venerdì 20 aprile 2012
E - il Mensile compie un anno: ecco l'editoriale del direttore Gianni Mura.
Questo mensile ha un anno di vita. Ci piacerebbe festeggiarlo, ma se ci guardiamo intorno, in Italia e nel mondo, c’è poco da festeggiare. I poveri sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi. Mario Monti è molto diverso da Silvio Berlusconi, nei modi. Gode di buona stampa, non dà pacche sul culo, indossa il loden, va a fare la spesa al supermercato, ma noi non ci uniamo al coro di elogi. Con i salari più bassi dell’Europa occidentale e la pressione fi scale più alta, ci vuole un bel coraggio (o un brutto cinismo) a parlare di crescita, di sviluppo, di consumi da rilanciare. Le posizioni di privilegio (politica, banche, assicurazioni) non si toccano o si sfi orano appena. Ai giovani disoccupati, un esercito, si danno parole e precarietà, non posti di lavoro. I tagli al sociale sono sempre più pesanti e si ripercuotono sulla vita quotidiana di tantissime famiglie.E-il mensile è nato nel segno di Emergency per diffondere una cultura di pace. “Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un’equa distribuzione delle risorse”. Questo era scritto sul cosiddetto “manifesto di Firenze” e questo abbiamo cercato di trasferire nei nostri pezzi. Abbiamo ascoltato le voci delle donne della rivoluzione maghrebina, quelle dei ragazzi e delle ragazze seduti sul prato dell’Università di Kabul, quelle dei cittadini cinesi che chiedono conto al Potere dei suoi eccessi. Vi abbiamo proposto viaggi nella Parigi dei ribelli, nella Berlino delle ombre, ma anche sui treni dei pendolari tra Viterbo e Roma e nei pioppeti, tra Brescello e Novellara. Abbiamo documentato gli orrori del Vietnam, dove continuano a nascere bambini deformi: l’agente orange colpisce ancora, a quasi 37 anni dalla fi ne della guerra. Abbiamo raccontato, nelle storie che aprono ogni numero, di qualcuno che ha provato a cambiare, che ha lottato, che sta lottando per una realtà diversa. Ed è questo il settore di cui sono più fi ero: storie vere, che molti altri giornali trascurano. Ma più dell’anno passato conta l’anno che verrà. Grazie a chi ci ha sostenuto, in edicola o con gli abbonamenti, approvando o criticando il nostro lavoro. La sola promessa che mi sento di fare è che l’impegno, mio e della redazione, era e resta quello di fare un giornale utile e bello.Questo numero, infi ne, è dedicato a Vittorio Arrigoni e Rossella Urru, alla loro scelta di stare dalla parte degli ultimi, dei dimenticati. Vittorio è stato ucciso, ma il suo ricordo è vivo. Rossella è stata rapita e speriamo di salutarla presto, libera.
Gianni Mura - E - il Mensile
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