sabato 20 gennaio 2018

De Benedetti aggiunge altra carne al fuoco.

Oggi nella pagina dei commenti appare una breve lettera di CDB che svela un retroscena in risposta all'intervista di ieri a Scalfari.

Appena a fianco, la nota del CdR che conferma la decisa presa di posizione di Repubblica.

Approfittiamo di ciò per tornare anche noi brevemente sulla vicenda.

La nota di oggi di CDB prosegue l'inspiegabile stillicidio di velenose accuse. Una guerra di cui ci sfugge il significato.

Se è vero, come dice Scalfari nell’intervista di ieri a Merlo, che Calabresi è stato scelto da CDB, beh c'è da dire che il buon Mario l’ha presa bene.

Il suo editoriale di ieri è un capolavoro di equilibrio e lascia la porta aperta al disgelo.
Ci chiediamo però cosa sia scattato in CDB per bollare in modi così bruschi e arroganti, il giornale e il direttore. Ah, a saperlo.

Abbiamo letto con molta attenzione l’intervista del vegliardo Scalfari e abbiamo trovato un uomo come al solito ironico colto, pieno di vita e curioso. Non l’uomo dipinto quasi con disprezzo generazionale da Carlo De Benedetti.

C'è in giro parecchia gente più rincoglionita del Fundadòr, non scherziamo.


2 commenti:

ross ha detto...

Bè, però ha ragione CdB: il retroscena omesso da Scalfari faceva pendere la bilancia in un senso sbagliato. Adesso il CdR invita a cessare la polemica, ma credo che a nessuno sia sfuggita la minaccia di CdB dalla Gruber: "Scalfari con me deve solo star zitto". E' ovvio a questo punto che ci siano cose che non si possono dire in pubblico e che entrambi sanno. Mi sembra che Scalfari, da intellettuale libertino qual è, ci giochi, ben sapendo che CdB mai potrà confessare cose che inguaierebbero anche lui. Spero ovviamente di sbagliarmi.

Calaber ha detto...

Caro Pazzo, a proposito della vicenda CdB, Scalfari, Repubblica, si può provare a dire che tutta questa polemica ha già stancato? In fondo (e a ben vedere), non accade nulla di molto diverso di ciò che si verifica nel centro-sinistra: una guerra fratricida che fa il gioco dei concorrenti (politici e, in questo caso, editoriali). Se Repubblica ha rappresentato (e in gran parte ancora rappresenta) l’opinione pubblica che, grosso modo, si riconosce in quella parte politica, il minimo sindacale è chiedere che non ne assuma anche i molti vizi e le pochissime virtù. Se l’elettore di centro-sinistra è disorientato (e ogni ora di più ha la tentazione di non recarsi alle urne), analogamente il lettore prova qualche smarrimento e, come è tentato di fare l’elettore con le urne, pensa anche lui se non sia il caso, almeno per un po’, di lasciare deserte pure le edicole.