sabato 5 novembre 2011

Piccoli passi in avanti.

Barbapapà risponde a Carmen che gli aveva chiesto un parere su questa iniziativa di Repubblica.it

Il mio giudizio è positivo, cara Carmen.

Nell’arco di tre mesi convulsi dei mercati finanziari, agosto-ottobre, Repubblica aveva esperito appena 5 (sì, cinque) tentativi di approfondire le tematiche degli investimenti
personali con una sciatteria, una pigrizia ed un livello di confusione informativa notevoli.

Da mercoledì la musica sembra finalmente cambiata. Con oggi sono tre giorni consecutivi che Repubblica informa i lettori con un taglio diverso e finalmente più incisivo e credo che l’utilizzo dell’esperta Vittoria Puledda sia alla base di questo cambio di passo.
E’ stata abbandonata la strada di chiedere pigramente ad un po’ di gestori la loro visione del mondo, con il risultato di fornire informazioni contradditorie (vedi articolo selezionato per il PPR- di agosto), per privilegiare un’impostazione guidata da alcuni macro-temi, all’interno dei quali convogliare l’opinione degli esperti selezionati. Il risultato complessivo è abbastanza buono, anche se avrei da ridire sulla scelta di far parlare in prima persona il gestore (io sarei per riportare il consensus del panel di gestori prescelto e poi evidenziare qualche singola opinione, come è accaduto oggi), sull’accuratezza di alcune informazioni e la fruibilità di certe affermazioni (“Le aziende buone sono quelle in cui il management è attento al mercato, non segue interessi politici e non è mosso da conflitti di interesse”: cosa dovrebbe voler dire per il lettore medio?).
In sintesi, un apprezzabile miglioramento sia pure con incredibile e colpevole ritardo.

Auspico una doverosa costanza informativa sul tema degli investimenti personali, senza dover quindi reagire agli eventi, perché le conseguenze di questa crisi sono destinate ad impattare a lungo sui mercati finanziari e quindi sui portafogli dei risparmiatori. Sarebbe anche opportuno aprire una finestra di dialogo con i lettori portando qualche caso concreto che possa aiutare tutti a capire come ragionare su questi temi.
Perché, poi, la strada scelta, ovvero frazionare il mondo degli investimenti in macro-temi, rischia di far perdere la visione d’insieme di un portafoglio il quale va costruito tenendo evidentemente conto degli obiettivi dell’investimento, dell’orizzonte temporale e della tolleranza al rischio dell’investitore. Aspetti che purtroppo rimangono pericolosamente al margine di questi ragionamenti.
A tal fine sarebbe assolutamente utile e necessario ripartire da Affari&Finanza creando una sezione ad hoc sugli investimenti, che favorisca la diffusione dell'educazione finanziaria (è un servizio per i lettori), ed abbandonando l’attuale, inutile strada di dedicare un Rapporto all’argomento. Come avvenuto questo lunedì quando, dopo ben due mesi (assai tumultuosi in campo finanziario) dal lancio dell’inserto rinnovato, il giornale è tornato a parlare di investimenti ma con il consueto approccio da vetrina per addetti ai lavori (sempre buona per recuperare pubblicità specializzata) e di modesto valore informativo e formativo per i lettori.

Ripeto, ad nauseam, quanto scrissi qualche tempo fa rivolgendomi all'ottimo Massimo Giannini: si abbia l’umiltà di studiare chi fa questo di mestiere, come il Sole 24 Ore, per riportarsi in casa qualche idea.
L’inserto Plus garantisce all'edizione del sabato del Sole alcune decine di migliaia di lettori in più senza la droga dei collaterali, ma solo con buona e critica informazione. E non mi pare che la raccolta pubblicitaria ne risenta.

Barbapapà

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