martedì 5 dicembre 2017

Ancora sulla carlodebenedettiade.

Prosegue la carlodebenedettiade. Trovate succosi commenti in calce a questo post di ieri.

Uno però lo riportiamo anche qui:

Caro FS, 

auspichi "un foglio liberal rappresentativo di una moderna classe produttiva, tesa ad un futuro senza muri e ideologie novecentesche". Guarda che un foglio così c'è già, ed è IL FOGLIO di Giuliano Ferrara. Ferrara è un libertino che sta sempre con il potente di turno, infatti è un ateo papista già comunista già craxiano già informatore CIA già ministro del pregiudicato Berlusconi, l'amico di Dell'Utri (che è in galera perché "faceva da cerniera fra il gruppo Berlusconi e la MAFIA", così la sentenza). La borghesia rappresentata da Repubblica invece crede ai valori della legalità: per questo l'endorsement di Scalfari a Berlusconi non è stato vissuto come un banale paradosso dai suoi lettori storici, ma come un grave tradimento di certi ideali. Di Maio non mi piace perché è politicamente un incapace e professa valori di destra che non condivido, ma non è un criminale. Certi confini vanno tracciati e difesi, e le ideologie novecentesche non c'entrano nulla. C'entra la democrazia Scusa lo sfogo, ma la franchezza a volte aiuta a evitare certe confusioni. Buon lavoro.

Riccardo Lenzi
----

Caro Lenzi,

non pensavamo certo a una malacopia né del Fatto, anche se alcuni editorialisti come Massimo Giannini sono incamminati su quella strada, né del Ferrariano il Foglio.

Repubblica per storia, comunità, valori, non ha niente a che fare con il Foglio e non auspichiamo conversioni ad incerti e discutibili valori.

Noi però crediamo che il futuro editoriale di Repubblica debba essere quello di un grande giornale liberal e di opinione dove l’attualità sia ridotta a favore di analisi e commenti.

Un giornale che faccia discutere e arrabbiare, che sia linfa vera di cambiamento e che non abbia correnti e partiti da proteggere o per cui tifare.

Un giornale in cui vi sia spazio ogni giorno anche per opinioni diverse e contrarie (ricordiamo che Scalfari aveva aperto un “ diverso parere” per una grande firma come Alberto Ronchey) e che sia una tribuna aperta per chi avrà voglia di leggere senza verità precostituite in tasca.

Un giornale, e lo diciamo senza scadere nel banale del già scritto, che coltivi il dubbio.

Speriamo di avere allontanato con queste righe il fantasma di un nuovo Foglio che con Claudio Cerasa è diventato un giornale elegante e fertile di idee.

Non solo.

Riteniamo che le parole di Carlo De Benedetti siamo offensive per Eugenio Scalfari e peri lettori di Repubblica.

Non crediamo che la comunità di Repubblica sia entrata in crisi esistenziale e morale per l’opinione di Scalfari su Berlusconi.

Noi abbiamo il nostro pensiero e ci sembra interessante confrontare, discutere, o criticare il pensiero di una firma così prestigiosa.

Nessuna crisi, ma carne e sangue,  come vorrebbe CdB.

Oppure dobbiamo stracciarci le vesti perché qualche firma eccellente la pensa diversamente da noi?

Temiamo che il tema sia di più larga portata e che Berlusconi e la Politica siano solo inciampi temporanei.

Il vero problema, su cui sarà il caso di aprire un serio dibattito, è racchiuso in questa domanda:

Riuscirà il giornale di carta a sopravvivere nell’era di Internet?

E ancora:

Come aiutare le giovani generazioni a leggere?

Sono due argomenti apparentemente banali che racchiudono però i nodi del tema che dovremo al più presto affrontare. E non solo qui su PPR.
E con una urgente e non rinviabile domanda: che fare?
PS e se decidessimo di piantarla con i giudizi morali politici e un po’ criptici sulle parole di Eugenio Scalfari?

È libero di esprimere ciò che crede. Punto

E noi anche.

FS

1 commento:

g. amato ha detto...

Segnalo un articolo di Piroso sulla debenetteide pieno di commenti di redattori anonimi di Repubblica. Lo trovi su La Verità di oggi 5 dicembre