Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Buongiorno,
pur essendo un corrierofilo, ogni tanto mi addentro in Repubblica, con quell’atteggiamento di studio e finto distacco che a volte si prova verso quelle realtà altre che però in fondo si apprezzano.
Un po’ come un estimatore di BMW che si trova a guidare un’Audi.
Permettetimi questa piccola intrusione in merito all’articolo di Irene Maria Scalise di ieri 14/12/2012 Design – Maxi letto e mini studio.
Certo che con il problema del redivivo B alle porte, stare a parlare di certe cose sembra superfluo, ma un po’ di leggerezza ci vuole.
Ecco, mi sono sentito un po’ incompreso come categoria.
Per Scalise architetti e designer sono dei dittatori dell’estetica e dello stile di vita, mentre ora è finalmente possibile farsi la casa su misura cucita addosso alle proprie esigenze.
Mi spiace per lei che probabilmente conosce o frequenta solo questo genere di professionisti che a loro volta si dividono in due categorie:
1. quelli di scuro vestiti, con voglia di emulare alterità tipiche del nord europa, che spingono verso arredi minimal-natural-ecologici costosissimi e scomodissimi
2. quelli più tipicamente italiani, con la bici e la tracolla, occhiali e giacche di velluto volutamente lise qua e là, i cui progetti sono sempre opere concettuali ed esercizi di stile studiati a monitor ma mai verificati ex post come misure e comodità di utilizzo.
Beh, signora Scalise, ci sono anche persone migliori. Io credo che sia fondamentale ascoltare il cliente, capire e conoscere la sua famiglia, le abitudini, gli orari, le esigenze… E’ su questo che ho costruito il mio lavoro. Non credo di essere il solo. E provo grande soddisfazione quando le persone apprezzano il nuovo spazio di vita, le soluzioni pensate per loro, la funzionalità dove non pensavano potesse esserci.
E poi chi sono questi uomini e donne veri che secondo lei da oggi possono finalmente cucirsi addosso la casa su misura. Vediamo come li descrive:
- i bambini/ragazzi stanno davanti alla televisione e ai videogiochi
- le donne vogliono un pc, il wifi e tanti accessori per starsene in un ambiente isolato e indisturbato (ma davvero?)
- gli uomini gestiscono il telecomando, vivono in una tana con la tv, le patatine e la birra (sic!)
Ma dai! E vogliamo che questi esseri, espressione di basse aspirazioni e grandi solitudini abbiano l’ardire di cucirsi la casa addosso?!
Ma non ne sarebbero capaci. Anche qui, come per i professionisti di cui sopra, credo e spero esistano milioni di persone migliori
Davvero… per quelli dell’articolo una birra fredda sarebbe già il massimo.
Cordialità Mattia Vittori
p.s. non possiedo né una BMW né un’Audi
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