venerdì 18 novembre 2011

Una recensione anonymous con un dubbio finale.

Bravi, gli intellettuali. Precisi, informati, almeno quando si tratta di cose "alte".
Perchè poi cadono sui dettagli "bassi".
Prendiamo oggi Nadia Fusini, alla quale viene fatto recensire il film "Anonymous" (si ignorano i motivi del folle gesto). La Fusini è quella che ogni volta che parla di teatro non dice mai "la commedia" o "il dramma", ma dice "la play", e già questo basta a farmela stare sugli zebedei. Oggi viene inconsultamente chiamata a recensire il film, e mette in fila le inesattezze storiche, arrivando a rampognare il regista perchè secondo lei nel 1603 non è vero che il Tamigi si era gelato.
E fin qui.
Poi però si riferisce a Shakespeare come "il cigno di Avon". Senonchè la città del poeta si chiamava Stratford-upon-Avon, perchè si affaccia appunto sul fiume Avon. Sarebbe come parlare del parroco di Trezzano sul Naviglio e chiamarlo "il parroco di Naviglio".

Fabio P.

Caro Fabio P. stavolta sono costretto a smentirti: "il cigno di Avon" è veramente uno dei soprannomi con cui viene chiamato il Bardo. FS

5 commenti:

Barbapapà ha detto...

Anch'io, come Fabio P., sono rimasto colpito dalla recensione odierna della Fusini.

Stupisce l'ostinata insistenza di Repubblica di aprire la pagina di critica cinematografica al primo che passa da quelle che parti. O, meglio, ad ogni persona che vanti una qualche familiarità con il tema del film. Per cui se si parla di letteratura inglese ecco Nadia Fusini, se si parla di Iran ecco Vanna Vannuccini, se si parla di musica ecco Gino Castaldo, se si parla di un film tratto da un famoso libro ecco Antonio Gnoli, se si parla di "gggiovani" ecco Concita De Gregorio. Per tacere delle incursioni di Curzio Maltese.

Insomma, quando si capirà a Repubblica che la critica cinematografica richiede competenze adeguate e che i lettori, gli appassionati in primis, meritano di leggere recensioni all'altezza?
Come scrivemmo tempo fa, visto che la querelle va avanti dal lancio dell'esiziale R2Cult, noi vogliamo recensioni scritte da critici competenti, non da spettatori intelligenti.

Anonimo ha detto...

"Dolce cigno di Avon" non e un'invenzione della Fusini, è come Ben Jonson chiamava Shakespeare.

gpp ha detto...

Vorrei dire la mia non tanto sui critici del film, ma sul contenuto di questo.
Sparato a tromba come "il più grande complotto di tutti i tempi". Minchia, e che sarà mai ?
A parte il fatto che si parla di teorie vecchie di 200 anni (Shakespeare è mai esistito ?), anche se fossero dimostrate scientificamente, smetterei di emozionarmi leggendo Amleto, o Macbeth, o Giulio Cesare, Giulietta e Romeo ?
Se Gesù avesse veramente sposato Maddalena e avuto da lei un figlio, la fede dei Cristiani vacillerebbe ? (a me, agnostico, lo renderebbe ancora più simpatico).
E se i Maya hanno azzeccato la profezia, e il mondo finisce il 21/12/2012, beh, ho risparmiato sul mutuo della casa, che scade il 31.

Carmen ha detto...

Certo che dolce cigno di Avon sembra il nome di una saponetta dell'omonima casa.

bette ha detto...

Carmen, la freccia del tempo non mente: oso opinare che la sullodata casa intendesse alludere, scegliendosi quel nome di commercio.