lunedì 13 febbraio 2017

Federica Angeli, Mario Natangelo e la libertà di espressione.

A noi del blog una cosa che ci piace fare è informarci, sull’Italia e sul mondo. 
E non solo su Repubblica e L’Espresso, che anzi più di qualche volta abbiamo anche criticato, ed aspramente. Lo facciamo via web e sui giornali. 

Una cosa di cui conosciamo bene il significato è: inchiesta giornalistica. 

D’altronde leggendo Repubblica e L’Espresso ci siamo abituati più che bene. I migliori giornalisti d’Italia in questo ramo ci scrivono o ci hanno scritto tutti. Conosciamo anche bene il concetto di satira, che consiste non nel far necessariamente ridere, ma nel deridere il potere. Ad esempio sulla querelle Charlie Hebdo vs Amatrice (non importa quanto brutte siano le vignette) e Charlie Hebdo vs strage di Rigopiano, sempre e solo Charlie, la satira o la si difende o si fa a meno, al massimo come dice Stefano Disegni più che la censura potè l’autocensura se le vignette sono di cattivo gusto. Di certo <<tutti hanno diritto alla critica, all’invettiva, anche all’offesa[…]. [ Quelli invece che difendono e attaccano la satira a giorni alterni ndr] Loro sono Ghisberto, il vignettista risposta italiana a Charlie Hebdoche può essere giudicato dai suoi disegni >> (davvero, andate a vedere).

Quello che invece ci piace meno, anzi proprio detestiamo, è quando un partito politico, una sezione di un partito, o una qualunque protesi legata alla politica, si mette ad attaccare persone che lavorano per la stampa, sia cartacea che web, in maniera strumentale ed anche parecchio ipocrita e filistea. 

E’ capitato con Federica Angeli, di cui stimiamo profondamente le capacità giornalistiche ed investigative e ne capiamo, sebbene non fino in fondo è ovvio, le difficoltà. Una giornalista omaggiata recentemente da Attilio Bolzoni, in un articolo proprio sulla mafia di Ostia (foto sotto). E ci rallegriamo quando vi è solidarietà verso chi fa un mestiere stupendo, e nel suo e di tanti altri casi anche parecchio rischioso.


Sia ben chiaro, un giornalista deve essere responsabile di ciò che scrive, è sempre il “quarto potere”. Se scrive nefandezze o menzogne, è giusto sanzionarlo. In Italia abbiamo da una parte una lunga tradizione di giornalismo non solo investigativo di prim’ordine, dall’altro una sequenza lunga di pennivendoli al servizio del potere, dai tempi degli anni di piombo e anche prima, come ammoniva Ernesto Rossi.
Tutta la nostra solidarietà va quindi a Emiliano Fittipaldi, che sia ben chiaro non è sotto attacco per le “polizze”, ma bensì perché dalla pubblicazione dell’inchiesta sul sindaco ombra della capitale Raffaele Marra (foto sotto), è iniziata la slavina che rischia di travolgere Virginia Raggi. Solidarietà non a tutti però, perché bisogna pur discernere il grano dal loglio. E difatti alcuni, di cui conosciamo il modus operandi, con una orrida prima pagina sul sindaco di Roma, ci hanno confermato una volta di più le nostre idee.


Abbiamo solidarizzato con Will Nonleggerlo, dopo che era stato accusato di ogni nefandezza da gente invece che nel M5S meriterebbe di militare nel Tea Party, dove credono ancora alla teoria creazionista.

E in questi giorni la nostra solidarietà e la vicinanza va a Mario Natangelo, un vignettista che lavora soprattutto per il Fatto Quotidiano. E’ oggettivamente molto bravo Mario Natangelo: capace di far ridere, anche con ironia amara, riflettere, addirittura commuovere. I suoi reportage non sono mai banali ed anzi molto godibili. Cosa è accaduto negli ultimi giorni?
Che a seguito di una vignetta (sotto) in cui si parodiava l’ex premier che, incurante del ridicolo, strumentalmente ricordava all’inizio del proprio discorso all’assemblea del Pd una sola delle vittime della strage all’Hotel Rigopiano, Jessica Tinari, il nostro vignettista è stato attaccato in modo ipocrita e anche abbastanza squallido, attaccando con lui anche “Il Fatto Quotidiano”, che nello specifico non c’entra nulla. Vero è che Natangelo lavora per questo giornale, ma la vignetta in questione non è mai stata pubblicata. Ma da chi è stato attaccato?


In primis i Giovani e molto educati e rispettosi Democratici dandogli del cinico. Bellissima, si fa per dire, la chiusa del post su Facebook della futura classe dirigente italiana, ma magistrale la risposta di Natangelo che merita di essere riproposta per intero “I Gentili Democratici mi danno del cinico (quindi cinico non è chi usa i morti per la propaganda politica ma il vignettista che lo dipinge per quello che è: per ma va benissimo…), mi salutano con un abbraccio (che ricambio, Gentili Democratici) e mi spiegano che le loro nonne gli hanno insegnato che “essere Gentili è più importante che avere ragione”. Le mie nonne mi hanno insegnato a ragionare con la mia testa e non con la tessera che (non) ho in tasca.”
Non male i commenti dei sedicenti Democratici, una violenza verbale scaturita dalla rabbia che forse andrebbe meglio incanalata e per cose più importanti che per le critiche al proprio Caro Leader.
Poi ci si mette l’avvocato, il quale inizia la storiella della vignetta che mai è stata pubblicata sul cartaceo. Successivamente arriva la censura di Zuckenberglandia. Infine non poteva mancare la Maestra del sedicente giornalismo televisivo italiano, Barbara D’Urso, sulla quale ogni commento risulta superfluo, sarebbe come darle importanza.


Quindi in sintesi: se ad attaccare strumentalmente la stampa è il M5S, tutti giustamente a criticare. Invece una lettura strumentale da parte dei GGiovani del PD su una vignetta, con tanto di ban da Facebook ( che per un vignettista è un modo ormai imprescindibile di farsi conoscere) è normale.
Sui giovani democratici vorrei raccontare un episodio. Nella città in cui vivo nel 2014 ci sono state le elezioni comunali. Naturalmente era tutto un volantinare. Un giorno in centro incappo in un militante vecchia scuola del PD e allora decido di fare un test. Ne scaturisce una visione non benevola della città nonostante ci fosse al governo il centrosinistra, cioè il suo partito, con una critica anche al candidato sindaco, una sorta di dinosauro della prima repubblica a livello locale. In breve una discussione politica molto pacata ma molto corretta e che ha spaziato su tanti argomenti. Si notavano ad occhio nudo anni e anni di militanza, volantinaggio, competenza e passione. Pochi giorni dopo incappo invece in uno di questi giovani democratici: mi parla di cambiamento nella gestione della città, di rottamazione. Insomma il solito corollario di banalità. Quale cambiamento intendesse non era ben chiaro, essendo che all’epoca il centrosinistra veniva da 8 anni ininterrotti di governo e presentava un candidato che era presente in consiglio dal 1982, cioè da ben prima della nascita del piccolo volantinatore.

Ha proprio ragione Natangelo: meglio non avere tessere, così si pensa con la propria testa e non con quella dei superiori.

Ellelle

1 commento:

Anonimo ha detto...

D'accordo, ma Natangelo ci sta marciando. Facebook infatti è una piattaforma privata e, secondo il contratto che Natangelo ha accettato come utente, può cassare chi vuole. Notare che, nel suo altro account Facebook, Natangelo è rimasto libero di agire. Non mi piace chi chiagne e fotte.