Uno però lo riportiamo anche qui:
Caro FS,
auspichi "un foglio liberal rappresentativo di una moderna classe produttiva, tesa ad un futuro senza muri e ideologie novecentesche". Guarda che un foglio così c'è già, ed è IL FOGLIO di Giuliano Ferrara. Ferrara è un libertino che sta sempre con il potente di turno, infatti è un ateo papista già comunista già craxiano già informatore CIA già ministro del pregiudicato Berlusconi, l'amico di Dell'Utri (che è in galera perché "faceva da cerniera fra il gruppo Berlusconi e la MAFIA", così la sentenza). La borghesia rappresentata da Repubblica invece crede ai valori della legalità: per questo l'endorsement di Scalfari a Berlusconi non è stato vissuto come un banale paradosso dai suoi lettori storici, ma come un grave tradimento di certi ideali. Di Maio non mi piace perché è politicamente un incapace e professa valori di destra che non condivido, ma non è un criminale. Certi confini vanno tracciati e difesi, e le ideologie novecentesche non c'entrano nulla. C'entra la democrazia Scusa lo sfogo, ma la franchezza a volte aiuta a evitare certe confusioni. Buon lavoro.
Riccardo Lenzi
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Caro Lenzi,
non pensavamo certo a una malacopia né del Fatto, anche se alcuni editorialisti come Massimo Giannini sono incamminati su quella strada, né del Ferrariano il Foglio.
Repubblica per storia, comunità, valori, non ha niente a che fare con il Foglio e non auspichiamo conversioni ad incerti e discutibili valori.
Noi però crediamo che il futuro editoriale di Repubblica debba essere quello di un grande giornale liberal e di opinione dove l’attualità sia ridotta a favore di analisi e commenti.
Un giornale che faccia discutere e arrabbiare, che sia linfa vera di cambiamento e che non abbia correnti e partiti da proteggere o per cui tifare.
Un giornale in cui vi sia spazio ogni giorno anche per opinioni diverse e contrarie (ricordiamo che Scalfari aveva aperto un “ diverso parere” per una grande firma come Alberto Ronchey) e che sia una tribuna aperta per chi avrà voglia di leggere senza verità precostituite in tasca.
Un giornale, e lo diciamo senza scadere nel banale del già scritto, che coltivi il dubbio.
Speriamo di avere allontanato con queste righe il fantasma di un nuovo Foglio che con Claudio Cerasa è diventato un giornale elegante e fertile di idee.
Non solo.
Riteniamo che le parole di Carlo De Benedetti siamo offensive per Eugenio Scalfari e peri lettori di Repubblica.
Non crediamo che la comunità di Repubblica sia entrata in crisi esistenziale e morale per l’opinione di Scalfari su Berlusconi.
Noi abbiamo il nostro pensiero e ci sembra interessante confrontare, discutere, o criticare il pensiero di una firma così prestigiosa.
Nessuna crisi, ma carne e sangue, come vorrebbe CdB.
Oppure dobbiamo stracciarci le vesti perché qualche firma eccellente la pensa diversamente da noi?
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Caro Lenzi,
non pensavamo certo a una malacopia né del Fatto, anche se alcuni editorialisti come Massimo Giannini sono incamminati su quella strada, né del Ferrariano il Foglio.
Repubblica per storia, comunità, valori, non ha niente a che fare con il Foglio e non auspichiamo conversioni ad incerti e discutibili valori.
Noi però crediamo che il futuro editoriale di Repubblica debba essere quello di un grande giornale liberal e di opinione dove l’attualità sia ridotta a favore di analisi e commenti.
Un giornale che faccia discutere e arrabbiare, che sia linfa vera di cambiamento e che non abbia correnti e partiti da proteggere o per cui tifare.
Un giornale in cui vi sia spazio ogni giorno anche per opinioni diverse e contrarie (ricordiamo che Scalfari aveva aperto un “ diverso parere” per una grande firma come Alberto Ronchey) e che sia una tribuna aperta per chi avrà voglia di leggere senza verità precostituite in tasca.
Un giornale, e lo diciamo senza scadere nel banale del già scritto, che coltivi il dubbio.
Speriamo di avere allontanato con queste righe il fantasma di un nuovo Foglio che con Claudio Cerasa è diventato un giornale elegante e fertile di idee.
Non solo.
Riteniamo che le parole di Carlo De Benedetti siamo offensive per Eugenio Scalfari e peri lettori di Repubblica.
Non crediamo che la comunità di Repubblica sia entrata in crisi esistenziale e morale per l’opinione di Scalfari su Berlusconi.
Noi abbiamo il nostro pensiero e ci sembra interessante confrontare, discutere, o criticare il pensiero di una firma così prestigiosa.
Nessuna crisi, ma carne e sangue, come vorrebbe CdB.
Oppure dobbiamo stracciarci le vesti perché qualche firma eccellente la pensa diversamente da noi?
Temiamo che il tema sia di più larga portata e che Berlusconi e la Politica siano solo inciampi temporanei.
Il vero problema, su cui sarà il caso di aprire un serio dibattito, è racchiuso in questa domanda:
Riuscirà il giornale di carta a sopravvivere nell’era di Internet?
E ancora:
Come aiutare le giovani generazioni a leggere?
Sono due argomenti apparentemente banali che racchiudono però i nodi del tema che dovremo al più presto affrontare. E non solo qui su PPR.
E con una urgente e non rinviabile domanda: che fare?
PS e se decidessimo di piantarla con i giudizi morali politici e un po’ criptici sulle parole di Eugenio Scalfari?
È libero di esprimere ciò che crede. Punto
E noi anche.
FS
PS e se decidessimo di piantarla con i giudizi morali politici e un po’ criptici sulle parole di Eugenio Scalfari?
È libero di esprimere ciò che crede. Punto
E noi anche.
FS
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