Ebbene, il killer di Tolosa aveva una telecamera appesa al collo e ha ripreso tutto. Questo si presta alla consueta analisi con gli argomenti di rito: la civiltà dell'immagine, si esiste solo se si va in tv, macabro reality, magari anche un ricordo del film La morte in diretta di Tavernier e bla bla bla. Quindi domani sul Corsera ci beccheremo la prevedibile aldograssata. A questo punto la domanda è: ma noi chi abbiamo? Il simpatico Dipollina non fa il critico dei mass media ma fa le battutine sui programmi che vede in tv, e quindi toccherà affidare l'incombenza a qualcuno di maggior peso, tipo il Merlo. Resta comunque il fatto che la Repubblica non ha un critico televisivo degno di questo nome dai tempi di Beniamino Placido (che peraltro avrebbe citato quattro o cinque scrittori sconosciuti in lingua originale, e nemmeno lui era del mestiere, ma insomma).
Fabio P.
3 commenti:
Completamente d'accordo con te, fabio p.. Da tempo pure io ribadisco questa vistosa carenza che non sarebbe accettabile. E che dura da troppo tempo, appunto dopo Beniamino Placido.
se fossi in michele serra domani punterei sul parallelismo con "Elephant" film di Gus Van Sant e sull'invadenza dell'immagine nella realtà "aumentata" degli Anni Duemila. È un pezzo più sociologico che puramente cinematografico, direi
@ fabio p
su Dipollina ne convengo.
e pure sulle aldograssate.
per non parlare della Comazzi !
Ma perchè a Largo Fochetti non chiamano te, scusa?
ah non stai a Roma forse!
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