L’altra sera, girovagando fra i canali, mi sono imbattuto in un volto ispirato che, dal palco di una piazza, inneggiava all’amore e urlava: entro il 2013 vogliamo vincere il cancro. Giuro, diceva proprio così. Vo-glia-mo vin-ce-re il can-cro. Non la disoccupazione. E nemmeno lo scudetto. Il cancro, «che ogni anno colpisce 250 mila italiani». Sulle prime ho sperato fosse il portavoce del professor Veronesi e ci stesse annunciando uno scoop mondiale. Così ho telefonato a uno dei 250 mila, un caro amico che combatte con coraggio la sua battaglia, e gli ho dato la grande notizia. Come no?, ha risposto, adesso però ti devo lasciare perché sono a cena con Vanna Marchi.
Ho degli amici molto spiritosi. Mi auguro che tutti i malati e i loro parenti la prendano allo stesso modo. E anche tutti i medici che in ogni angolo del pianeta si impegnano per raggiungere quell’obiettivo. In Italia con qualche problema in più, dato che il governo che entro tre anni intende vincere il cancro ha ridotto i fondi per la ricerca scientifica. Vorrei sorriderne, come il mio amico. Ma stavolta non ci riesco. Ho perso i genitori e tante persone care a causa di quel male. E allora: passi per le barzellette, le favole e persino le balle. Fa tutto parte del campionario di iperboli del bravo venditore e il pubblico ormai è assuefatto allo show. Ma anche a un’alluvione bisogna mettere un argine. Bene, per me il cancro rappresenta quell’argine. Non è: un milione di posti di lavoro. Non è: meno tasse per tutti. Il cancro è una cosa seria. E lui, che lo ha avuto e lo ha vinto, dovrebbe saperlo.
Massimo Gramellini su La Stampa di oggi. Ripetiamo: su La Stampa, purtroppo.
13 commenti:
Gramellini è sempre più bravo, ormai, da qualche anno.
Per Repubblica sarebbe un acquisto davvero di pregio...
IL GECO
Beh, La Busiarda si legge solo per lui ... e la cronaca della città, of course!
MC
Sicuri che B. il cancro lo ha vinto ?
Gramellini la pensa esattamente come il suo idolo Montanelli, come più volte ha rimarcato: non si riconosce in questa destra berluscona e sbrisolona, ma ha nel suo Dna solide idee liberali (ricordi l'incipit di un suo memorabile Buongiorno, "C'è la destra liberale che tutti vorremmo, e poi c'è quella che è al governo"?) Ricordo inoltre una dichiarazione della sua ex moglie Maria Laura Rodotà che lo bollava come "la persona più a destra che abbia mai conosciuto".
Invece è meglio che stia alla Stampa, a seminare qualche sano dubbio tra i lettori di quel giornale. Tanto possiamo leggerlo anche sul sito della Stampa ogni mattina senza aver problemi con la nostra coscienza di feticisti.
Pienamente d'accordo con Gabriele.
Il bravissimo Gramellini a Repubblica sarebbe di minor valore aggiunto rispetto alla Stampa. Dirò di più: bisognerebbe augurarsi che Gramellini andasse a scrivere sul Corriere per incrinarne la tetragona linea editoriale appaltata da tempo immemorabile alla pattuglia di finto-terzisti in servizio permanente effettivo.
A Repubblica abbiamo il grande Michele Serra che recentemente ha anche rispolverato le sue doti umoristiche che l'orrore dei tempi cupi che stiamo vivendo gli aveva fatto accantonare.
@Concordo con gli ultimi due interventi. Ricordo Gramellini tenere la rubrica de "La posta del cuore" sull'ultima pagina del Guerin Sportivo di alcuni anni fa, ormai.
Lo sto apprezzando da Fazio e se lui è di destra mi trovo confuso, perchè più lo ascolto e più mi trovo d'accordo con lui. Eppure sono di sinistra...
Ma forse la realtà è che attorno al buon senso non esistono destar e sinistra, non almeno questa pseudodestra.
@Frank
Beh, sai di destra detto da ML Rodotà ... che mi sembra sempre si sia fumata 1/2 etto di erba :-)Gramellini ha quell'aplomb che fa sembrare tutto facile, naturale, sereno e moderato. Sferza senza urlare, colpisce senza infierire, ecc ecc. E' una persona normale, spesso lo si incrocia al supermercato (quello vicino alla sede della Busiarda) a far la spesa.
Peraltro anche Serra spesso invoca a gran voce una destra "più di spessore". Non sarà che - come nel tennis - se hai un avversario migliore giochi meglio anche tu? Forse è questo che auspicano: un avversario degno di questo nome.
MC
@MC, impeccabile. Nulla da aggiungere, se non che MLR la trovo terribilmente indisponente, quando mi capita di ascoltarla.
Ma possibile che si debba quasi esigere la normalità? E' triste, no?
@Frank
Mi sembra che la "noramalità" - nel film "Mine vaganti" viene definita "una brutta parola" e in altri momenti mi sarei trovata d'accordo - oggi sia un obiettivo di tutto rispetto. In questo Paese più nulla è normale: non il governo, non l'opposizione, non la tv, non i giornali. Certo che mette tristezza e aggiungerei un certo senso di straniamento. Ma tant'è.
sorry la firma
MC
Scusate, Maria Laura Rodotà è la figlia del giurista Stefano ?
Essì, "figlia di" pure lei, di cotanto giurista, quello che ci ha maciullato le balle con la privacy, per cui per ogni scemenza ci obbligano a firmare moduli su moduli senza sapere perché e senza sapere dove finiranno le nostre firme, certi solo del fatto che continueremo a essere profilati come prima e più di prima.
Rodotà è il fine giurista che ha concesso la graziosa esenzione a telecom italia dal chiederci il consenso per il trattamento dei dati, indomito alfiere del mascheramento delle NOSTRE bollette telefoniche con gli asterischi, che dobbiamo pagare comunque, per così dire, sulla fiducia.
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