martedì 17 aprile 2012

Repubblica Story: il referendum sulla preferenza unica.

La prima pagina di Repubblica del 11 giugno 1991 con la notizia della vittoria dei sì al referendum per la nuova legge elettorale. Da notare l'editoriale del Fundadòr e la vignetta dell'allora in formissima Giorgio Forattini su Craxi che aveva invitato la gente ad andare al mare anziché alle urne. A piede pagina, l'inviata a Beirut Barbara Palombelli, era andata proprio a stuzzicare il leader socialista sulla vittoria del sì.


Nell'aprile del 1990 il Comitato per il referendum elettorale, composto da Mario Segni, Augusto Barbera, Antonio Baslini, Aldo De Matteo, Marco Pannella e i Radicali, raccoglieva le firme per tre quesiti elettorali tendenti ad ottenere:
  • abrogazione della quota proporzionale della legge elettorale del Senato;
  • eliminazione della differenziazione tra il sistema elettorale previsto per i Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e quelli con popolazione superiore, estendendo anche a questi ultimi il sistema maggioritario con voto limitato previsto per i primi;
  • abrogazione della preferenza plurima per la Camera dei deputati.
Il terzo quesito era volto ad evitare che alleanze (non sempre limpide) tra i candidati, che spesso davano indicazioni di voto plurimo ai propri elettori, potessero danneggiare altri candidati, solo perché isolati. L'obiettivo, quindi, non era quello di abolire il voto di preferenza, ma solo quello di giungere ad un voto di preferenza unica, che consentisse ad ogni candidato di ottenere un risultato proporzionale alla sua effettiva, specifica popolarità, indipendentemente dai voti che avrebbe potuto eventualmente raccogliere dalla convergenza sul suo nome della seconda preferenza di elettori di altri candidati a lui vicini.

Celebri gli inviti di Craxi, Bossi ed altri ad «andare al mare» la domenica, invece di recarsi al seggio elettorale; nonostante questo, il 9 giugno 1991 gli italiani andarono a votare (62,5 % degli aventi diritto) e si espressero favorevolmente al cambiamento in misura straordinariamente larga: i sì superarono abbondantemente la maggioranza assoluta degli elettori; questo significa che, se anche tutti quelli che non si erano recati alle urne vi fossero andati e avessero votato "no", il risultato non sarebbe cambiato.

Testi da Wikipedia.
 
Immagine tratta dalla pagina Facebook di Largo Fochetti.

3 commenti:

la francesina ha detto...

Purtroppo il linguaggio usato è lo stesso che troviamo oggi nei giornali... ho una domanda Pazzo... Andiamo indietro o la situazione non evolve?

Enrico Maria Porro ha detto...

entrambe le cose, cara francesina.

la francesina ha detto...

sono preoccupata allora... siamo alla deriva e visto le elezioni in Francia, italiani e francesi sono sulla stessa barca... e la nave va!