domenica 5 febbraio 2012

Peppino Caldarola dice la sua sulla guerra fratricida tra Repubblica e Fatto Quotidiano.

I due giornali in prima linea contro Berlusconi hanno reagito diversamente alla caduta dell’ex premier. Se “Il Fatto” non crede alla fine del Cavaliere e martella ancora, “La Repubblica” ne è convinta e si porta avanti con il lavoro. Fra i due giornali è in atto una piccola gara fatta anche di dispetti, come le punzecchiature di Scalfari a Padellaro e Travaglio respinte al mittente da costoro, che hanno come posta in palio una non piccola area di lettori incerti fra Ezio Mauro e la coppia ex “Unità”. “Il Fatto” pertanto continua a dare la caccia al berlusconismo e inchioda alle loro malefatte i vecchi e nuovi protagonisti della politica, mentre “La Repubblica” perlustra territori nuovi. O in parte nuovi. Perché il quotidiano di Largo Fochetti con il governo Monti sembra trovarsi nella situazione che ricorda i vecchi tempi in cui Scalfari, con Visentini e anche con Berlinguer, vagheggiava il cosiddetto “governo degli onesti” per dare una scossa alla politica italiana. Allora l’obiettivo di Scalfari era quello di mandare a casa il vecchio pentapartito e di portare al governo gli euro-comunisti, oggi sembra invece che “La Repubblica” ambisca a battezzare una nuova aggregazione politica sulle ceneri di un centro-sinistra deludente.
Peppino Caldarola su Linkiesta, prosegue qui.

3 commenti:

mmc ha detto...

Tra Repubblica e Fatto Quotidiano (bè, articoli a parte), giusto?

Enrico Maria Porro ha detto...

Lapsus freudiano. Grazie.

aghost ha detto...

Perché «fratricida»? E' un termine assurdo, sono due giornali e ciascuno fa il suo mestiere. Definiremmo fratricida un nuovo modello della Bmw a scapito di Mercedes? :) Comunque, fermo restando la disparità di mezzi tra la corazzata Repubblica e il vascello de il Fatto, direi che quest'ultimo é decisamente più avanti. Tanto per dirne una, il Fatto permette i commenti agli articoli, Repubblica no.