I due giornali in prima linea contro Berlusconi hanno reagito
diversamente alla caduta dell’ex premier. Se “Il Fatto” non crede alla
fine del Cavaliere e martella ancora, “La Repubblica” ne è convinta e si
porta avanti con il lavoro. Fra i due giornali è in atto una piccola
gara fatta anche di dispetti, come le punzecchiature di Scalfari a
Padellaro e Travaglio respinte al mittente da costoro, che hanno come
posta in palio una non piccola area di lettori incerti fra Ezio Mauro e
la coppia ex “Unità”. “Il Fatto” pertanto continua a dare la caccia al
berlusconismo e inchioda alle loro malefatte i vecchi e nuovi
protagonisti della politica, mentre “La Repubblica” perlustra territori
nuovi. O in parte nuovi. Perché il quotidiano di Largo Fochetti con il
governo Monti sembra trovarsi nella situazione che ricorda i vecchi
tempi in cui Scalfari, con Visentini e anche con Berlinguer, vagheggiava
il cosiddetto “governo degli onesti” per dare una scossa alla politica
italiana. Allora l’obiettivo di Scalfari era quello di mandare a casa il
vecchio pentapartito e di portare al governo gli euro-comunisti, oggi
sembra invece che “La Repubblica” ambisca a battezzare una nuova
aggregazione politica sulle ceneri di un centro-sinistra deludente.
3 commenti:
Tra Repubblica e Fatto Quotidiano (bè, articoli a parte), giusto?
Lapsus freudiano. Grazie.
Perché «fratricida»? E' un termine assurdo, sono due giornali e ciascuno fa il suo mestiere. Definiremmo fratricida un nuovo modello della Bmw a scapito di Mercedes? :) Comunque, fermo restando la disparità di mezzi tra la corazzata Repubblica e il vascello de il Fatto, direi che quest'ultimo é decisamente più avanti. Tanto per dirne una, il Fatto permette i commenti agli articoli, Repubblica no.
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