lunedì 19 ottobre 2009

Markette.



Ai feticisti di Repubblica, oggi proponiamo il nuovo libro di Giuliano Foschini (cronista di Repubblica Bari) I quindici passi e per farlo vi rimandiamo all'interessante recensione che ne fa la sua collega di Repubblica Napoli Cristina Zagaria.

ps: i quindici passi sono quelli dall'ultimo cancello dell'Italsider e/o Ilva (a Taranto si chiama ancora in entrambi i modi senza distinzione) al cimitero di Brunone, prima "frontiera" del quartiere Tamburi e accesso alla città.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Da buon Salentino riconosco i benefici che l'Italsider ha portato in questa terra quanto a posti di lavoro.
In ogni paesino del leccese non si trova un autobus o una littorina che ti porti nel capoluogo, ma c'è sempre un pullman che ti porta a Taranto, per lavorare all'Italsider.
Ma quanto abbiamo pagato nella nostra terra,in vite umane, per avere quei posti di lavoro?
Quanti operai sono saliti sul pullman e non sono tornati a casa o sono tornati con malattie croniche.
I bambini di Taranto alzano la testa e vodono il fumo uscire dalle ciminiere; il fumo esce dalle ciminiere e si deposita nei loro polmoni.
A Taranto, a due passi dal centro storico,c'è un'accaieria come un monumento e le ciminiere come menhir.
Che se ne parli.

Anonimo ha detto...

Anonimo, che scrivi un così bel commento, anzitutto grazie, e poi, perché non ti scegli un'identità e partecipi riconoscibilmente al blog di Enrico? C'è qui una tendenza formalista fin troppo accentuata (la sottoscritta ne è parte), e competenze come la tua porterebbe solo del bene. Se tu fossi un famoso ed unico "Anonimo" a tutti noto tranne che a me, chiedo umilmente scuso.

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Salentino anonimo, fatti vivo più spesso e come dice Caterina (for President)scopriti e partecipa a questo esperimento di resistenza antiberlusconiana.

aghost ha detto...

il caso dell'Iitalsider temo non sia isolato. Anche qui in Trentino, nel dopoguerra, c'era fame soprattutto di lavoro. Si sono fatte dighe ovunque, poi è arrivata l'industria, quella chimica inclusa. E abbiamo avuto la Sloi, dopo molti anni (e dopo tanti morti di silicosi) chiusa d'imperio dopo che si liberò una nube tossica sopra Trento.

Le industrie hanno inquinato i terreni nei dintorni della città. Solo ora, dopo decenni, ci si rende conto dei danni. Ma il numero preciso dei morti, e degli ammalati gravi, non lo consceremo mai.

Prima c'era la carne da cannone, poi è venuta la carne da industria.