lunedì 14 ottobre 2019

“Quando il gioco si fa duro… i duri cominciano a giocare…” - La terza parte del racconto testimonianza dell'ex marciatore Raffaello Ducceschi.

Pubblichiamo la terza parte di un lungo articolo-racconto firmato dall'ex marciatore Raffaello Ducceschi, che dopo aver letto questo recente articolo di Emanuela Audisio apparso su Repubblica del 1 ottobre scorso (foto sotto) sul problema del caldo atroce che ha sconvolto i recenti mondiali di atletica leggera, ha deciso di dire la sua sul problema delle temperature bollenti durante le competizioni.

CAPITOLO 3

Dopo la gara (la 50 km alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 ndr) io e Sandro Bellucci gli chiediamo “Maurizio, ma non ti sei spugnato?” “sì certo!” risponde, “quanto?” insistiamo “molto!” e noi scettici “…ma molto quanto?” “mah…all’inizio una spugna… alla fine anche 4 o 5…” Ciccillo ed io… prendevamo i secchi…

Ernesto Canto, l’oro della 20 km che non pativa il caldo si prese anche lui la sua insolazione… a circa 10 km dal traguardo vedo davanti a me, in mezzo al percorso di gara un gruppo di messicani con chitarra e sombreros camminando… non capisco “Qatsho fanno?”… mi avvicino al mio ritmo…in mezzo Ernesto, lentissimo… il pubblico messicano lo incoraggia “venga Ernesto!” andavano molto più forte di lui… se lo cercate sulla Sepulveda è ancora lì che arriva…

…scusate devo ricordare un curioso fatto statistico… sembra che a Los Angeles i marciatori italiani arrivano sempre 3º e 5º: 1932, 50 km, Fringerio 3º, Rivolta 5º; 1984, 20 km Damilano 3º, Mattioli 5º; 50 km, Bellucci 3º ed io 5º…potenza dei numeri…

Postilla per la famiglia Damilano: a Doha Sandro Damilano ha vinto un’altra valanga di medaglie come allenatore della squadra cinese… Maurizio Damilano, se non sbaglio è ancora il campione che ha vinto il maggior numero di medaglie dell’Atletica Leggera Italiani… Ma Sandro come allenatore ha vinto tutte le medaglie di Maurizio… poi un’altra grande quantità con atleti italiani… ma da quando ha incominciato ad allenare la squadra cinese il numero è esploso… sono decine e decine…sospetto che come famiglia sono un caso unico nelle sport mondiale… agli statistici l’arduo calcolo…

Ma allora? l’acua in sü i cujun! 

Facciamo solo gare al fresco? per marciatrici e maratonete? (includo i maschi nel generico femminile… oramai c’è pure la 50 di marcia… siamo tutte uguali…f emmine e maschi…) e no! ci sono i 100 metri! ci sono anche i salti! Quelli vogliono il caldo! per un mondiale al fresco ce n’è uno al caldo… uno per resistenti e uno per esplosivi che al freddo si rompono… allora dobbiamo fare solo gare “tiepidine”? una via di mezzo? accontentiamo tutti o… scontentiamo tutti? Ma poi… siamo sicuri che proprio tutti le marciatrici e le maratonete vogliono il fresco?

Comincio da me… io preferivo il caldo… perché? perché pativo il caldo…proprio non lo sopportavo! per tutta la mia adolescenza sognavo le spugne… da Allievi e Junior non te le davano mai… mentre sudavo e soffrivo nelle gare estive S-ragionavo coi giudici… “a partir dai 20 km” dicevano… ma Qatsho! “a partir dai 20 km le spugne sono OBBLIGATORIE! sotto i 20 son facoltative in base al clima!” invece quelli (Strohntsi) interpretavano il regolamento in senso inverso restrittivo “sotto i 20 km spugne per nissün!” (i miei giudici erano lombardi)

il mio allenatore da ragazzino, Aldo Musazzi “el Müsass” per i milanesi, veterano della guerra d’Africa e della 100 km di marcia ci insegnava il suo trucco segreto: “mi…quan faseva cald… ciapavi la spügna piena d’acqua frègia…aprivo i pantaloncini e sciaff strissavi l’acua in sü i cujun! e zam ! … partivi come un lampo”… non lo dimenticai mai e lo feci spesso..

regola numero 1: spugnarsi sempre… in casi estremi, sui coglioni troppo caldi…
(il trucco segreto del Müsass)

Nella foto qui sotto Ducceschi durante il Campionato Italiano di marcia 50 km nel 1984 a Palermo. Si classificò primo con il tempo di 3h43'


Postilla 5 per i coglioni: cerchiamo di capirli, sono importanti, la natura gli ha affidato il futuro…questi grandi competitori… s i giocano tutta la sopravvivenza della specie in una sola maratona… provateci voi a vincere all’esordio contro più di un milione di competitori agguerriti… se i testicoli si scaldano troppo… si prendono un colpo di calore e non arrivano più a congiungersi con la loro dolce metà… l’ovulo… allora capite che è importanissimo che rimangano a temperatura più o meno costante… come fare?… allora la selezione naturale (come direbbero Darwin o Telmo Pievani) ha sviluppato un meraviglioso ed imperfetto congegno… lo scroto… questo sacchettino… se fa freddo si restringe, se fa caldo si allunga… le palle van su e giù come due ascensori… ed ecco spiegato fisiologicamente il trucco segreto del Müsass… In una lunga gara di resistenza al caldo i suddetti pendagli, mentre quelli del pubblico si squagliano nella noia dell’attesa… quelli del campione (qui è d’obbligo il generico maschile) corrono il rischio di torrefazione… una spugnata di acqua fredda… o anche il contenuto di una bottigliata ghiacciata ha l’effetto di una sferzata… riparti come un razzo…ve lo garantisco! …ditelo ai giovani… ricordate il trucco del Müsass! … per i maschi… e le femmine? … non lo so… lascio alle più creative il compito di sperimentare cosa spugnarsi…

Poi passai Senior e arrivarono i frullati di fegato e gli spugnaggi...

... con anni di ritardo e scoprii che se mi spugnavo solo io… gli altri scoppiavano e io andavo da dío… Los Angeles lo dimostra:
a Los Angeles ero tra i favoriti ma andai pianissimo… non per il caldo, il caldo lo sentii poco, (vedi i coglioni) ma per l’anemia (lo scoprii l’anno dopo col dottor Rodolfo Tavana, poi “refurtiva” del Milan calcio che lo rubò all’atletica… mi trovò sempre anemico, e mi curava con frullati di fegato crudo… a me il fegato piace… va in giro ancora adesso a dirlo in conferenza “avevo un’atleta che beveva frullati…”) a Los Angeles feci un tempo che al fresco sarei arrivato 20º… ma si ritirarono tutti… (17 arrivati e 17 tra ritirati e squalificati) e arrivai 5º…Grazie Caldo!

Gli anni seguenti cercai invano una rivincita in gare fredde nel canale di Irlanda, a Stoccarda e a New York… mentre mi allenavo per i Mondiali di Roma 1987 ascoltavo con il walkman Jimi Hendrix “Where are you when in the hot come Summer?” pensavo al calore romano, mi gasavo, e macinavo km…

A Roma 1987 per la prima volta le marciatrici gareggiavano sui 10 km anziché sui 5 km… gara più lunga il caldo picchia di più… gara di pomeriggio afoso… le marciatrici avevano (finalmente) per la prima volta i rifornimenti in gara ma non erano abituate… se poi non c’è la spugna puoi buttarti in testa l’acqua da bere… ma erano inesperte… passarono dalla strada afosa, ai tunnel più freschi e poi dentro il calderone insopportabile dello Stadio Olimpico… io stavo guardando la gara col campione australiano Andrew Jachno, carissimo amico, incoraggiando sua moglie Lorraine…lei entra nel tunnel… noi entriamo nello stadio correndo, usciamo nelle tribune… e sento Andrew che grida “oh My God! that’s Lorraine” non capisco cosa vuole dire… le marciatrice son piccoline, lontane in pista, non si distinguono… poi vedo che mi indica che sullo schermo gigante dall’altra parte dello stadio c’è un occhio gigante grande 5 metri… aveva riconosciuto credo l’iride della moglie (potenza dell’amore sportivo) ripresa in primissimo primo piano dal cameramen… era crollata al suolo svenuta nell’afa romana… ì a 100 metri dal traguardo, troncata dallo sbalzo termico e dall’inesperienza… ma mica era sola… Giuliana Salce la campionessa mondiale indoor insidiata da Maria Grazia Orsani, giovane promessa di Afragola, campana, entrambe suonate come una suddetta (ma in senso musicale e non geografico) campana… cadevano al suolo, tra i vasi di fiori del rettilineo dell’arrivo, marciatrici di ogni nazionalità… tutte quelle che non si erano idratate…

Qui trovate il reportage di quella gara infernale firmato per Repubblica da Emanuela Audisio

Qui trovate un filmato in cui si vede l'arrivo nello Stadio Olimpico di Lorraine Jachno. Il filmato è arricchito dal commento di Abdon Pamich invitato come esperto e che risponde alle domande del commentatore RAI.

Nella foto sotto la folla stipata sulle tribune dello Stadio Olimpico attende l'arrivo delle marciatrici


Io empatizzo con le amiche marciatrici… ho sempre empatizzato con le donne… con i maschi meno… sono avversari… soffro per le amiche svenute in gara… ma mi frego le mani… “Where are you when in the hot come Summer?” …
Mi frego le mani… ma solo fino al giorno in cui il commissario tecnico Enzo Rossi ci comunica “partenza della 50 km alle 7 di mattino” ..7+4=11… arrivo verso le 10 e quaranta del mattino…”Comeeee?…oh ma Enzo! Ma siete tutti Scemi? Qatsho facciamo? organizziamo i mondiali per far vincere i tedeschi dell'est e i russi?”

Sì avete capito bene: è arrivata l’ora di fare Outing anche per me…
…ho fatto truccare i mondiali di Roma per andare a medaglia…lo confesso…


Non ricordo se ho proprio detto “siete tutti scemi” a Enzo Rossi… era il Boss… il CT… ma ero moooolto incazzato e più o meno il senso era quello…
Qatsho! ma cambiate la partenza! Noi andiamo forte col caldo! Cambiate l’orario! ma Mettetela alle 9! così arriviamo… (9+4 ore…10, 11, 12…) alle 13! ma fateci partire alle 10 così arriviamo alle 14! e andiamo a nozze!”… Enzo Rossi non rispose...

Raffaello Fabio Ducceschi

FINE TERZA PARTE

La prima parte la trovate qui

La seconda la trovate qui

Nessun commento: