Buona lettura.

Dopo aver fatto il giro d’Italia in 500, attraversato le Alpi in bicicletta e risalito la dorsale dei vulcani appenninici, il direttore Ezio Mauro mi ha spedito – per queste festività natalizie – sulle orme degli antichi Magi. Da Samarcanda a Betlemme a dorso di dromedario (e pure senza sella).
In partenza, faccio mio il pensiero del grande Omar Hayyam, poeta e matematico che nacque proprio qui, nell’antica Trebisonda: “non ricordare il giorno trascorso e non perderti in lacrime sul domani che viene: sul passato e futuro non far fondamento vivi dell’oggi e non perdere al vento la vita”. Ghitahy Umar, che mi accompagna in questo lungo viaggio, mi spiega da dove abbiano origine le rivendicazioni tadjke sulla città. E mi parla anche dell’uso dell’incenso presso gli antichi popoli degli altipiani iranici. Secondo la tradizione i Magi portarono oro, incenso e mirra. La mirra è la più sconosciuta, ma avremo modo di parlarne con dovizia di particolari quando arriveremo dalle parti dell’oasi di al Qhueval, vicino alla depressione di el Bishappyya e prima delle alture del Maleun. “Tra le mie carte – inizia Ghitahy – ho rinvenuto un antico uso, noto già nel VI secolo avanti Cristo, dell’incenso a uso terapeutico. Vedi questa mappa? I cerchietti indicano dove i nomadi dell’antichità, i primi beduini, piantavano le tende. Le loro usanze sono alla base di tante di quelle contemporanee”. La circoncisione, per esempio. Non tutti sanno che l’origine di questa pratica non è legata a motivi religiosi (“questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio”, Genesi 17,10), ma igienici. In mancanza di acqua, i popoli del deserto ricorrevano alla sabbia. Ma l’organo maschile presentava qualche difficoltà. Così, si decise di ricorrere alla recisione del prepuzio.
Paolo Rumiz (alias Nonunacosaseria)
p.s.: e ora scusatemi, ma devo fermarmi perché ho un mal di culo tremendo a causa del dromedario. Forse era meglio il cammello. Chissà che Ghitahy non abbia qualche antico unguento che allevi il dolore. Vi aggiornerò quanto prima sui miei avventurosi e originali viaggi, pantofolai che non siete altro!
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I primi due articoli della Trilogia di Natale sono opera di Franco Cordero e Stefano Bartezzaghi.
2 commenti:
Bello, molto ben fatto. Ci sono anche i riferimenti biblici che Rumiz, di fede ebraica, usa di tanto in tanto. Ma appunto per questa ragione, Rumiz l'avrebbe fatto un viaggio così?
Forse sì. D'altronde, neanche i re magi erano cristiani.
Buon Natale
Ringrazio per i complimenti. E auguro, sia pure in ritardo (mi si è rotto il modem proprio a Natale!!!), buone feste a tutti.
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