mercoledì 11 settembre 2013

Odifreddi demolisce la lettera del Papa.

In attesa della risposta di Scalfari alla lettera di Papa Francesco, leggiamo quella di Piergiorgio Odifreddi sul suo blog all'interno di repubblica.it:

Papa Francesco ha scritto una lettera a Eugenio Scalfari, che gli aveva rivolto alcune domande a proposito della fede. Naturalmente, dopo alcuni mesi di pontificato ormai sappiamo che Jorge Mario Bergoglio è un parroco simpatico e mediatico, ma non un teologo o un pensatore: cioè, è la persona giusta per attirare i semplici con gesti semplici, ma la persona sbagliata per rispondere profondamente a domande profonde.

Benché presentata come un “dialogo aperto con i non credenti”, la sua lettera è dunque piuttosto un “dialogo fra sordi”. Anzitutto, per la sua confusione di fondo, tra “fede” e “cristianesimo”. Sembra infatti che per Bergoglio i due termini siano sinonimi, e che egli non riesca nemmeno a immaginare concezioni astratte della divinità, quali il Deus, sive natura di Spinoza, o il Logos degli stoici, o anche solo lo Jahvé degli ebrei: e infatti, quando parla di questi ultimi, si limita a citare la loro perseveranza nella propria fede anche durante la shoah.

Per Bergoglio l’unico Dio è Gesù Cristo: come lo raccontano le Lettere di Paolo, che non l’ha mai incontrato, o il Vangelo di Giovanni, che (come Scalfari faceva notare) è ancora più allegorico dei tre sinottici, ed è tutto dire! Nessuna parola sulla storicità di Gesù, data evidentemente per scontata anche per un non credente. Nessuna parola sui suoi supposti miracoli, in particolare su quella resurrezione senza la quale “la fede sarebbe invano”. Niente sui dogmi che in fondo caratterizzano il cattolicesimo rispetto ad altre denominazioni cristiane: cioè, proprio sugli aspetti che ci si aspetterebbe di dover affrontare con i non credenti.

Invece, dopo aver asserito che la fede non propone verità assolute, sulla base di un gioco di parole secondo cui “la verità è relazione”, Bergoglio afferma, anzitutto, che “la verità fa il credente umile”. E poi, che “Dio è realtà con la “R” maiuscola, e Gesù ce lo rivela”: come se questo non fosse appunto un tronfio esempio archetipico (o meglio, due) di una supposta verità assoluta.

E su questa base, Bergoglio pretenderebbe di aver fatto “un tratto di strada insieme al non credente”. In realtà (con la “r” minuscola), ha semplicemente ripetuto una delle prediche da parroco che elargisce ogni giorno a Casa Santa Marta. Buone per coloro che vogliono appunto lasciarsi cullare dalla solita musica dal pifferaio magico, ma certo inutili per coloro che vogliano veramente affrontare un discorso ad armi pari su fede e ragione. Per questo, ci vuol altro che un Bergoglio: “Ridateci Ratzinger!”, si potrebbe ben dire.

Piergiorgio Odifreddi

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