A me la grafica della nuova Repubblica di carta piace molto. Amo molto gli spazi bianchi tra titolo e testo. Sono invece un po' sconfortato dal numero di pagine: ma davvero credono che la gente legga più del 30% di quel faldone? Forse volevano solo fare i fenomeni il primo giorno.
Riccardo Falcinelli (grafico, autore di “Cromorama”)
Riccardo Falcinelli (grafico, autore di “Cromorama”)
La nuova "Repubblica" è bellissima e elegante. Layout chiaro, ordinato e porta un po' di respiro da magazine nel quotidiano. Bravi!
Luca Pisapia (giornalista)
Luca Pisapia (giornalista)
Adesso dico qualcosa sulla Nuova Repubblica, per il quotidiano che ha fatto del gigantismo - speculare all'ipertrofico ego del suo fondatore - la sua ragione di esistenza, dal foglione enorme della nascita alla serie di magazine, pubblicità, inserti, vhs, libri, sezioni, raddoppi, qui si arriva al punto di non ritorno, l'orizzonte degli eventi: enormi pagina bianche che non contengono più nulla, solo una foto, piccoli sommari e l'articolo che nel nuovo font - quanto di più sbagliato cambiarlo visto che il lettore vuole sentirsi rassicurato anche visualmente - scompare definitivamente, si dissolve, non c'è più. Con un restyling grafico che è identico a quello del britannico The Independent - che inventare qualcosa pareva brutto - prima di fallire, in epoca di postverità (già old, lo so) Repubblica diventa il primo postquotidiano, un giornale dove scompare la notizia, non nel senso che viene taciuta, ma che è scritta con l'inchiostro simpatico del font eugenio per potersi perdere nell'enorme pagina bianca, vuota, criogenizzata, simbolo dei tempi che viviamo. la Nuova Repubblica è in pratica solo un raccoglitore di pubblicità, è il magazine di foto patinate che ha divorato dall'interno il giornale, ma non è riuscito a digerirlo per il troppo bianco, accecante, è un foglio bianco attaccato con certosina perfezione nei corridoi di un autogrill, qualcosa davanti cui passare distrattamente, alla ricerca di un prodotto fatto meglio: un pacchetto di patatine, o il Corriere dello Sport
ps. è un piacere notare che se la vecchia Repubblica moriva con l'intervista in ginocchio di Mario Calabresi ad Al Sisi, la nuova nasce già morta con l'intervista in ginocchio dello stesso autore a Mariano Rajoy, un chiaro posizionamento a destra che non tradisce la lunga storia di giornale, anzi, solo che da oggi è su pagina bianca.
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