«Ma in un paese ideale e razionale, cosa ci si potrebbe aspettare? Una procreazione responsabile richiederebbe anzitutto e soprattutto la considerazione e la difesa del diritti dei nascituri. Diritti che includono quelli enunciati in teoria dalla Costituzione: salute, istruzione, lavoro. Ma anche quelli rivendicati in pratica da chiunque: benessere, felicità, autorealizzazione.
In mancanza di adeguate prospettive che rendano l’adempimento di queste condizioni se non certe, cosa ovviamente impossibile da assicurare, almeno probabili e prevedibili, i tribunali dovrebbero intervenire per impedire la procreazione. Anzitutto, in maniera preventiva, forzando all’uso di anticoncezionali. E poi, quando la prevenzione avesse fallito, imponendo la cessazione della gravidanza.»Chi scrive questo è Piergiorgio Odifreddi, nel suo blog di Repubblica. Secondo lui, dunque, la sedicenne di Trento che non vuole abortire dovrebbe esservi obbligata dal tribunale, cioè dallo Stato. Quanto sia liberale questa posizione è evidente. Il luogo ideale in cui dovrebbe vivere Odifreddi è lo Stato immaginato da Orwell. È poi chiaro che per questo matematico convinto di pensare il diritto alla salute è superiore al diritto all’esistenza. Questa superiorità chi la stabilisce e su cosa si fonda? E cos’è la salute di cui si parla? Definirla è una delle imprese più problematiche. Odifreddi dovrebbe meditare sulle mirabili pagine che sull’argomento ha scritto Svevo nella Coscienza di Zeno.
sabato 17 dicembre 2011
L'Odifreddi pensiero.
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