giovedì 29 dicembre 2011

Giorgio+.

In ricordo del grande Giorgio Bocca, vogliamo riproporre gli articoli che sono stati candidati nel corso del tempo dai feticisti di questo blog per il sondaggio mensile PPR+, con le relative motivazioni.
Per quanto Bocca avesse diradato significativamente la sua presenza sulle colonne di Repubblica, nel nostro blog abbiamo fatto in tempo a celebrarne le indiscusse qualità giornalistiche, tributandogli anche la vittoria nel sondaggio del gennaio 2010.

Grazie Giorgio.

Articolo del 5 gennaio 2010, Ricordando la Milano di Bettino [vincitore del PPR+]. In occasione della discussa commemorazione del decennale della morte di Craxi, Bocca ricorda da par suo ai tanti celebratori dell’era craxiana cosa fu il PSI negli anni della Milano da bere. E a Nencini, sopravvissuto socialista, che gli contesta l’articolo, Bocca risponde: “Al di là di tutti questi bei discorsi l’unica cosa che posso dire è che per me, ora come allora, chi ruba è un ladro”. Noi sottoscriviamo queste parole.

Commento del 16 febbraio 2010, Se questo è il paese del “Rubo dunque sono” Straordinario l’incipit: “«Rubo dunque sono». Solo Cartesio forse riesce a spiegare l'epidemia ladrona che imperversa nel Paese.”. L’analisi di Bocca si snoda da Mani Pulite fino all’odierna illegalità “gelatinosa” . “La delinquenza dilagante e ossessiva non è solo avidità, è anche voglia di «farla franca», di essere più furbi, più disinvolti, più pronti degli altri.”.

Commento del 13 maggio 2011, La città feroce. Le elezioni amministrative stimolano il grande giornalista cuneese ad una profonda riflessione, invero assai cupa, sulla Milano odierna. “Una metropoli feroce del capitalismo avanzato in cui sotto varie forme comandano i ricchi che hanno il favore e la fedeltà della maggioranza benestante o soddisfatta del suo stato, diciamo il sessanta percento degli abitanti. Gli altri quaranta, che in teoria dovrebbero stare all'opposizione, sono rassegnati a essere cittadini di serie B, per non parlare dei poveri che sono come la pula del grano che vola a ogni soffio di vento; un po' ridicolo che questa società autoritaria dei pochi ricchi e potenti abbia la fedeltà sicura dei benestanti e dei comunque soddisfatti.”. Riflessioni amare che Bocca estende inevitabilmente al resto del Paese il cui decadimento civile è imputabile alla “generale mancanza di indignazione, di protesta a ogni violazione pretesa dal dominio economico e pubblicitario.”. 

(ringraziamo Barbapapà per la collaborazione)
(foto presa qui)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vogliamo però essere onesti, ragazzi? Quante volte abbiamo detto che negli ultimi anni Giorgio era bollito, che sembrava uno di quei vecchietti seduti sulle panchine dei parchi che sbraitano contro i giovinastri, i motorini e le radioline a tutto volume? Non è detto che tutti i novantenni abbiano la lucidità necessaria a continuare scrivere sui giornali anche se con un glorioso passato, e certe volte bisognerebbe capire (o far capire) quando è arrivato il momento di ritirarsi

partigiano ha detto...

e che c'entra col fatto della morte?

Barbapapà ha detto...

Negli articoli citati e, in generale, nei suoi purtroppo rari contributi su Repubblica degli ultimi due anni Bocca si è sempre mostrato assai lucido.