Su Libero di oggi Maria Giovanna Maglie se la prende con Concita De Gregorio, per il pezzo sulla presentazione del libro di Bruno Vespa, alla quale era presente anche B.
Ecco quanto scrive la Maglie:
Naturalmente Concita è libera di scrivere quel che vuole e di essere
apprezzata per quello che scrive. Se il Cav le fa l’effetto che fa
l’aglio e la croce al vampiro non è certo una novità per chi conosca la
storia del giornalismo comunista patrio per il quale il Cav ha preso il
posto di Bettino nell’odio fazioso. Tuttavia un po’ di pudore a volte
viene richiesto anche a chi di solito gode di licenza di uccidere. È
successo questa volta, non infinite altre e magari peggiori volte.
Scrive Concita di «Una distesa di chiome bionde ad ogni gradazione di
ossigeno, dal platino al miele, impegnate nella lunga attesa della Sua
apparizione a carezzarsi vicendevolmente i capelli freschi di piastra ».
Sono Micaela Biancofiore e Laura Ravetto, Alessandra Mussolini e
Stefania Prestigiacomo, Annagrazia Calabria. C’è anche Rosi Mauro, che è
una moracciona, ma a Conchita serve citarla lo stesso come simbolo
della subalternità erotica e pilifera delle donne di destra. Scrive
ancora: «Tra il pubblico anziani calvi con un residuo di caschetto
bianco sulle spalle, vecchie fulve, giovani in pantacollant di
similpelle ». Non era il suo Scalfari l’anziano col caschetto bianco
sulle spalle, se n’è assicurata prima. Nemeno la chioma fulva era quella
della sua nota collega.
In particolare questa frase di Concita ha fatto incazzare la Maglie (ed è stata la miccia che ha fatto scattare il sondaggio intelligente di Libero):
«Tra il pubblico anziani calvi con un residuo di caschetto
bianco sulle spalle, vecchie fulve, giovani in pantacollant di
similpelle »
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