giovedì 15 luglio 2010

Fattbook.



Per il Fatto più di 100 mila fan su Facebook (in un mese).

100mila fan. Questo il traguardo raggiunto oggi dalla pagina Facebook del Fatto Quotidiano. Un record, se si pensa che la nuova pagina (che ha sostituito quella de L’Antefatto) ha meno di un mese di vita: è nata infatti il 15 giugno scorso.

Con questi numeri il Fatto Quotidiano è già il secondo quotidiano italiano su Facebook per numero di fan: supera l’Unità (41mila fan); Il Sole 24 Ore (36mila); Il Corriere della Sera (26mila); il Giornale (12mila e 500) e La Stampa (6900). Inoltre con la media di 4mila interazioni quotidiane (commenti, “mi piace”, messaggi in bacheca), la nostra pagina è già la più “partecipata” tra quelle dei quotidiani italiani.

Se volete iscrivervi pure voi, accomodatevi.

Ovviamente Il Fatto si dimentica di segnalare che il quotidiano con più fan e La Repubblica, con oltre 130.000 fan.

Anche qui, se volete iscrivervi pure voi, accomodatevi.

9 commenti:

Supersoul ha detto...

Solo per chiarire che non è afFATTO vero che il FATTO omette di segnalare che Repubblica è al primo posto in questa classifica. Verificabile a pag.17 del Fatto di mercoledì 14/7, dove Federico Mello dice chiaramente che Repubblica è al primo posto con 170.000 fan (che nel frattempo son diventati 181.000).
Io credo che queste due posizioni ottime significhino una particolare voglia di "partecipazione" dei lettori di questi due quotidiani. Il che non mi fa affatto schifo di questi tempi, anzi. Evidentemente buona parte di chi compra Repubblica e Fatto non lo fa solo per sbirciare le pagine sportive o i programmi tv. E meno male.

aghost ha detto...

Mi pare interessante l'osservazione di Supersoul sulla "voglia di partecipazione" dei lettori, su cui ho insistito anche io in altri post o commenti.

Però rilevo che siamo alle solite: il flusso è praticamente sempre a senso unico. Sia il Fatto che Repubblica non fanno altro che rilanciare le notizie, a cui seguono i commenti dei lettori. Non mi pare d'aver mai visto qualcuno del giornale che risponde o interviene, sai pure sporadicamente. Qualcuno potrebbe obbiettare: non possiamo rispondere o interagire coi lettori, ci vorrebbe una persona apposta. E io dico: e mettetecela cribbio!

Possibile che nei giornali non capiscono che l'interazione coi lettori è il futuro? Macché niente: sono sordi come campane, non gli entra proprio nel cranio...

Supersoul ha detto...

è vero aghost, io a dire il vero non ci avevo pensato, ma hai ragione.

aghost ha detto...

certo che ho ragione :) Ma cosa gli costa mettere li' un giornalista, magari a rotazione con altri, per una ora al giorno a leggere quel che scrivono i lettori e rispondere a tono ogni tanto?

I giornali e i giornalisti mi sembrano l'unica azienda a cui non interessa minimamente sapere cosa pensano i clienti che comprano il prodotto. Non è abbastanza grottesco tutto questo?

aghost ha detto...

certo che ho ragione :) Ma cosa gli costa mettere li' un giornalista, magari a rotazione con altri, per una ora al giorno a leggere quel che scrivono i lettori e rispondere a tono ogni tanto?

I giornali e i giornalisti mi sembrano l'unica azienda a cui non interessa minimamente sapere cosa pensano i clienti che comprano il prodotto. Non è abbastanza grottesco tutto questo?

Barbapapà ha detto...

In tutta franchezza questa enfasi sulla numerosità dei fan dei giornali su Facebook la trovo poco comprensibile.
Tra copie vendute (sono un po' old style), accesso ai siti e partecipazione on-line alle iniziative dei giornali mi pare che non manchino i metri di valutazione.
E la cosiddetta community si crea naturalmente anche attorno alla versione on-line senza dover ricorrere a queste vetrine.
Per il Fatto, ad esempio, parla molto di più il successo in edicola (abbonamenti compresi) o il boom di accessi al sito che lo sbandieramento di questi fan.

Sull'altro aspetto dell'interazione tra lettore e giornali consentita da internet, non posso che condividere l'opinione di Aghost. Aggiungendo però che questa mania di far commentare ogni singolo articolo dai lettori, come fa il Fatto, è ridicola. Per fortuna Repubblica lo fa in maniera selezionata.

aghost ha detto...

aggiungerei, al commento condivisibile di barba, che i fan su facebook valgono piu' o meni una ceppa, vista la facilità con cui si fa clic.

C'è gente su FB che ha migliaia di "amici", ma è una cosa credibile? Il lettore che conta è quello che compra la copia in edicola, o che almeno visita il sito con una certa assiduità (e magari clicca su qualche banner :D).

Questi trionfalismi su Facebook somigliano alle sceneggiate delle riunioni in redazione. Cioè è solo pubblicità, o marketing (non troppo ben fatto direi).

Riguardo al fatto di far commentare ai lettori gli articoli, io sono favorevole senza distinzione. A volte un feedback di un lettore su un articolo apparentemente "minore" può essere molto interessante.

Certo se nessuno fa lo sforzo di leggere i commenti dei lettori, tutto questo carrozzone è perfettamente inutile.

Nei giornali "old style" c'era una volta la rubrica "lettere al direttore", in cui era grande la soddisfazione del lettore che si vedesse pubblicata una lettera e addirittura la risposta del direttore.

Oggi quasi più nessuno "si sporca le mani". I giornali anziché sfrutture la tecnologia, cioé internet, per favorire lo scambio coi lettori, si trincerano come fanno le aziende coi centralini e le voci registrate.
Io non lo capisco. Voi si?

Enrico Maria Porro ha detto...

quoto aghost.

Frank57 ha detto...

Purtroppo di fretta, ma non senza aggiungere che pure io quoto aghost e Barba.
Quella della rubrica "posta dei lettori" è una mia fissa. Peccato che nessuno la gestisca bene o accetti di "sporcarsi" le mani, appunto.
Spero di poter ampliare il ragionamento.