Caro Pazzo,
ho colto al volo una homepage di Repubblica.it e ci ho fatto un post (ino)
Ciao, Luca Massaro
Misteri dell'impaginazione
Voi non ci crederete, ma c'è un profondo nesso in questa homepage di Repubblica.it (ore 7 e 40). Le Borse sotto gli occhi (vedasi l'operatore finanziario disperato che se le tiene per non farle esplodere) e le soluzioni all'acqua di rose che i politici hanno per rassicurare i mercati.
Forse gli unici "rimedi antichi" ancora validi sono quelli della Rivoluzione.
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Ciao Pazzo, ma dove sta finendo, Repubblica?
Mi rifrisco a questo pezzo apparso su repubblica.it in cui appaiono alcune foto di una t"rader disperata".
Perchè la propria disperazione sia presa in considerazione, è doveroso fare un lavoro del cazzo ed essere di bell'aspetto?
E davvero questa trader è disperata, perchè non può pagar l'affitto e quadrare il pranzo con la cena?
Il resto del mondo disperato può andare dunque a farsi fottere?
Dio mio, che nervi!!!
Ciao, Luposelvatico
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Ciao Pazzo,
augurandoti buone vacanze, mi domando: sei per caso in ferie con il buon Enrico Franceschini? Sì, perché in questi giorni in cui Londra va a ferro e fuoco, Repubblica ha dovuto mandare in Gran Bretagna MastroJack e Castelletti evidentemente perché Enrico è sotto l'ombrellone... e proprio ora ci doveva andare?
ciao,
esaù
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Ciao Pazzo, mi permetto di segnalarti questo mio post su una svista di rep.it
Ciao, Andrea B.
Nel caos inglese di questi giorni, Repubblica.it si distingue per pressapochismo; in questo articolo si individua addirittura un “leader della protesta”, cosa che renderebbe enormemente felice Scotland Yard.
L’articolo poi definisce Lee Jasper un “attivista razziale”, sintagma che davvero non ha senso.
Ma la cosa più divertente è all’inizio dell’articolo, dove la giornalista, Rosalba Castelletti, scrive, testuale: “Alle sue spalle un gruppo di afroamericani annuisce“. Le ipotesi sono due: o la brava Rosalba ha chiesto il passaporto a tutte le persone alle spalle di Jasper, ha appurato che fossero cittadini statunitensi in vacanza a Londra e le ha giustamente definite “afroamericani”, cioè “cittadini statunitensi discendenti dalla popolazione nera del sub continente africano” oppure ha visto che erano neri ed ha pensato che “afroamericano” fosse sinonimo di nero. Complimenti…
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