Durata: 13'01”
Ci siamo. È l'ultimo giorno del Diretùr da Diretùr.
La newsroom è strapiena come la circostanza merita.
Guizzo finale del Diretùr che non manca di stupirci. “Oggi abbiamo il privilegio, insieme con i lettori,
perché tutto quello che abbiamo fatto non l'abbiamo fatto per noi stessi, di sfogliare – come facciamo
tutte le mattine – le pagine di Repubblica, ma di farlo sfogliando il primo numero da cui si ricavano alcune lezioni che riguardano il giornalismo, che riguardano il nostro giornale, la nostra vita e le generazioni che si sono susseguite qui dentro”.
“Domattina vi lascerò lavorare e andrò in giro con le mani in tasca per la prima volta dopo vent'anni,
però ci vedremo ancora insieme in riunione”. Sorride il Diretùr, prova a sciogliere la tensione, ma
l'abbiamo visto commosso e sentita la voce incrinata in alcuni passaggi.
Si alternano gli stati d'animo. Le risate sono liberatorie, prevale il senso forte di appartenenza ad una
comunità consapevole di una svolta che produce commozione. Logica e comprensibile, d'altra parte. Piega il veterano Bernardo Valli, nonostante le esperienze anche drammatiche di cui è stato testimone. Pervade Massimo Riva, nel giorno dei 40 anni di “Repubblica” su cui ha scritto – se non sbagliamo – fin dall'inizio.
Le foto fissano i momenti indimenticabili per l'album dei ricordi.
lacrime.
Ma “domattina – come ricorda il Diretùr – verremo insieme qui, perché Mario (Calabresi n.d.F.) mi ha chiesto di entrare insieme in riunione”.
E noi continueremo il racconto.
E noi continueremo il racconto.
Visto si stampi
@Frank201410
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