sabato 15 dicembre 2012

Maria Giovanna Maglie dà della razzista alla dolce Concita.

Su Libero di oggi Maria Giovanna Maglie se la prende con Concita De Gregorio, per il pezzo sulla presentazione del libro di Bruno Vespa, alla quale era presente anche B.

Ecco quanto scrive la Maglie:

Naturalmente Concita è libera di scrivere quel che vuole e di essere apprezzata per quello che scrive. Se il Cav le fa l’effetto che fa l’aglio e la croce al vampiro non è certo una novità per chi conosca la storia del giornalismo comunista patrio per il quale il Cav ha preso il posto di Bettino nell’odio fazioso. Tuttavia un po’ di pudore a volte viene richiesto anche a chi di solito gode di licenza di uccidere. È successo questa volta, non infinite altre e magari peggiori volte. Scrive Concita di «Una distesa di chiome bionde ad ogni gradazione di ossigeno, dal platino al miele, impegnate nella lunga attesa della Sua apparizione a carezzarsi vicendevolmente i capelli freschi di piastra ». Sono Micaela Biancofiore e Laura Ravetto, Alessandra Mussolini e Stefania Prestigiacomo, Annagrazia Calabria. C’è anche Rosi Mauro, che è una moracciona, ma a Conchita serve citarla lo stesso come simbolo della subalternità erotica e pilifera delle donne di destra. Scrive ancora: «Tra il pubblico anziani calvi con un residuo di caschetto bianco sulle spalle, vecchie fulve, giovani in pantacollant di similpelle ». Non era il suo Scalfari l’anziano col caschetto bianco sulle spalle, se n’è assicurata prima. Nemeno la chioma fulva era quella della sua nota collega.

In particolare questa frase di Concita ha fatto incazzare la Maglie (ed è stata la miccia che ha fatto scattare il sondaggio intelligente di Libero):

«Tra il pubblico anziani calvi con un residuo di caschetto bianco sulle spalle, vecchie fulve, giovani in pantacollant di similpelle »

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