mercoledì 14 dicembre 2011

Marketta ad alta velocità.

Su Repubblica di oggi, a pagina 23, Lucio Cillis ci parla di Italo, il nuovo modello di treno ad alta velocità della Nuovo Trasporto Viaggiatori, l’impresa privata nata per rompere il monopolio delle Ferrovie dello Stato nel comparto alta velocità. Il tutto per la gioia dei NO TAV.


E fin qui niente di strano, di markette editoriali se ne fanno a iosa, su Repubblica e non.

La cosa curiosa, però, è che se si volta pagina, Italo ci arriva addosso con tutta la sua forza, con forza cieca di baleno, direbbe Guccini. Ecco infatti una doppia pagina pubblicitaria dedicata proprio al nuovo treno ad alta velocità. Che combinazione, vero?


Si poteva almeno evitare la vicinanza tra articolo redazionale e pubblicità.

ps: della stessa cosa si sta occupando abbondantemente anche il sito Giornalettismo.

4 commenti:

fcoraz ha detto...

Tra l'altro sembra che il paginone pubblicitario sia più informativo dell'articolo markettato.

illustrAutori ha detto...

beh, han fatto la conferenza stampa... certo, poco dopo le FSI sul "nuovo" Frecciarossa... per la cronaca il CorSera (di proprietà di Montezuma, della Valle & C.) ha fatto prima il doppio paginone e ben più avanti l'articolo... e intanto da un anno vista la concorrenza di un treno tedesco andare a torino costa meno - vuoi vedere che più operatori vuol dire più vantaggi ai clienti? ;-)

Enrico Maria Porro ha detto...

succederà come per gli operatori telefonici.

Anonimo ha detto...

peccato non abbiate approfondito l'argomento marchette più o meno occulte, il giornale ne è sempre più appestato.

tempo fa un povero cristo passò da queste parti e la buttò lì: ne scrivo tutti i giorni di marchette per repubblica, peccato non abbiato raccolto la palla al balzo.

io comincio a non reggerle più, tutte ste marchette, mascherate nella superfetazione di nuove rubriche, edizioni periodiche, inserti...

vabbè che devono fare cassa in ogni modo, ma il discorso vale anche per loro: tagliare le spese folli, invece di andare sullo scorretto senza remore? e qui vale la pena tirare fuori un altro capitolo tristissimo, che tutti fanno finta di non vedere: i paria, che nel mondo del giornalismo si chiamano collaboratori. gli sfruttati da chi si riempre la bocca di prediche per altri e mai per sé stesso.

che paese di merda.