venerdì 20 aprile 2012

Un piccolo appunto a Vittorio Zucconi.

Vittorio Zucconi ha scritto un post sul suo blog e la cosa ha provocato la reazione di Luca Massaro:
In chiusa di un post molto condivisibile sul probabile mini-esodo di alcuni parlamentari pidiellini (26) che vorrebbero raggiungere la terra promessa dell'Udc, Vittorio Zucconi scrive:
Una prece per Giorgio Gaber che ebbe la Colli come moglie, anche i grandi possono sbagliare. dato che, tra quel gruppo di esodanti v'è, appunto, anche Ombretta Colli, già presidente della provincia di Milano e attuale senatrice del Popolo della Libertà.
Non mi ricordo se l'ho scritto precedentemente, sicuramente mi è già capitato di dirlo, ma trovo che tirare in ballo un marito per le idee della moglie e viceversa, sia una grande cazzata. E spiace che un commentatore attento come Zucconi scivoli su queste banalità.

Al di là del fatto che è indelicato frugare nei matrimoni o nelle unioni altrui senza cadere nel più trito pettegolezzo, serve a qualcosa constatare, dalla stessa biografia di Ombretta Colli, che ella, negli anni Sessanta del Novecento, aveva idee politiche toto cœlo diverse da quelle che attualmente professa? E infine, in cosa avrebbe sbagliato Gaber se sua moglie fu una delle prime a credere nell'illusione politica berlusconiana (e una delle più longeve a crederci, tra l'altro)? Ché Gaber doveva chiedere necessariamente la separazione o il divorzio per questo? Io credo di no. Io credo che coloro che ritengono Gaber responsabile delle idee della moglie*, abbiano del matrimonio (dell'unione) una visione forzatamente religiosa, come di coloro che pensano che accompagnarsi a qualcuno nella vita significhi rinunciare alla propria individualità, alle proprie opinioni, ai propri desideri in favore dell'individualità, delle opinioni e dei desideri dell'altro. Ché Zucconi (o la moglie o la compagna) hanno rinunciato a queste cose?

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