sabato 12 gennaio 2008

Gabriele Romagnoli va a puttane.



Gran pezzo di Romagnoli, oggi su Repubblica, all'interno di un'inchiesta su come il mestiere più antico del mondo si riuscito a sfruttare il fenomeno della rete. All'inchiesta ha contribuito Vladimiro Polchi.

Ecco il pezzo di Romagnoli:

Sabrina, la fidanzata di tutti raccontata nei forum dai fan
di GABRIELE ROMAGNOLI

Come un autore viziato dalla critica, alla prima recensione fredda Sabrina ha reagito duramente, accusando il suo mancato adoratore e andando in vacanza all'estero, dove sicuramente sapranno apprezzarla. Sabrina RM non scrive libri. Meglio, non ancora, anche se avrebbe molto da raccontare. Riceve in casa i clienti che la scelgono nel catalogo on line. Era, fino poco fa, la regina del sito. La più amata, letteralmente, dagli italiani, con un indice di gradimento vicino al 100%. Si mostrava in decine di foto con abbigliamenti intimi e si lasciava coccolare da decine di commenti entusiasti alle sue prestazioni, descritte con linguaggio da iniziati e precisione, beh, non da gentiluomini. Di lei si conoscevano le misure anatomiche e gli animali domestici, le doti di conversatrice e la passione per Internet. Eccessiva, ha giudicato qualcuno, accusandola di distrarsi ogni volta che il computer segnalava aggiornamenti alla sua pagina. Ecco: il suo caso rappresenta il punto più avanzato nel passaggio della prostituzione dalla strada al web. La seconda è destinata a superare la prima, raddoppiando il numero di professioniste negli ultimi anni, ma forse anche segnando l'inizio della propria fine. Il gioco più vecchio del mondo ha nuove regole, e i giocatori si adeguano. La prostituzione tradizionale era un appuntamento al buio: quello di un viale notturno o di una casa sconosciuta a cui il cliente andava attratto da annunci sul giornale redatti con la tecnica di quelli immobiliari (non esistono catapecchie).

Le professioniste della strada hanno escogitato metodi per nascondere i difetti e far risaltare le virtù: attendono nell'ombra, scoprono quanto hanno di meglio, promettono più di quel che manterranno. Quelle delle inserzioni gettano l'esca degli aggettivi e delle misure non verificabili. La delusione tendeva agguati. On line, invece, ogni professionista dettaglia disponibilità e tariffe, esibisce un portfolio fotografico, dove può o meno scoprire il volto, ma rivela sempre il resto. Può bluffare, certo. Una volta sola, però. Chi viene beffato e trova una donna diversa o la stessa dieci anni o venti chili dopo mette on line un'allerta che scoraggia i futuri consumatori.

Già archiviati nel cassetto della nostalgia i bordelli, ci stanno finendo i tragitti in auto davanti ai falò. Resteranno nei fotogrammi di "Paolo il caldo" e nelle evocazioni di Vittorio Gassman nel "Sorpasso" ("Ma chi, quella con la frezza bianca, ci vai pure tu?").

Come per molti altri aspetti dell'esistenza, Internet rende tutto più accessibile e trasparente. Il rapporto tra prostituta e cliente è rimasto a lungo coperto dal pudore di lui e dal "segreto professionale" di lei. Ora i cataloghi svelano gli arcani. Con qualche sorpresa. Dal lato dell'offerta scompare il luogo comune per cui le mercenarie non baciano: lo garantiscono e lo fanno. Gli uomini ci tengono molto perché, alla fine della lettura di un centinaio di recensioni, la cosa che più desiderano, durante quell'ora da trecento euro, non appartiene a nessuna delle sequenze obbligate dei film porno. La domanda si concentra su una sigla: GFE. Sta per "girl friend experience", ossia "sentirsi come se si fosse con la propria fidanzata". Il mercato si adegua. È un processo di aggiornamento continuo, con la velocità che soltanto il web può garantire. Una recensione toglie un punto perché "lei non teneva il cellulare spento" e dalla successiva si precisa che "adesso lo fa".

Chi si rivela "poco passionale" ritrova energia. Le più stizzose intervengono di persona precisando: "Non posso essere la stessa con tutti, se quel tale non ha gradito è perché lui non era all'altezza". Il cliente della strada torna a casa e, Gassman a parte, non dice a nessuno quel che gli è successo. Protetto dall'anonimato, quello del web non tace nulla, è un consumatore pignolo che compila il sondaggio sul prodotto appena comprato, con in più una specie di coscienza di classe: vuole evitare fregature agli altri come lui o condividere con loro le stesse gioie. Usa un linguaggio colorito, ma non osceno, qualche volta cede alla tenerezza e nell'ultima riga, dopo una cronaca nuda e cruda, aggiunge parole d'affetto per la donna che ha incontrato.

Anche la prostituta del web è diversa da quella della strada. All'altra bastava cambiare gli abiti o il trucco. Questa modifica la galleria fotografica, facendosi ritrarre in nuove pose, comunica gli spostamenti di orario e sede, precisa le disponibilità, ribatte alle critiche.

Come per ogni altro settore di Internet, dietro la trasparenza si nasconde un secondo strato di inganni. Molte delle recensioni sono fasulle: alcune ragazze o loro sodali scrivono il proprio auto elogio o stroncano la concorrenza. Nei forum circolano sospetti, i gestori dei siti rintracciano e denunciano pubblicamente i falsari e le loro protette. Alcune, smascherate, si ritirano per ricomparire qualche tempo dopo con un nome diverso, una galleria fotografica in cui risultano irriconoscibili e qualche prestazione inedita, oltre all'assicurata GFE.

D'altronde, tutto il gioco si regge sulla falsità. Provate a chiedere a dieci uomini che conoscete se sono mai stati con una donna a pagamento. Nove risponderanno di no. Il decimo è quello che tiene in piedi da solo un giro d'affari di miliardi. Ogni tanto le forze dell'ordine "scoprono" una di queste attività, che per anni ha messo inserzioni a pagamento su giornali a larga diffusione. Molti dei siti di escort sono stati chiusi e hanno riaperto con una minima variazione dell'indirizzo. I motori di ricerca fanno la correzione automaticamente, ma gli inquirenti stanno ancora cercando le nuove sedi elettroniche.

Sabrina almeno sembrava sincera, sia nel proporsi con tanto ardore e con le foto del Natale scorso ai Caraibi, sia nella delusione per aver ricevuto qualche appunto che giudicava immeritato. Si è esposta senza esporre nessun altro: sia detto a suo merito, non ha tenuto un blog con le proprie esperienze. È che il mondo, specie da quando esiste Internet, tritura personaggi a velocità raddoppiata. Bill Clinton, uno che se ne intende di donne, di Internet e di pubblica esposizione dice che "si ha fame solo di nuove storie". Così ora fa furore Annabella, ma già c'è chi, dopo tutti gli entusiasmi, "si aspettava di più".

(12 gennaio 2008) - La Repubblica

1 commento:

Anonimo ha detto...
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