lunedì 1 luglio 2013

Il caustico sarcasmo di Michele Serra.

Riportiamo dal blog Postille:

L’ennesimo arroccamento di Michele Serra su posizioni che Lorenzo Guadagnucci definisce, giustamente, reazionarie, è L’amaca dello scorso 25 giugno. Pur leggendo abbastanza regolarmente Repubblica, è quella una rubrica che non seguo e Serra si ostina a fornirmi argomenti validi per continuare a non farlo. Anche lui, ormai, è visto da molti suoi ammiratori come una “grande firma” che non sbaglia mai un colpo. A me, invece, sembra che stia perdendo gran parte del suo acume a favore di uno scontato perbenismo ammantato di “caustico” sarcasmo.

L’ultima amaca che ricordo è quella che conteneva l’anatema dell’ex fondatore di Cuore contro Twitter. Un altro “svarione”, per usare un eufemismo. Ma se in quel caso Serra denotava la consapevole volontà di semplificare e banalizzare un fenomeno complesso come Twitter, a partire dall’analisi di uno solo dei suoi possibili utilizzi – il commento live di un programma televisivo – nel caso di Edward Snowden e del cosiddetto Datagate c’è qualcosa in più. In queso caso, la conoscenza approssimativa di un fenomeno si trasforma esplicitamente nell’adesione ad una specifica visione politica. Meglio: del ruolo della politica, delle prerogative del governo, del rapporto tra libertà individuali e ingerenze statali.

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