Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.
Buona lettura e buon voto!
Michele Serra, L’Amaca del 3 novembre. Serra rievoca la famosa teoria della moka (ovvero, inutile fissare la caffettiera in attesa che esca il caffé. Uscirà solo quando uno si starà occupando d’altro) per tranquillizzare coloro che si chiedevano, in quei convulsi giorni, quando sarebbe caduto il governo Berlusconi. Meglio occuparsi della vita, suggerisce filosoficamente Serra. “Come terapia, ognuno pensi al tanto di bello e di utile che ha continuato a fare in tutti questi anni, e ancora deve fare. Persone e cose da amare, viaggi, libri, fiori, cassetti, lavori, progetti, fango da spalare, castagne da raccogliere (è stagione). È anche per la deplorevole trascuratezza di noi stessi e della vita vera che ci siamo fatti sequestrare, per tutti questi anni, da quel signore.”. “E' sempre un piacere leggere Serra” (GPP, che ci ha ricordato la fonte originaria: il libro "Tre uomini in barca, per tacer del cane" di Jerome K. Jerome, 1889). “Io, però, non riesco a smettere di guardare la caffettiera” (Carmen).
Gino Castaldo, intervista a Enzo Jannacci del 9 novembre La vita se ne va, ma ho fatto cose belle. Il critico musicale principe di Repubblica ci regala una bellissima, intensa intervista a Jannacci. Che confessa con semplicità disarmante, senza timore o imbarazzo, le sue condizioni di salute e ripercorre vari momenti della sua splendida carriera con la consapevolezza delle grandi cose realizzate e il disincanto di chi sa quanto, in fondo, tutto sia così effimero.
Francesco Merlo, articolo del 13 novembre Quei pozzi avvelenati dalla giustizia alla RAI. ll miglior articolo sull'epopea del Cav.: una carrellata impressionante di cosa abbia significato, in termini di corruzione della nostra civiltà, l'era berlusconiana. Con una conclusione amara e, per certi versi, rassegnata: “Il berlusconismo è stato l'autobiografia della nazione per dirla con Gobetti, non un accidente della storia. Non basta certo una giornata solennemente normale per liberarcene. C'è bisogno di anni di giornate normali. E per la prima volta non saranno gli storici a mettere in ordine gli archivi di un'epoca. Ci vorranno gli antropologi per classificare il berlusconismo come involuzione della specie italiana, perché anche noi, che siamo stati contro, l'abbiamo avuto addosso: "Non temo il Berlusconi in sé - cantava Gaber - ma il Berlusconi in me".”, “Andrebbe letto nelle scuole” (Barbapapà). “(…) rilancio proponendo la sua lenzuolata di berlusconeide per il PPR di novembre” (MUDD).
Giuseppe Videtti, articolo del 13 novembre Quando David diventò Bowie. L’esperto musicale Videtti e l’inserto Domenica: la migliore combinazione possibile per avere uno sguardo competente, colto e misurato sui miti del rock. In questo caso, l’avvincente racconto dei primi anni della carriera del mitico Ziggy Stardust, ripresi da un libro di recente uscita. Il tutto impreziosito, come sempre nell’inserto domenicale, da una confezione grafica magnifica. “Grande Videtti su Bowie” (Barbapapà).
Attilio Bolzoni, articolo del 24 novembre In manette 250 camorristi "Ora Ercolano è derackettizzata". Cronache da un’Italia dimenticata: l’inviato Bolzoni ci racconta una storia esemplare, quella di una città finalmente liberata dalla terribile piaga del racket. Un racconto in presa diretta, efficace nel restituire l’umore della popolazione finalmente affrancata da questo terribile giogo. “ll cartello stradale con l'inedita scritta sarà piazzato a giorni. Ma vale la pena camminare per il centro e farsi raccontare dalla negoziante di abbigliamento, dal panettiere, dal macellaio e da tutti gli altri come hanno fatto nell'arco di due anni a ribellarsi alla schiavitù del pizzo e a vincere la loro battaglia”. Speriamo che duri.
Gianni Mura, rubrica Sette giorni di cattivi pensieri del 27 novembre Maledetto sia chi para lo dicono in televisione. Rubrica tra le più ispirate dell’anno in cui l’immenso Mura si muove tra le strombazzate novità di Trenitalia, le pseudo innovazioni tecnologiche veicolate dalle “app” e la tribuna Vip dello stadio Olimpico di Roma. Riflessioni caustiche che non mancano di essere accompagnate da un doveroso sarcasmo. Come quello su Fabrizio Cicchitto che per la sua “ostinata difesa del Banana” viene ribattezzato Chiquito. “Non mi stancherò mai di ripeterlo, anche se so di essere noioso. Gianni Mura è il miglior giornalista italiano vivente” (Nonunacosaseria).”Un pezzo irresistibile. Un grande Gianni Mura, in ottima forma che rende godibile una domenica mattina” (Frank). “Sì, un Mura fantastico” (Barbapapà).
Angelo Aquaro, articolo del 2 novembre La formula dell'imbarco perfetto Così evitiamo l'ingorgo in aereo e articolo del 7 novembre Contrordine colleghi pensare da soli è meglio. Due superflui contributi del corrispondente Usa Aquaro, diviso tra l’innovazione tecnologica che garantirà l’eliminazione delle file in aeroporto e la ripulsa del brainstorming come metodo efficace per generare idee. Come se servisse Uno-Studio-Dice-Che per scoprire l’inutilità delle riunioni di lavoro.
Concita De Gregorio, articolo del 3 novembre Il mistero dei Soliti Idioti così ride l' Italia del 'boh'. La ripresa della collaborazione di Concita con Repubblica continua a generare risultati sotto le attese. Spazia per ogni dove, dalla politica interna agli esteri alla cultura fino a questa inutile recensione/analisi sociologica su un film giovanile comico di grande successo che, chissà perché, l’ha spinta ad interrogarsi sulle nuove generazioni. E a darsi una risposta sconsolata: “Forse con i ventenni non ce la faremo più, è troppo tardi. Ripartiamo, chi ha le energie per farlo, dai seienni. Proviamo coi cartoni animati.”. Suvvia! “L'articolo di Concita De Gregorio è molto più banale, arrogante e vuoto del film che lei critica” (Antonina Doinel
Nadia Fusini, articolo del 18 novembre Sulle orme del Bardo tra superbe immagini e tante bugie storiche. Repubblica persiste ostinatamente ad aprire la pagina di critica cinematografica al primo che passa da quelle che parti. O, meglio, ad ogni persona che vanti una qualche familiarità con il tema del film. Con esiti modesti. “(…) Nadia Fusini, alla quale viene fatto recensire il film "Anonymous" (si ignorano i motivi del folle gesto). Oggi viene inconsultamente chiamata a recensire il film, e mette in fila le inesattezze storiche” (Fabio P.). ”Quando mi imbatto in critiche inconcludenti e inconsistenti mi avvilisco ancor più di quando vedo un brutto film” (Kriss). “Sulla "recensione" della Fusini lasciamo perdere, che m'è venuto mal di pancia. Purtroppo è un po' che i quotidiani italiani, non solo Repubblica, hanno preso a far scrivere di cinema gente di altri ambienti, convinti evidentemente che sia più importante l'approfondimento tematico (?) piuttosto che quello prettamente cinematografico” (Mad283).
Giovanni Pons, articolo del 19 novembre BPM, entrano solo 653 milioni valore della banca quasi a zero. Pons informa i lettori sull'esito dell'aumento di capitale della Banca Popolare di Milano. Autore dello scoop sugli avanzamenti di carriera imposti nella banca dall’associazione Amici della BPM, nell'articolo Pons incorre in un vizio non infrequente dalle parti di Repubblica: mischiare i fatti con le opinioni in un articolo di cronaca. Scrive, infatti, Pons: "Questo è il magnifico risultato a cui sono giunti coloro che sono usciti vincitori dall’assemblea del 22 ottobre: festanti sul palco gli Amici della Bpm, il neo presidente Filippo Annunziata, il direttore generale Enzo Chiesa e il finanziere Andrea Bonomi. Spalleggiati a distanza dalla Mediobanca di Alberto Nagel che ha messo a punto un’operazione deleteria per il valore della banca.". Al di là delle valutazioni di merito, rimane la necessità di distinguere i commenti dalla cronaca.
Elena Dusi, articolo del 25 novembre Amici per sempre ecco l’amore di Facebook. Il solito Uno-Studio-Dice-che applicato al tema di moda del momento, Facebook. L’inizio dell’articolo illumina mirabilmente l’importanza della scoperta: “È intensa, duratura e a differenza dell'amore non serve a propagare la specie. L'amicizia è fra le emozioni più tipicamente umane, pur non essendo sconosciuta ai primati. Eppure sembra che per dare impulso al suo studio ci volesse Facebook.”. Come sempre, su R2.
Simonetta Fiori, articolo del 29 novembre Il suicidio assistito di Lucio Magri l'addio ai compagni: "Ho deciso di morire". Il suicidio di Magri viene raccontato in esclusiva dalla giornalista culturale di Repubblica. Un articolo importante, eppure in grado di infastidire molti feticisti per alcune “istantanee” sulla vita familiare del giornalista, come questa: "In cucina Lalla, la cameriera sudamericana, prepara il Martini con cura, il bicchiere giusto, quello a cono, con la scorza di limone". “Questo non solo è un inutile tocco di colore, ma anche una perfida malizia, nella sua (involontaria?) evocazione del Fascino discreto della borghesia.” (Geppo). “I due inutili riferimenti alla signora Lalla, cameriera in casa Magri sono maliziosi, cattivi e pure di pessimo gusto in un articolo come quello” (Lucia). “Bello il pezzo di Simonetta Fiori sull'attesa della notizia della morte. Ma stride il modo in cui per due volte viene nominata la colf: "Lalla, la domestica sudamericana", "Lalla, la domestica peruviana". C'era bisogno di sottolinearlo? Ci vedo un po' di classismo e anche di razzismo. Sembra Tintin quando parla degli africani o degli indios” (Fabio P.).
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Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.
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