giovedì 19 novembre 2015

Vita di redazione 1041. Dedicata a Valeria Solesin.

VITA DI REDAZIONE del 17/11/2015
Durata: 13'03”



Questa bella foto in seconda pagina noi l'avremmo scelta per la prima di oggi.




Luca Fraioli è comprensibilmente pensieroso. Predisporre il “timone” è stato negli ultimi giorni un'impresa titanica. E a Giuseppe Smorto, il diretùr 2.0, il telefono sarà diventato bollente. Ci piacerebbe ascoltare, alla prossima RepIdee, come sia stata vissuta quella lunga notte del 13 novembre 2015.





Anche l'art director Angelo Rinaldi è stato uno tra i più impegnati. Che poi, alla fine, il merito è di tutti. Soprattutto degli invisibili che non vediamo mai nella newsroom, dove torniamo a vedere e salutare Cristina Nadotti.





Il Diretùr (ospitato lunedì dalla dolce Concita nel gradevole programma “Pane Quotidiano”)
dice che: “Il Presidente Hollande, ieri, in un discorso importante, riunendo l'insieme del Parlamento
francese nelle occasioni sue più solenni a Versailles, ha rotto un tabù dell'Europa pronunciando la parola guerra”. E portando questa constatazione in un contesto europeo ha chiesto all'Europa di condividere questa sfida, perché alla Francia è stata dichiarata guerra da Daesh. Emerge così la consapevolezza che dobbiamo muoverci in un doppio binario. Rispondere alla domanda di sicurezza che è un dovere dello Stato, assieme al dovere di restare noi stessi, fedeli alle regole della democrazia, affinché la nostra identità non venga travolta fino ad assomigliare all'identità di comodo che i nemici della democrazia ci cuciono addosso. In questa situazione si verifica un passaggio importante e ulteriore: non più (o non solo) la cessione di quote di libertà, in cambio di quote crescenti di sicurezza da parte dello Stato, ma si chiede che venga difesa la libertà della nostra vita quotidiana.

La libertà e la laicità non hanno riparato 1500 francesi combattenti, suggestionati da una cultura di morte.

Ma la Francia paga anche il fatto che ha sempre partecipato ad ogni azione militare contro il terrorismo islamista e – sottolinea il Diretùr - “diciamoci la verità, l'ha fatto anche in nome e per conto dell'Europa. L'ha fatto anche in nome nostro”.

Daesh può essere battuto, senza farsi impressionare dalla sua geometrica potenza. Uccidere un uomo che crede di vivere in pace è la cosa più vigliacca che ci sia ed evidenzia la sproporzione esistente tra libertà e fanatismo. L'uomo ha in tasca biglietti per un concerto, il suo nemico ha in tasca kalashnikov e bombe. La sproporzione tra i valori in cui crediamo e il nichilismo assoluto. Non può, dunque, essere una dimostrazione di potenza.

Sono necessarie, pertanto, misure di coordinamento tra polizie europee, una politica di difesa europea, un'intelligence europea e “non la caricatura dei servizi che abbiamo avuto in Francia” come in Italia.

Occorre un salto di qualità. Stefano Folli – cita il Diretùr - ha colto in un punto importante. Hollande ha fatto capire che la scala delle priorità sta ruotando e prima dell'austerity, dei parametri, viene il problema della sicurezza assieme ad uno sbilanciamento di spesa che riguarda anche noi. C'è un'immagine efficace definita da SF: non pensiamo di cavarcela con la solidarietà alla Francia illuminando qualche monumento.

Occorre prendersi delle responsabilità. Condivisione, non solo compassione.

È poi necessario avere la chiarezza di pensare – prosegue il Diretùr – che il lungo dopoguerra europeo, impersonato dalla biografia di Hollande, dalla nostra generazione, che ha attraversato decenni di pace come mai l'Europa aveva conosciuto, è finito. E pur continuando a proclamare il ripudio della guerra, occorre anche sapersi difendere. Non possiamo delegare solo agli Stati Uniti la nostra difesa. Si sconta, in questo modo, l'aver considerato che la questione dell'11 settembre fosse solo americana, come molti hanno fatto. “Repubblica” ha scritto il contrario, perché era evidente che veniva colpita la democrazia e la democrazia ha l'esigenza di difendersi, altrimenti questa necessità dei cittadini cercherà delle scorciatoie, ingestibili politicamente, attraverso l'odio, la ritorsione e la vendetta. E a quel punto la democrazia cambierà volto, è la conclusione del Diretùr.

In ordine di apparizione.

Alberto Mattone (Esteri) riferisce che non è ancora emerso come si concretizzerà la richiesta di aiuto
europeo, né si conosce quale tipo di richiesta abbia fatto la Francia. Intanto oggi si registrano raid aerei a Raqqa e l'arresto di due presunti artificieri del commando che ha agito venerdì sera a Parigi. Rinviata per ragioni di sicurezza l'amichevole tra Spagna e Belgio. Intanto anche la Russia adesso afferma che l'aereo sul Sinai è caduto a causa di una bomba messa a bordo all'aeroporto di Sharm.

Marina Garbesi (Cronaca) comunica che cresce la preoccupazione per il Giubileo. Alfano assicura che ci saranno 24mila uomini a presidiare, senza militarizzare, Roma e provincia, mentre ci sarà il divieto di sorvolo per i droni. In Vaticano, invece, diventano sempre più numerose le voci che prevedono modifiche nell'itinerariodi papa Francesco nella prossima visita in Centro Africa.

Luca Iezzi (Economia) annuncia che sono stati pubblicati i giudizi Ue sulle leggi di Bilancio dei vari Paesi. L'Italia è stata promossa, ma con riserva, perché nel 2016 potrebbe sforare il patto di stabilità. Quindi ci sarà un monitoraggio continuo e anche l'abolizione della tassa sulla prima casa viene considerata una misura fiscalmente non efficace.


Visto si stampi
@Frank201410

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