venerdì 6 luglio 2012

Pillole di Letteratoura.

Continuano su Repubblica Sport le pillole di Letteratoura (copyright Nonunacosaseria) dell'inviato al tour Gianni Mura. Oggi, per esempio leggiamo che:
Niente di nuovo dal fronte. Mi scuso per l’immagine bellica, ma da queste parti ci sono cimiteri di guerra in abbondanza, e sarà così anche oggi, andando verso Metz. La Piccardia ha subito incursioni di romani, unni, franchi, normanni e fiamminghi, s’è beccata la guerra dei cent’anni e anche quella dei trenta, più le due mondiali. È seminata a morti. E anche a grano, lino, girasole, orzo, barbabietola, patate e colza. A Montdidier (foto) la corsa passa accanto al monumento (foto) che ricorda Antoine Parmentier, grande figura di studioso.

Aveva anche previsto la conservazione dei cibi tramite il freddo, aveva teorizzato l’estrazione dello zucchero dalla canna, ma il suo nome resta legato alla patata.
A Montdidier c’è nato anche Jimmy Casper, che vinse in volata la prima tappa del Tour 2006 (foto), ma è comprensibile che il monumento l’abbia strameritato Parmentier.

La patata, coltivata dagli Incas sulle Ande, arriva in Europa nel 1570 e non se la fila quasi nessuno. Ci vorranno più di due secoli perché i francesi, così fieri oggi delle loro pommes frites, si decidano a mangiarle.
Parmentier le aveva mangiate quando era prigioniero dei prussiani, nel corso della guerra dei sette anni (già, c’è stata pure questa) e, come molti francesi, era sopravvissuto decentemente. Nel 1771 propone per la prima volta la patata al posto del grano per un pane alternativo, ma ci vorrà ancora tempo. La prima coltivazione, autorizzata da Luigi XVI incontra l’ostilità delle monache confinanti, che ottengono dal re l’interruzione della coltivazione sperimentale.
Va ricordato che allora tutto quello che cresceva sottoterra era considerato imparentato col diavolo. Nella corte di Versailles la patata approda come pianta decorativa, i suoi fiori gentili finiscono nella parrucca di Maria Antonietta (foto).
Nel frattempo, il povero Parmentier continua a organizzare cene a base di patate, invano. Finché (se non è vero è ben trovato) riesce a vincere la diffidenza popolare con uno stratagemma. Di giorno chiede ai soldati di pattugliare il perimetro di coltivazione, e la gente si chiede cosa ci sarà mai di così prezioso in quel campo. Quando, appena fa buio, le guardie se ne vanno, il popolo decide che vale la pena di rubare quelle strane cose, di bollirle e di mangiarle. E così comincia l’irresistibile ascesa delle patate.

3 commenti:

gpp ha detto...

Grande Mura. Un divertente pezzo che collega linearmente il ciclismo e la patata. Come Campanile con gli asparagi e l'immortalità dell'anima.

nonunacosaseria ha detto...

un pezzo che ha fatto avvicinare al ciclismo anche rocco siffredi.

Rocco ha detto...

Grandissimo Nouna.