La seconda qui.
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Al momento in cui scriviamo, sono 35* i lettori che hanno dichiarato che non acquisteranno più Repubblica.
Un campione minuscolo (noi contiamo quasi zero) ma che dimostra a che punto è la stima della gente verso la nuova proprietà e il nuovo direttore.
*dato in costante aggiornamento
... perché ciò che è successo è tutto vero...
Sai Pazzo che non mi riconosco molto nella maggior parte dei commenti. Colpa mio certo, anche perché a me piaceva e piace ancora molto Calabresi e forse perché non sono mai stato di sinistra sinistra. Conservo ancora il n° 1, mia moglie è sempre stata più affezionata di me tanto da farsi regalare l'abbonamento a Repubblica per 2 anni quando eravamo in Brunei. Poi lo compravo quando eravamo in Sud Africa, quando arrivava, quindi direi che non comprare Repubblica no! Con l'eccezione della domenica per l'imposizione di comprare L'Espresso (noi adoravamo Panorama prima dell'avvento di quello là). Per carattere non ho mai sopportato i titoli urlati, cosa che mi ha anche sempre dato fastidio sulla Gazzetta. Non sono in grado di giudicare Verdelli dal lato umano, ma mi piacciono molto Altre storiedi Calabresi. Il modo e il tempo in cui è stato licenziato Verdelli è in ogni caso osceno. però mi sento ancora pesantemente orfano a causa della morte del Grande Gianni Mura a non molta distanza di quella di Vittorio Zucconi, ma finché resta Michele Serra resto anch'io. Ho scritto un po' sconclusionto ma la mia stima per te e per il tuo blog rimane immutata e continuerà.
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Al momento in cui scriviamo, sono 35* i lettori che hanno dichiarato che non acquisteranno più Repubblica.
Un campione minuscolo (noi contiamo quasi zero) ma che dimostra a che punto è la stima della gente verso la nuova proprietà e il nuovo direttore.
*dato in costante aggiornamento
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Carlo Verdelli. Giornalista. Non più Direttore di Repubblica...
Carlo Verdelli. Giornalista. Non più Direttore di Repubblica...
... perché ciò che è successo è tutto vero...
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Ciao Pazzo.
A proposito del progetto di Nuova Repubblica che quella attuale in mano a Elkann potrebbe essere snaturata, io la penso così.
Vorrei un quotidiano che abbia una grafica pulita, ordinata, con le sezioni che stavano al loro posto come era la vecchia Repubblica di Scalfari e del primo Ezio Mauro, con titoli efficaci, ma non gridati.
Vorrei un quotidiano che non mi ridicesse le stesse cose che ho già letto il giorno prima sul web o ascoltato in televisione, ma mi fornisse delle chiavi di lettura e degli approfondimenti, come era nelle idee di Calabresi, ahinoi non portate avanti.
Vorrei un quotidiano con giornalisti affamati che fanno degli scoop, ma scoop veri, non robe riprese da giornali stranieri o biscarate che poi vengono smentite il giorno successivo dal primo debunker dilettante che si mette a spippolare su google. E giornalisti che quando non fanno degli scoop comunque danno informazioni (avete presente ilpost.it?) che gli altri quotidiani solitamente non danno.
Vorrei un quotidiano di massimo venti pagine, ma scritte bene e che abbiano un senso. Due pagine di sport bastano e avanzano (a meno che l’Italia non abbia vinto i mondiali o sia lunedì), altrettante di spettacoli pure. A metà anni Novanta la sezione esteri di Repubblica era due passi avanti a quelle degli altri quotidiani italiani: è possibile tornare a quei livelli? Non occorre avere un corrispondente in ogni capitale, con le attuali tecnologie si può fare una buona sezione esteri anche con minori investimenti.
E quanto alle Grandi Firme, ce ne sono alcune che ormai non leggo più, tanto so dove vanno a parare, come sarà il loro articolone che da anni non dà notizie vere e inedite e nemmeno chiavi di lettura, anche se scritto in modo brillante. Quindi, si può fare un buon giornale anche senza Ceccarelli, Messina, Merlo e Rampini.
Chiedo troppo?
Ciao Pazzo.
A proposito del progetto di Nuova Repubblica che quella attuale in mano a Elkann potrebbe essere snaturata, io la penso così.
Vorrei un quotidiano che abbia una grafica pulita, ordinata, con le sezioni che stavano al loro posto come era la vecchia Repubblica di Scalfari e del primo Ezio Mauro, con titoli efficaci, ma non gridati.
Vorrei un quotidiano che non mi ridicesse le stesse cose che ho già letto il giorno prima sul web o ascoltato in televisione, ma mi fornisse delle chiavi di lettura e degli approfondimenti, come era nelle idee di Calabresi, ahinoi non portate avanti.
Vorrei un quotidiano con giornalisti affamati che fanno degli scoop, ma scoop veri, non robe riprese da giornali stranieri o biscarate che poi vengono smentite il giorno successivo dal primo debunker dilettante che si mette a spippolare su google. E giornalisti che quando non fanno degli scoop comunque danno informazioni (avete presente ilpost.it?) che gli altri quotidiani solitamente non danno.
Vorrei un quotidiano di massimo venti pagine, ma scritte bene e che abbiano un senso. Due pagine di sport bastano e avanzano (a meno che l’Italia non abbia vinto i mondiali o sia lunedì), altrettante di spettacoli pure. A metà anni Novanta la sezione esteri di Repubblica era due passi avanti a quelle degli altri quotidiani italiani: è possibile tornare a quei livelli? Non occorre avere un corrispondente in ogni capitale, con le attuali tecnologie si può fare una buona sezione esteri anche con minori investimenti.
E quanto alle Grandi Firme, ce ne sono alcune che ormai non leggo più, tanto so dove vanno a parare, come sarà il loro articolone che da anni non dà notizie vere e inedite e nemmeno chiavi di lettura, anche se scritto in modo brillante. Quindi, si può fare un buon giornale anche senza Ceccarelli, Messina, Merlo e Rampini.
Chiedo troppo?
nonunacosaseria
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Grazie Sergio T
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Ho smesso di comperare Repubblica da ieri (26 aprile ndFS). Desideravo leggere un commento da parte di Scalfari, prima di decidere sul da farsi.
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Ho smesso di comperare Repubblica da ieri (26 aprile ndFS). Desideravo leggere un commento da parte di Scalfari, prima di decidere sul da farsi.
Ora sono basito. Ho perso un punto di riferimento.
Ma la mossa di Elkann è inaccettabile. E le prime conseguenze sono già visibili.
Sol Caliente
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Da " la Repubblica " a " il Re pubblica " !!
Chissà se Gianni Mura avrebbe apprezzato questo "spassaparola".
Certo , non avrebbe apprezzato questo tradimento al giornale che lo ha visto crescere e che in modo tangibile, insieme ad altri giornalisti eccelsi, ha portato in alto.
Massimo Albanese (via Facebook)
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Ciao pipierrini, ma continuerete con la fedeltà alla testata? o siete tentati dalla repubblica bis di cui si parla (e si smentisce)?
Da " la Repubblica " a " il Re pubblica " !!
Chissà se Gianni Mura avrebbe apprezzato questo "spassaparola".
Certo , non avrebbe apprezzato questo tradimento al giornale che lo ha visto crescere e che in modo tangibile, insieme ad altri giornalisti eccelsi, ha portato in alto.
Massimo Albanese (via Facebook)
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Ciao pipierrini, ma continuerete con la fedeltà alla testata? o siete tentati dalla repubblica bis di cui si parla (e si smentisce)?
Giuseppe De Filippi - Il Foglio e Canale 5
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Brevemen
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Alfonso Di Iorio
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Filippo Rubini
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Luigi Lacerenza
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Antoine Doinel
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E comunque pare che c'entri davvero la Juventus...
Ragionamenti pipierrini:
1) Altamente simbolica la cover del Venerdì con Scalfari e Aspesi che sembrano allontanarsi da un mondo. Di spalle, abbracciati e sorretti a vicenda mentre tutto frana
2) Curiosità su come domani, 25 aprile, saranno trattate le proteste di Tel Aviv contro il governo
FS
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Andrea D.
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La libertà di stampa è sacra e quella d'impresa impressa a rango costituzionale. Ma con la nomina di Molinari si chiude definitivamente un ciclo editoriale lungo 45 anni per Repubblica.
Solidarietà ai giornalisti che oggi hanno deciso uno sciopero sacrosanto.
Mattia Ciampicacigli
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Ordine Nazionale dei Giornalisti
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Esprimiamo solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti di Repubblica che oggi sono in sciopero “a seguito della decisione del Cda del Gruppo Gedi di sostituire il direttore Carlo Verdelli...”.
Controcorrente Lazio
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Da ispanista penso che se continui ad andare fiero di essere cresciuto con Kissinger, che di libertà democratiche se ne intende -soprattutto in America latina-, non posso fidarmi molto del tipo di giornale che hai in mente di fare, eh.
Ciao Pazzo,
Monica R. Bedana
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temo che sia la fine di Repubblica come l'abbiamo conosciuta. Molinari è un ottimo giornalista, ma è un conservatore; probabilmente Rep diventerà un quotidiano liberal-conservatore sul modello del Foglio e del Messaggero
Credo che alla fine del mese non rinnoverò l'abbonamento e passerò ad un altro giornale (il manifesto o Open); spero che De Benedetti fondi un nuovo quotidiano, come si mormora da tempo.
Elia Zarcone
Il Fundadór è incazzato nero.
Caro Pazzo,
Dal 1976 leggo Repubblica, avrò difficoltà a cambiare , sono dispiaciuto , ma MOLINARI non garantisce lo spirito di Eugenio Scalfari che ha inculcato in questo giornale , ciao e spero arrivederci.
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"Verdelli non meritava questo trattamento ".
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scrivo di nuovo dopo due giorni travagliati.
So che piangersi addosso è inutile, ma Verdelli era tutta un'altra cosa. Mi capita di pensarlo spesso in questi giorni. L'hanno pugnalato alle spalle, e da signore e onesto giornalista qual è non se lo meritava.
Non lui, non con tutti i "giornalisti" che bazzicano in giro di questi tempi.
Per favore, ti chiedo di rilanciare un #iostoconverdelli anche da parte mia (non ho twitter).
Per quanto modesta che sia la mia voce, vorrei esprimere anche io la mia vicinanza a un grande direttore, e a un grande uomo.
Grazie per quello che fai.
A presto.
DF
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Dal 1976 leggo Repubblica, avrò difficoltà a cambiare , sono dispiaciuto , ma MOLINARI non garantisce lo spirito di Eugenio Scalfari che ha inculcato in questo giornale , ciao e spero arrivederci.
Nicola Blasi
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Un augurio al giornale.
Fulvio Aquino
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Maria Letizia Cerica
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Paola Fosca
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(commento arrivato sul blog di PPR)
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Una foto.
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Repubblica l'ho letta sempre meno negli anni, soffrendo per la continua decadenza ma continuando a considerarla non un semplice giornale, ma il giornale, per motivi familiari e di affetto.Ora è davvero finita. Rimane il nome, non l'essenza. Spero (ma non credo) che nell'editoriale di domani Eugenio Scalfari tragga le inevitabili conseguenze. Spero (ma non credo) che lo facciano altre firme storiche. Forse dovremmo farlo tutti.
Ps Per Massimo Giannini, un minuto di silenzio.
Enrico
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Mare
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Sono finito sul Vostro blog mentre facevo disperatamente delle ricerche su qualche retroscena del licenziamento Carlo Verdelli, che dire? #iostoconverdelli, ma non ho twitter.
Sono finito sul Vostro blog mentre facevo disperatamente delle ricerche su qualche retroscena del licenziamento Carlo Verdelli, che dire? #iostoconverdelli, ma non ho twitter.
Grazie. m.p.
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Elkann voleva un direttore più vicino, più "torinese".
Simone Vallin
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oggi, 26 aprile, l’Editoriale domenicale del Fondatore, che parte sempre dall’Io – il suo che suppongo lo assorba troppo – scopre un’anima liberal-socialista nel suo giornale, e alla fine dà il suo appoggio al nuovo direttore Molinari che, a quanto pare, si sono trovati d’accordo sulla linea liberal-socialista, e per augurare buona fortuna al brutalmente defenestrato Verdelli. Morto il papa, anzi: cacciato il papa, se ne fa un altro. L’importante è l’anima liberal-socialista. A dirla tutta, un altro editore-padrone, con la stessa brutalità, aveva defenestrato 14 mesi fa, un altro direttore, il Calabresi. A me C. non piaceva, ma lo stile dei padroni, vecchi e nuovi, trasuda volgarità. Per il camaleontismo di un 96 enne non voglio pronunciarmi.
Per ciò che mi concerne, con l’Io del Fondatore e l’anima liberal-socialista di Repubblica, garantita da Molinari e Scalfari – per quel che può valere l’acquisto di una copia – ho chiuso.
Giovanni Filero
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Molti ex Repubblica passati al Fatto Quotidiano sui social sono piuttosto attivi. L'operazione è semplice: dipingere le "nuove" testate come paludate e super-centriste, la Repubblica pro America e Israele. Funzionerà? Che effetto avrà sulle liti a 5 stelle?
Gabriele Carrer
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Sol Caliente
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Provate a rileggervi i tweet con questo hashtag: sono fermi al 23 aprile. Poi cala il silenzio. E qualcuno è di chi già sapeva e aveva già pronta la strategia per convivere con il nuovo assetto.
Mamma mia.
Ettore Boffano - Il Fatto Quotidiano
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Il fatto che Carlo Verdelli non sia più direttore di Repubblica non lo mette al riparo dalle minacce che ha ricevuto. E' ancora sotto scorta. E' tutto come prima. Non lasciamolo solo.
Franco Vanni - Repubblica
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Feld
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"Con Molinari, invece, è probabile che il respiro che si tenterà di dare a Repubblica sarà più vicino all’anglosfera, specialmente agli ambienti più repubblicani."
Lupi travestiti da agnelli - di Matteo Cavagliato
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A tutti quelli che in queste ore blaterano di Repubblica, gongolando con epitaffi già sentiti mille volte, Scalfari ricorda perché il nostro giornale è vivo, vitale e intriso dei suoi ideali. Come un fiore che "prima dei cento non può appassire".
Fabio Tonacci di Repubblica dopo l'uscita del primo editoriale di Scalfari nella gestione Molinari
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Sempre sul domenicale del Fundadòr
Nel suo domenicale Scalfari ringrazia e loda Verdelli (per il quale ha utilizzato il termine "licenziamento" anziché altre parole meno dure) e fa un endorsement per Molinari basato sulla fiducia, in attesa di future conferme. Vedremo se avrà ragione.
Traduzione del sermone del Fondatore. Non potete snaturare la mia creatura altrimenti ne fondiamo un’altra. Vi ripeto quello che é il giornale, e per momento prendo per buone le vostre rassicurazioni; ma vi controllo. Ottima Eugenio, ma già il fatto di averlo dovuto dire.
Mentre negli altri giornali si scrive che Eugenio Scalfari è incazzato per il licenziamento di Carlo Verdelli dalla direzione di @repubblica (e che sta per passare alla - forse - nuova Unità di De Benedetti), lui risponde così.
Moreno Pisto
Mauro Mentore
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C D'A
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Moreno Pisto
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