domenica 25 aprile 2010

Un mercoledì da leoni. E da feticisti.



Eccovi finalmente la cronaca dell'esperienza del nostro Feticista Supremo al Festival del Giornalismo di Perugia.

Ciao a tutti. Dirò subito una cosa che farà male a molti: il mondo del giornalismo è pieno di gente che se la tira. Ma per fortuna esistono anche alcuni esseri umani normali che di mestiere fanno i giornalisti. Detto questo, vi racconterò come sono andate più o meno le cose in questa esperienza che ricorderò per tutto il resto dei miei giorni.
Con me c'era Monica, la mia dolce metà, che si è divertita molto, oltre che rilassarsi e a godersi Perugia. Siamo partiti dalla stazione centrale di Milano con la Frecciarossa. Sulla banchina del binario a momenti mando ko con il mio troller Riccardo Montolivo, centrocampista della Fiorentina, che tornava a Firenze con la fidanzata. Riccardo, stuzzicato, mi ha confessato che secondo lui lo scudetto lo vince l'Inter. Non ero mai stato sulla Frecciarossa: la sensazione è quella di non andare poi così veloce come sembra vedendolo viaggiare stando giù. Intendo dire vedendolo passare quando si è in macchina in autostrada. Ti offrono anche da bere e da stuzzicare, dolce o salato, e ti regalano anche il giornale. Peccato che al nostro turno Repubblica fosse terminata e restavano solamente Libero e Il Giornale. Non ditelo a nessuno: ho preso Libero. Qualche posto dopo il mio ho trovato Riccardo Luna, direttore di Wired. Lui era presente a Omnibus su La7 quando parlarono di Pazzo Per Repubblica. Perugia è ogni volta più bella. E' la quarta volta, per me. La seconda per Monica. Una volontaria del Festival ci attende alla stazione per portarci al Brufani Palace Hotel, dove abbiamo la stanza e dove risiede il quartier generale del Festival.
Gran fermento tra i meravigliosi volontari del Festival. Saluto subito Arianna Ciccone, l'anima del Festival, colei che ha inviato a Minzolini una carriolata di lettere di protesta. Ricordate?
Da un taxi scende Antonio Tombolini, il moderatore del mio forum, lo saluto e poi facciamo un giro per Perugia. Incontriamo subito Vittorio Zambardino di Repubblica: l'occasione è ghiotta, ma lui è arrabboato con noi di PPR: "Siete dei dissacratori, finirete all'inferno...". Scherzava ovviamente. Poi aggiunge "Con me potete prendervela ancora per un mese". Colpa del prepensionamento. Ecco Vittorio Pasteris, organizzatore del Journalism Lab nonché colui che ebbe l'idea di invitarci al Festival. Mi racconta che lui adesso lavora a Genova, ma sempre per La Stampa. Alla sera andiamo a mangiare a spese del Festival al Ristorante La Rosetta, proprio dietro all'Hotel; due bocconi di roba locale e poi via in camera a vedere il secondo tempo di una partita memorabile.
Arriva il gran giorno: a colazione ecco là Luca Conti che imburra una fetta biscottata. Ci riconosciamo e buttiamo lì due cose. A un certo punto ecco arrivare in sala un tipo in canottiera e ciabatte. Monica è sconvolta. Ma dai! Quello è Wolfgang Achtner, giornalista americano della CNN. Sti americani, e giù di uova strapazzate. Alle dieci briefing tra i partecipanti al forum. Finalmente faccio la conoscenza di Stefano Bonilli, fondatore di Gambero Rosso, di Enrico Pagliarini, giornalista di Radio 24 e di Carlo Annese blogger e giornalista della Gazzetta dello Sport. Si decide chi dice cosa. Io butto lì l'idea di "cosa non si potrà fare più quando non ci saranno i quotidiani di carta", l'idea piace perché potrei essere il rovescio della medaglia del forum dedicato a e-book e iPad.
Arriviamo alla Sala Lippi. Monica sarà la mia reporter di giornata e Pasteris il cameramen. Un centinaio di persone sono curiose di ascoltarci. Comincia Bonilli raccontando la sua esperienza a New York quando s'è messo in fila alle cinque del mattino per comprare l'iPad. Il secondo sono io. Certamente mi avrete già visto nel filmato che ho pubblicato giovedì. Racconto l'idea del blog e faccio il famoso elenco (ormai già entrato nella storia) delle cose che non si potranno fare più etc...etc... Finisco mostrando all'uditorio una barchetta di carta di giornale che Monica mi ha costruito la sera prima al ristorante.
Segue Carlo Annese che si dilunga parecchio (come riconoscerà da solo) sul rapporto tra giornalismo e nuove tecnologie: anche lui ha un iPad acquistato negli States. L'ultimo è il mio omonimo Pagliarini che traccia un lucido rapporto tra e-books, iPad e giornalismo radiofonico. Alla fine di tutto non è sbagliato dire che è stato un violento spottone sull'iPad, il che ci ha portati a confessare che nessuno ha preso una lira da Steve Jobs.
Domande e interviste di rito. Torniamo in hotel e sbattiamo contro Oliveiro Beha: "Non conosco Pazzo Per Repubblica ma mi fa piacere che ci siate. Sta per uscire un mio libro con un intero capitolo dedicato al giornale di Scalfari". Che lo mandò via in malo modo qualche anno fa. L'ultimo che troviamo, prima di prendere il Minimetro per la stazione, è Fabrizio Summonte. Un incontro indimenticabile con una persona deliziosa che non sa cosa significa la parola tirarsela. Fabrizio ha un blog che vi consigliamo di leggere. E' tardi, Milano ci aspetta. E' stato un mercoledì da leoni. E da feticisti.

Comunque sia andata, sarà un successo.

3 commenti:

Barbapapà ha detto...

Ottimo resoconto, Feticista Supremo.
Una sola puntualizzazione: bevande, stuzzichini e giornali vengono offerti da Trenitalia solo in prima classe. E' ritenuto dalla compagnia un servizio talmente nobilitante che anche alle sei di mattina ti devi sorbire la litania del capotreno di turno che decanta le varie scelte a disposizione dei viaggiatori in prima classe, tra cui il prosecco Carpenè Malvolti. Alle sei di mattina?!

Direi che Stefano Bonilli può essere assunto come salesman dalla Apple...

Giorgio ha detto...

Bel resoconto. L'incipit è ottimo.

Enrico Maria Porro ha detto...

Grazie, troppo buoni.