“Caselle riprendere a volare”. Così scrivere su dorso di Torino penna-che-scrive-a-caso. Noi di PPR essere troppo pignoli? Forse così, certo qualcuno dovere studiare grammatica italiana.
Augh. GPP
5 commenti:
Anonimo
ha detto...
Refusi, l'infinito numero: il box "Venerdì" è affidato incautamente ad Aquaro: "Topolino si scopre finalmente cattivo". Come al solito, AA riprende una vaccata del NYT, ma, sia pure in poche righe, sia lui che i correttori di bozze (probabilmente inesistenti) di dànno dentro alla grande:
1) "Epic Michey"; 2) "Burt Simpson", un errore frequente a cui non ho ancora imparato a rassegnarmi.
Fossi il mio prof. del ginnasio, correggerei anche quel "universalmente conosciuto in tutto il mondo", risibile pleonasmo.
Fossi snob, direi che il NYT ce lo possiamo vedere da soli, comodamente online, e da soli possiamo scegliere quali articoli leggere e quali non leggere ("After Mickey’s Makeover…" il primo della lista). E infatti, lo dico.
Quanto a mancanze di Rep., dov'è oggi la pagina delle recensioni dei film? E' o non è venerdì?
E più in generale, aprendo e riaprendo nuove o vecchie ferite:
1) come mai una feticista anche della Domenica del Sole 24 Ore (ve ne sono altri, in questo blog" potremmo formare una mini-setta…), cioè di un inserto di recensioni, non legge mai l'"Almanaccco dei Libri", o come si chiama, del sabato? Sono solo io, o c'è qualcosa che non va, a cominciare dalla grafica, e dalla rarità di collaboratori esterni, e dalla selezione dei libri recensiti -- insomma da tutto?
2) Ritorno su una questione già sfiorata poco tempo fa, poiché un evento recente ne ha dimostrato la drammatica attualità: come mai Rep. non ha una vera e propria rubrica di critica televisiva degna di questo nome, e ha invece il piccolo box "Canal Grande", e neanche tutti i giorni? Il tragico evento recente è l'orripilante "Pinocchio" di Rai1. Tutti ne avrete sentito parlare, alcuni avranno avuto la sventura di vederne l'inizio (come me), o qualche brano. Ebbene, in questo casi, quando uno ha visto in faccia l'orrore *esige* che il giorno dopo, sul suo giornale prediletto, ci sia chi fa giustizia: chi dia un nome al disagio, chi spieghi la sofferenza, e soprattutto chi riscatti il dolore emanando la dura sentenza e al contempo eseguendola, giudice e carnefice al tempo stesso. Ma NULLA di tutto ciò troviamo nel "Canal Grande" di Antonio Dipollina (martedì 3 novembre, p. 65). In passato, alla sottoscritta è capitato di criticare lo stile di Dip.; ma qui si tratta non solo di stile, ma anche di contenuto. La prima colonnina non dice nulla sulla fiction; dice 1) che è utile a "misurare la distanza col passato" (Comencini, 1972), ma non dice neppure se nel bene o nel male; 2) considera le difficoltà incontrate dagli autori nel ridurre "Pinocchio" in due sole puntate. Seconda colonnina: si passa al giudizio critico: 1) gli autori "hanno scelto soluzioni discutibili finché si vuole [eccolo lo stile blog: noi possiamo farlo, tu no, Dip.] ma non dannose"; e cioè? 2) Bob Hoskins, "uno di cui si guarderebbero anche i filmini delle vacanze [e rieccolo; e poi: ma sei pazzo? BH: attore americano in totale decadenza] ma decisamente circoscritto [sic] nelle circostanze": eh? cosa significa? 3) "la Littizzetto-Grillo che *fa simpatia*": unanimemente stroncata da "Lotta comunista" a "Entomology Today": e qui sorge il dubbio: lo ha visto davvero, il film? 4) "il bimbo inglese protagonista che attrae chi di dovere": cioè chi? 5) "la storia nella storia del Collodi-Gassman jr.", come il resto, "non dannosa."
Dopo di che, quanto a critica televisiva, non serve a nulla il commento di Edmondo Berselli del 4 novembre, in prima pag. "Perché Pinocchio batte il Grande Fratello", serie di banalità assortite che non dicono nulla sul film; explicit del tutto condivisibile, ma un po' scarno quando ad analisi critica: "… scegliere 'Pinocchio', anche se come film fa pietà". (p. 63, paginata di Leandro Palestini ad esaltazione del trionfo del Pinocchio di Sironi.)
Leggere il "Secolo XIX" di ieri per trovare una vera analisi del "Pinocchio", Roberto Fedi, p. 21 -- ed è per questo peraltro che la faccenda, già dimenticata, mi è tornata alla mente.
Per me Dipollina va anche bene; le sue "Schermaglie" fanno sorridere; è ovvio che è bravo e simpatico. E' "Canal Grande" che non basta. Ci vuole una rubrica quotidiana (e "Canal Grande non lo è) di critica televisiva ben fatta, scritta in linguaggio giornalistico preciso, e non troppo ridondante di ammiccamenti e furberie giovaniloidi.
3) Ancora TV: la pagina dei "Programmi" è inadeguata. 1) La sistemazione grafica è inspiegabilmente arretrata rispetto a Corriere e altri. 2) Le indicazioni su Film del giorno e Programmi capricciosamente selettive: per es., perché non posso sapere di cosa parla stasera Lucarelli? Chi ha Sky sa benissimo chi c'è da Letterman: perché ripeterglielo? Chi c'è invece dalla Dandini? qualcuno? nessuno?
Se scrivo Beniamino Placido a cosa pensate? "il Fatto Quotidiano" dedica due rubriche alla tv. Nella prima, "Tele Comando" Paolo Ojetti passa in rassegna i tre Tg della Rai (l'aveva fatto per un po' di tempo a "l'Unità"). La seconda: "Il peggio della diretta" esamina un programma specifico (mercoledì scorso trattava del Pinocchio televisivo). Leggo entrambe con piacere, come tutte le serie rubriche che si occupano di critica televisiva (ah Saviane, Saviane). Sono d'accordo con Caterina che mi permetto di elogiare pure io, dopo il Feticista Supremo, s'intende, per l'accuratezza della sua analisi.
Consentitemi anzitutto un applauso per il commento di GPP al citato refuso. Grande! Eppoi, standing ovation per il regale ritorno di Caterina! Quanta carne al fuoco!
Soprassediamo su Aquaro, a lui è stato affidato "incautamente" ben più di un box. Una sede di corrispondenza negli Usa! Follia. Credo che l’incostanza, assolutamente detestabile in quanto si trascina da tempo, della pubblicazione della rubrica cinematografica sia destinata ad essere risolta domani con l’arrivo del nuovo inserto R2 Cult, pubblicizzato oggi con un paginone intero, e che promette di assorbire anche l’Almanacco dei Libri allargando nel contempo il raggio d’azione a cinema, musica, dvd ed altro. In tal modo si dovrebbe riuscire anche a dare ordine alle recensioni musicali che appaiono senza ordine e spazio adeguato sulle pagine degli spettacoli: l’ultimo CD di Dalla l’altro ieri è stato relegato in un modesto colonnino. Da parte mia pretendo solo che questo nuovo inserto rimanga attivo anche l’estate, quando di recensioni (cinematografiche in primis) non se ne vede più una. Speriamo poi che sfruttino l’occasione per richiamare Aquaro dagli Usa ed affibbiargli una rubrica sul rock... Riguardo all’Almanacco dei Libri, è un inserto che non ha mai avuto grande personalità e quel poco di appeal che aveva all’inizio è andato perduto quando gli hanno drasticamente ridotto le pagine. Se posso dire, io esprimo rimpianto per l’inserto Mercurio curato da Nello Ajello, partito con grande fanfara nel 1989 e poi sotterrato dopo qualche anno in mesto silenzio. Sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore avrei qualche perplessità. In alcune parti è veramente insostenibile.
Su Dipollina, pur avvertendo i limiti dell’impostazione della sua rubrica, continuo a difenderlo. Rimane, a parer mio, in grado di far capire cosa pensa di quanto ha visto. E’ vero però, come dice Caterina, che dovrebbe dare una ripulita al suo linguaggio ed essere un po’ meno ammiccante. Aggiungo, a margine, che io non avvertivo l’urgenza di una stroncatura di Pinocchio (per il quale, parafrasando Flaiano, dico: non l’ho visto e non mi piace!), mentre è possibile invece che Dipollina l’abbia visto controvoglia e manifestato attraverso quella superficiale critica il suo disinteresse (ingiustificato nel caso, visto che è pagato per recensire anche quello che non gli interessa). Vero è che, come rileva Caterina, lo spazio dedicato alla rubrica è diventato fin troppo angusto ed è ancor più faticoso accettare che la pagina dei programmi sia buttata via lì, senza cura alcuna e senza attenzione verso i nuovi canali visibili sul digitale terrestre (penso all’interessante Rai 4, per citarne solo uno). E stride, questa stringatezza, con la sontuosa paginata dedicata alle previsioni metereologiche, che si estendono fino ai tre giorni successivi, e coprono tutto il mondo. Sarebbe invece molto intelligente recensire i TG, come segnala l’ottimo Frank. Repubblica impegna efficacemente Dipollina su questo versante solo nei momenti di maggior tensione politica. Invece, una simile rubrica quotidiana sarebbe di vitale importanza in un momento in cui i due dei tre TG Rai fungono da megafono al governo e in un paese ove il 70% degli elettori si forma la propria opinione politica guardando i TG (dati Censis).
Per quanto riguarda Berselli, a me pare uno dei più inutili e sopravvalutati commentatori di Repubblica. Non ricordo un suo commento di rilievo o che mi abbia spinto a qualche riflessione.
5 commenti:
Refusi, l'infinito numero: il box "Venerdì" è affidato incautamente ad Aquaro: "Topolino si scopre finalmente cattivo". Come al solito, AA riprende una vaccata del NYT, ma, sia pure in poche righe, sia lui che i correttori di bozze (probabilmente inesistenti) di dànno dentro alla grande:
1) "Epic Michey";
2) "Burt Simpson", un errore frequente a cui non ho ancora imparato a rassegnarmi.
Fossi il mio prof. del ginnasio, correggerei anche quel "universalmente conosciuto in tutto il mondo", risibile pleonasmo.
Fossi snob, direi che il NYT ce lo possiamo vedere da soli, comodamente online, e da soli possiamo scegliere quali articoli leggere e quali non leggere ("After Mickey’s Makeover…" il primo della lista). E infatti, lo dico.
Quanto a mancanze di Rep., dov'è oggi la pagina delle recensioni dei film? E' o non è venerdì?
E più in generale, aprendo e riaprendo nuove o vecchie ferite:
1) come mai una feticista anche della Domenica del Sole 24 Ore (ve ne sono altri, in questo blog" potremmo formare una mini-setta…), cioè di un inserto di recensioni, non legge mai l'"Almanaccco dei Libri", o come si chiama, del sabato? Sono solo io, o c'è qualcosa che non va, a cominciare dalla grafica, e dalla rarità di collaboratori esterni, e dalla selezione dei libri recensiti -- insomma da tutto?
2) Ritorno su una questione già sfiorata poco tempo fa, poiché un evento recente ne ha dimostrato la drammatica attualità: come mai Rep. non ha una vera e propria rubrica di critica televisiva degna di questo nome, e ha invece il piccolo box "Canal Grande", e neanche tutti i giorni? Il tragico evento recente è l'orripilante "Pinocchio" di Rai1. Tutti ne avrete sentito parlare, alcuni avranno avuto la sventura di vederne l'inizio (come me), o qualche brano. Ebbene, in questo casi, quando uno ha visto in faccia l'orrore *esige* che il giorno dopo, sul suo giornale prediletto, ci sia chi fa giustizia: chi dia un nome al disagio, chi spieghi la sofferenza, e soprattutto chi riscatti il dolore emanando la dura sentenza e al contempo eseguendola, giudice e carnefice al tempo stesso. Ma NULLA di tutto ciò troviamo nel "Canal Grande" di Antonio Dipollina (martedì 3 novembre, p. 65). In passato, alla sottoscritta è capitato di criticare lo stile di Dip.; ma qui si tratta non solo di stile, ma anche di contenuto. La prima colonnina non dice nulla sulla fiction; dice 1) che è utile a "misurare la distanza col passato" (Comencini, 1972), ma non dice neppure se nel bene o nel male; 2) considera le difficoltà incontrate dagli autori nel ridurre "Pinocchio" in due sole puntate. Seconda colonnina: si passa al giudizio critico: 1) gli autori "hanno scelto soluzioni discutibili finché si vuole [eccolo lo stile blog: noi possiamo farlo, tu no, Dip.] ma non dannose"; e cioè? 2) Bob Hoskins, "uno di cui si guarderebbero anche i filmini delle vacanze [e rieccolo; e poi: ma sei pazzo? BH: attore americano in totale decadenza] ma decisamente circoscritto [sic] nelle circostanze": eh? cosa significa? 3) "la Littizzetto-Grillo che *fa simpatia*": unanimemente stroncata da "Lotta comunista" a "Entomology Today": e qui sorge il dubbio: lo ha visto davvero, il film? 4) "il bimbo inglese protagonista che attrae chi di dovere": cioè chi? 5) "la storia nella storia del Collodi-Gassman jr.", come il resto, "non dannosa."
Dopo di che, quanto a critica televisiva, non serve a nulla il commento di Edmondo Berselli del 4 novembre, in prima pag. "Perché Pinocchio batte il Grande Fratello", serie di banalità assortite che non dicono nulla sul film; explicit del tutto condivisibile, ma un po' scarno quando ad analisi critica: "… scegliere 'Pinocchio', anche se come film fa pietà".
(p. 63, paginata di Leandro Palestini ad esaltazione del trionfo del Pinocchio di Sironi.)
Leggere il "Secolo XIX" di ieri per trovare una vera analisi del "Pinocchio", Roberto Fedi, p. 21 -- ed è per questo peraltro che la faccenda, già dimenticata, mi è tornata alla mente.
Per me Dipollina va anche bene; le sue "Schermaglie" fanno sorridere; è ovvio che è bravo e simpatico. E' "Canal Grande" che non basta. Ci vuole una rubrica quotidiana (e "Canal Grande non lo è) di critica televisiva ben fatta, scritta in linguaggio giornalistico preciso, e non troppo ridondante di ammiccamenti e furberie giovaniloidi.
3) Ancora TV: la pagina dei "Programmi" è inadeguata. 1) La sistemazione grafica è inspiegabilmente arretrata rispetto a Corriere e altri. 2) Le indicazioni su Film del giorno e Programmi capricciosamente selettive: per es., perché non posso sapere di cosa parla stasera Lucarelli? Chi ha Sky sa benissimo chi c'è da Letterman: perché ripeterglielo? Chi c'è invece dalla Dandini? qualcuno? nessuno?
Grazie Cate, un ritorno alla grande!
Schiaffoni secchi e meritati. A quelli di Rep, ovviamente...
Se scrivo Beniamino Placido a cosa pensate?
"il Fatto Quotidiano" dedica due rubriche alla tv. Nella prima, "Tele Comando" Paolo Ojetti passa in rassegna i tre Tg della Rai (l'aveva fatto per un po' di tempo a "l'Unità"). La seconda: "Il peggio della diretta" esamina un programma specifico (mercoledì scorso trattava del Pinocchio televisivo).
Leggo entrambe con piacere, come tutte le serie rubriche che si occupano di critica televisiva (ah Saviane, Saviane).
Sono d'accordo con Caterina che mi permetto di elogiare pure io, dopo il Feticista Supremo, s'intende, per l'accuratezza della sua analisi.
Consentitemi anzitutto un applauso per il commento di GPP al citato refuso. Grande!
Eppoi, standing ovation per il regale ritorno di Caterina! Quanta carne al fuoco!
Soprassediamo su Aquaro, a lui è stato affidato "incautamente" ben più di un box. Una sede di corrispondenza negli Usa! Follia.
Credo che l’incostanza, assolutamente detestabile in quanto si trascina da tempo, della pubblicazione della rubrica cinematografica sia destinata ad essere risolta domani con l’arrivo del nuovo inserto R2 Cult, pubblicizzato oggi con un paginone intero, e che promette di assorbire anche l’Almanacco dei Libri allargando nel contempo il raggio d’azione a cinema, musica, dvd ed altro. In tal modo si dovrebbe riuscire anche a dare ordine alle recensioni musicali che appaiono senza ordine e spazio adeguato sulle pagine degli spettacoli: l’ultimo CD di Dalla l’altro ieri è stato relegato in un modesto colonnino. Da parte mia pretendo solo che questo nuovo inserto rimanga attivo anche l’estate, quando di recensioni (cinematografiche in primis) non se ne vede più una. Speriamo poi che sfruttino l’occasione per richiamare Aquaro dagli Usa ed affibbiargli una rubrica sul rock...
Riguardo all’Almanacco dei Libri, è un inserto che non ha mai avuto grande personalità e quel poco di appeal che aveva all’inizio è andato perduto quando gli hanno drasticamente ridotto le pagine. Se posso dire, io esprimo rimpianto per l’inserto Mercurio curato da Nello Ajello, partito con grande fanfara nel 1989 e poi sotterrato dopo qualche anno in mesto silenzio.
Sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore avrei qualche perplessità. In alcune parti è veramente insostenibile.
Su Dipollina, pur avvertendo i limiti dell’impostazione della sua rubrica, continuo a difenderlo. Rimane, a parer mio, in grado di far capire cosa pensa di quanto ha visto. E’ vero però, come dice Caterina, che dovrebbe dare una ripulita al suo linguaggio ed essere un po’ meno ammiccante. Aggiungo, a margine, che io non avvertivo l’urgenza di una stroncatura di Pinocchio (per il quale, parafrasando Flaiano, dico: non l’ho visto e non mi piace!), mentre è possibile invece che Dipollina l’abbia visto controvoglia e manifestato attraverso quella superficiale critica il suo disinteresse (ingiustificato nel caso, visto che è pagato per recensire anche quello che non gli interessa). Vero è che, come rileva Caterina, lo spazio dedicato alla rubrica è diventato fin troppo angusto ed è ancor più faticoso accettare che la pagina dei programmi sia buttata via lì, senza cura alcuna e senza attenzione verso i nuovi canali visibili sul digitale terrestre (penso all’interessante Rai 4, per citarne solo uno). E stride, questa stringatezza, con la sontuosa paginata dedicata alle previsioni metereologiche, che si estendono fino ai tre giorni successivi, e coprono tutto il mondo.
Sarebbe invece molto intelligente recensire i TG, come segnala l’ottimo Frank. Repubblica impegna efficacemente Dipollina su questo versante solo nei momenti di maggior tensione politica. Invece, una simile rubrica quotidiana sarebbe di vitale importanza in un momento in cui i due dei tre TG Rai fungono da megafono al governo e in un paese ove il 70% degli elettori si forma la propria opinione politica guardando i TG (dati Censis).
Per quanto riguarda Berselli, a me pare uno dei più inutili e sopravvalutati commentatori di Repubblica. Non ricordo un suo commento di rilievo o che mi abbia spinto a qualche riflessione.
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