita. Piuttosto non ne posso veramente più dei pezzi dei vecchi tromboni di cui la Repubblica è piena, e che ci raccontano di quanto era bello una volta, caro lei.
C'è Sandro Viola che una volta l'anno scrive l'articolo su quando ad andare a Londra erano in pochi e andavano a comperarsi le cravatte in Jermyn Street, mica adesso che ci vanno tutti questi barboni in pantaloncini e scarpe da ginnastica. C'è Gianni Clerici (peraltro grandissimo su tutto il resto) che narra della sua gioventù dorata con lo zio che mandava a stirare le camicie a Londra e suo padre che, dovendo lui andare in Inghilterra a studiare, gli prendeva una casa apposta. E oggi ecco l'uomo inutile per antonomasia, Piero Ottone, che sproloquia di come era bello andare a Leningrado o in Danimarca con tutta la famiglia in vagone letto. Insomma, com'era bello quando ad avere i soldi erano solo loro. Ma in pensione non ci andate mai?

Fabio P.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E vogliamo ricordare Arbasino, che la mena in continuazione con le cose che faceva negli anni 50-60, le opere che vedeva a Parigi, gli spettacoli che vedeva a Londdra, le mostre che vedeva a Berlino, gli scrittori che incontrava a New York. Chissà se sarà mai andato a lavorare qualche volta.

Stefano ha detto...

Secondo me a Repubblica votano tutti il Berlusca.