lunedì 28 novembre 2011

Ecco perché Gianni Mura è il miglior giornalista vivente.

Se considero mura il più grande giornalista italiano vivente ho i miei buoni motivi, che prescindono - ovviamente - dall'ultima puntata dei cattivi pensieri.

il primo motivo è l'abilità di scrittura. sia sotto il profilo sostanziale, sia sotto quello formale. non ti annoi mai a leggerlo, le virgole sono tutte ben sistemate al posticino loro, sa sorprenderti. gli articoli hanno la lunghezza giusta, non sono mai eccessivamente lunghi, non sono mai annacquati. o se lo sono, uno non se ne accorge.

il secondo motivo è la capacità di raccontare la notizia. ora, non facciamoci influenzare dal fatto che mura tratta prevalentemente di sport e lo sport è considerato - erroneamente - "minore" rispetto alla politica o agli esteri. tu leggi la cronaca di una partita della nazionale o di una tappa del tour de france scritta da lui e scritta da qualsiasi altro. nove volte su dieci c'è sempre un'interpretazione personale che però non soltanto risulta essere corretta, ma ti aiuta a inquadrare la vicenda sotto un altro punto di vista. e, aggiungo, spesso c'è anche il coraggio di avere posizioni non proprio di moda. tipo quella volta che sponsorizzò il giocatore dell'atalanta marco sgrò per la nazionale (se non ricordo male, era il 1998 o giù di lì). sembrava una fissazione da giornalista, in realtà c'era del criterio: in campionato, sgrò era stato il principale assistman per inzaghi. e stava attraversando un momento di forma in cui tutto gli riusciva bene. nella mia visione del giornalismo questa capacità di "pensiero laterale" che ha mura è una grande qualità, una dote che pochi altri hanno attualmente.

infine, last but not least, altro merito di mura è la leggerezza. certo, qui il fatto di scrivere di sport anziché di politica lo aiuta, ma la sua non è la leggerezza insistita e ricercata di altri che poi alla fine risultano stucchevoli (nello sport, penso a germano bovolenta), né lo sconfinamento nella superficialità. la sua leggerezza è una derivazione del verbo "leggere" e non il sostantivo dell'"esser leggero".

Nonunacosaseria

4 commenti:

gpp ha detto...

continuo a dire che considero Mura il figlio naturale di Brera: lo stesso stile di scrittura, la stessa perfidia nel pugnalare con stile e leggerezza chi lo merita, lo stesso amore per la cucina e per la "cultura materiale". Non ultima, la stazza fisica.

Gabriele ha detto...

Oggi gli consegnano il premio Coni alla carriera

Frank ha detto...

Ecco perchè questo post può essere considerato tra i migliori del 2011. Ritratto eccellente. Ola per nonunacosaseria.

Barbapapà ha detto...

Analisi perfetta. E da applausi.