martedì 30 giugno 2009
La costante discrepanza sui numeri: un vizio del giornalismo italiano.
A proposito della ridda di annunci sul numero delle vittime di Viareggio segnalata nei post precedenti, riceviamo (e volentieri pubblichiamo), questo discreto commento di un lettore anonimo:
"La discrepanza sui numeri in casi come questo è una costante nel giornalismo italiano.
Io monitorizzo quotidianamente Repubblica, La Stampa, Il Corriere e Il Messaggero. Mai una volta che diano le stesse cifre.
E' successo oggi, in passato per i terremoti, per incidenti stradali o aerei, e penso continuerà a succedere.
Eppure i numeri dovrebbero essere "neutri", non soggetti a interpretazioni giornalistiche o politiche o economiche che siano.
Credo che il problema siano "le fonti". Pur di dare il pezzo prima, forse si raccoglie quello che c'è al momento, senza verifiche. Per cui magari il commento del vicino di casa passa subito, casomai smentito qualche ora dopo dalla Polizia o dai Viglili del Fuoco.
Intanto, segnalo che tutti i giornali parlano di "carri esplosi" mentre sembra, anche dalle foto, che in realtà il gas, fuoriuscito dalle cisterne, si è incendiato FUORI dalle stesse. Le quali sembrano essere, se pur bruciate, integre."
Viareggio: repubblica.it fa marcia indietro.
Sul numero dei morti per l'esplosione alla stazione di Viareggio alla fine avevano ragione quelli di Corriere.it. E a Repubblica.it hanno dovuto correggere il tiro.
Su queste cose non si scherza. Se non si è più che sicuri, non si dovrebbe mai lievitare i numeri. Specie se si tratta di morti.
Da oggi l'Unità è un po' meno unita.
Il giornale diretto dalla dolce Concita perde la consueta rubrica di Marco Travaglio che si trasferisce su Il Fatto (da settembre).
Misteri del giornalismo.
Alle ore 13.45 i siti dei due principali quotidiani italiani davano letteralmente i numeri sulle vittime della tragedia di Viareggio. La differenza di due morti ci sembra notevole, considerato il numero non elevatissimo di vittime. Che sono comunque tante e non vorremmo scherzarci su troppo.
Pace all'anima loro. Dei morti.
Update: alle 14.45 il sito del Corriere scende addirittuta a 13 morti (foto sotto) mentre a Repubblica.it le vittime rimangono 17. Il mistero si infittisce.
Mario Calabresi: un direttore a fumetti.
Sull'ultimo numero di Topolino, il neo direttore de La Stampa Mario Calabresi è diventato un simpatico pennuto intervistato da due giovani redattrici del Papersera.
Buffo.
lunedì 29 giugno 2009
Lo strano caso del ministro Tremonti e dello Yomo che sui giornali scade e diventa yogurt.
Due sere fa nella trasmissione di Lucia Annunziata "In mezz'ora", è stato ospite il ministro Tremonti che ad un certo punto (come conferma il filmato qui sopra) parlando del possibile governo tecnico di Draghi, lo paragona ad uno Yomo, nel senso che, secondo lui, durerebbe poco. Tutti gli italiani adulti sanno cos'è uno Yomo. Oggi però notiamo con curiosità che i tre principali giornali (nella foto sotto Stampa, Corriere e Repubblica), nel riportare l'intervista di Tremonti parlano semplicemente di yogurt, senza parlare di Yomo.
Come vi spiegate questa omissione? Pubblicità occulta non gradita? Paura che la gente non sappia cos'è uno Yomo? Timore che la Yomo faccia querela perchè con le parole del ministro si sottende che i loro prodotti durano poco? O forse ancora perchè lo Yomo ricorda Beppe Grillo che proprio di quel marchio è stato testimonial (vedi filmato qui sotto) in un bellissimo spot del 1988?
Secondo noi di PPR questa è una scivolata bella e buona condita da un filo di snobberia.
Repubblica: un giornale inaccettabilmente ateo e materialista.
Parola di Don Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, in un'intervista rilasciata a Il Giornale.
Ecco uno stralcio del Fanzaga pensiero:
"Repubblica è inaccettabilmente atea e materialista. Passi l’anticlericalismo, sempre legittimo. Ma il giornale di Scalfari, a cominciare dal fondatore, fa dell’anticristianesimo militante. Non c’è un cristiano in tutta la redazione»."
Qui il resto, se proprio ci tenete.
Bob Geldof direttore de La Stampa per un giorno.
Leggiamo su affaritaliani.it:
"Bob Geldof direttore de La Stampa per un giorno. Il 7 luglio, vigilia del G8 all'Aquila, l'ex cantante irlandese dei Boomtown Rats, poi diventato paladino della lotta contro la fame e le malattie in Africa e organizzatore di grandi eventi di beneficienza con il "Live Aid", sarà il "direttore-ospite" con una linea editoriale ben precisa: parlare del continente africano. Daranno il contributo decine di protagonisti della scena mondiale, come Kofi Annan, ex segretario generale dell'Onu, l'arcivescovo sudadricano Desmond Tutu, Bill Gates, fondatore di Microsoft, e diverse personalità italiane.
Tutta la redazione del giornale continuerà a lavorare sui temi della giornata, dallo sport all'economia, ma con un'ottica africana.
Negli ultimi due anni l'iniziativa della direzione temporanea è stata sposata da altre testate nazionali nei Paesi che hanno ospitato il G8. Oggi Geldof lavora per One, un'organizzazione africana impegnata soprattutto a fare pressione sui governi dei Paesi più industrializzati perché mantengano fede all'impegno di combattere la povertà e le malattie. E il vertice nel capoluogo abruzzese è l'ennesima occasione.
"Il direttore de La Stampa", riferiscono fonti vicine a Geldof, "ha manifestato entusiasmo per questa scelta. Ha capito benissimo che cosa stiamo cercando di fare".
Quei bravi ragazzi di Repubblica.
Sarà un caso, sarà una concidenza, sarà quello che volete. Fatto sta che da un paio di domeniche la testata domenicale di Repubblica (quella con gli strilli della Domenica di Repubblica) non presenta errori di lettura e adesso i richiami sono davvero comprensibili.
Bravi!
domenica 28 giugno 2009
Il fulmine su Torino.
A proposito del nostro post relativo alle tre edizioni di Repubblica uscite venerdì, c'è stato una spassosissima serie di messaggi di lettori di Torino, eccola:
Primo lettore anonimo ha detto:
"Addirittura tre edizioni. Beati voi. In provincia di Torino "zeru tituli" nel senso che non è arrivato il giornale, completamente saltata la distribuzione senza che nessuna spieghi nulla."
Secondo lettore anonimo ha detto:
"In verità il giornale è arrivato verso mezzogiorno.
Il problema era dovuto a un fulmine che nella notte ha colpito il centro stampa mandandolo in tilt".
Terzo lettore anonimo ha detto:
"Mah, sta storia del fulmine...
Comunque io l'ho cercato fino alle 4 del pomeriggio, ma nulla, ho trovato solo il Venerdì perchè mi hanno deto che c'era già dal giorno prima.
Comunque, costava tanto mettere due righe di spiegazione nell'edizione di oggi ?"
Repubblica è un quotidiano formidabile, ma la sua copertura della crisi iraniana ha lasciato parecchio a desiderare.
Ci scrive l'ottimo Lorenzo Cairoli:
"Ciao Enrico. Eccoti una segnalazione di un arrampicamento sui vetri per tentare di restare sulla notizia iraniana.
I guys di Repubblica possono (e devono) fare meglio".
L.
"Ciao Enrico. Eccoti una segnalazione di un arrampicamento sui vetri per tentare di restare sulla notizia iraniana.
I guys di Repubblica possono (e devono) fare meglio".
L.
La premiata ditta Colaprico&Franceschini.
Questo non è un errore, né un refuso, ma una scommessa su un lapsus. Oggi Colaprico racconta dei vigilantes sul metrò e dice “Ci sarebbe da discutere di quanto la politica della natura abbia fruttato in termini elettorali”. Visto che la frase non ha molto senso, viene da pensare che Piero avesse voluto parlare della “politica della paura” e in qualche modo gli sia uscito quella “natura”. Giusto, Piero?
Invece è pieno zeppo di refusi ed errori il pezzo di Franceschini sui Rothschild. E soprattutto ha un titolo che non ha molto senso: il pezzo è sui banchieri Rothschild e a un certo punto di sfuggita vengono nominati gli avvocati Freshfields, ecco quindi che entrambe le famiglie vengono accomunate nella notizia e anche gli avvocati diventano uomini d’affari. E leggere il pezzo prima di fare il titolo?
Fabio P.
Invece è pieno zeppo di refusi ed errori il pezzo di Franceschini sui Rothschild. E soprattutto ha un titolo che non ha molto senso: il pezzo è sui banchieri Rothschild e a un certo punto di sfuggita vengono nominati gli avvocati Freshfields, ecco quindi che entrambe le famiglie vengono accomunate nella notizia e anche gli avvocati diventano uomini d’affari. E leggere il pezzo prima di fare il titolo?
Fabio P.
sabato 27 giugno 2009
Un gruppo su Facebook per acquistare una pagina di pubblicità su La Repubblica in risposta al diktat di Berlusconi.
Ci segnalano la nascita di un gruppo su Facebook, curato da Geronimo Emili geronimo.emili@gmail.com che invita la gente a donare un euro per acquistare una pagina su La Repubblica in risposta al diktat del Cavaliere.
Ecco la presentazione del gruppo:
"Silvio Berlusconi dice di non dare pubblicità a La Repubblica. Diamo quindi una risposta forte e veloce a questo indegno attacco alla libertà di stampa: compriamo una pagina di pubblicità su Repubblica. Un euro a testa per pubblicare la PRIMA PUBBLICITA' SOCIAL mai realizzata. Compriamo tutti assieme una pagina per pubblicare una lettere aperta a Silvio Berlusconi firmata da tutti coloro che si iscriveranno al gruppo e che doneranno un euro per partecipare all'acquisto."
Ecco la presentazione del gruppo:
"Silvio Berlusconi dice di non dare pubblicità a La Repubblica. Diamo quindi una risposta forte e veloce a questo indegno attacco alla libertà di stampa: compriamo una pagina di pubblicità su Repubblica. Un euro a testa per pubblicare la PRIMA PUBBLICITA' SOCIAL mai realizzata. Compriamo tutti assieme una pagina per pubblicare una lettere aperta a Silvio Berlusconi firmata da tutti coloro che si iscriveranno al gruppo e che doneranno un euro per partecipare all'acquisto."
Franceschini (Enrico) bocciato.
Anche questo non è un refuso.
E’ “solo” un grave strafalcione in grammatica italiana da parte di Enrico Franceschini, che usa il passato remoto “fu”, anziché il congiuntivo imperfetto “fosse” come sarebbe stato corretto.
Caro Franceschini, se lei fosse (congiuntivo imperfetto) ancora sui banchi di scuola con la Gelmini non la passerebbe (condizionale) liscia. Ma credo nemmeno con Fioroni, Berlinguer o De Mauro.
Imperdonabile per un giornalista.
GPP
venerdì 26 giugno 2009
Update su Michael Jackson.
In una terza edizione di Rep. trovata in centro a Milano, abbiamo scoperto che oltre al pezzo di Zampaglione, c'è anche una sorta di coccodrillo scritto da Ernesto Assante.
Il giornalaio 3.
La prima parte del Giornalaio la trovate qui, la seconda qui. Andatevele a rileggere se avete tempo. E adesso leggete la terza parte, perchè è carina.
Ci sono arrivati altri messaggi che seguono il filone del calzolaio con le scarpe rotte. Eccoli:
"I miei genitori avevano il panificio con negozio annesso. Ti assicuro che spesso la sera o la domenica si mangiava pane di uno o due giorni prima perchè mia madre vendeva fino all'ultima pagnotta e immancabilmente si dimenticava di metterne via per noi (anonimo)".
"Mi viene in mente il padre medico di una mia amica. Lei da piccola si lamentava che non poteva avere mai neanche per un attimo l'attenzione da parte del padre. Ne lei ne gli altri componenti della famiglia potevano lamentare il minimo disturbo che lui scocciato tagliava corto dicendo: state tutti benissimo! (Sissi)."
"Il mio giornalaio di fiducia ha il laptop, ascolta musica e lo incontro a (quasi) tutti i concerti di Milano e dintorni. E' un grande (Ari)".
Quest'ultimo racconto di Sissi ricorda molto un episodio del film Il favoloso mondo di Amélie. L' in realtà il padre medico si comportava all'opposto: per lui la figlia era sempre malata.
La morte di Michael Jackson affidata a Zampaglione in seconda edizione.
Nella foto vedete, da sinistra a destra, la prima e la seconda edizione di Repubblica di oggi. Come potete notare, sulla prima edizione non c'è traccia, ovviamente, della morte di Michael Jackson. E' la copia che ho acquistato io alle otto vicino a Lecco. Sulla seconda edizione, scaricata dal web, la notizia è inserita a mezza pagina al posto di quella sulla maturità che viene spostata in basso.
La notizia è affidata al corrispondente da New York Arturo Zampaglione, però il Corriere ha fatto leggermente meglio pubblicando uno pseudo coccodrillo di Mario Luzzatto Fegiz.
Blogout.
Vittorio Zucconi questa volta s'è incazzato di brutto e ha chiuso il suo blog su Repubblica.it a tempo indeterminato.
E' successo che nell'ultima settimana il blog è stato letteralmente invaso da decine di trolls - dichiaratamente di centro destra - che hanno spostato la discussione dai temi politici (indovinate di chi e di cosa si parlava) riuscendo a mandarlo alla deriva con un continuo ping- pong di insulti personali, cazzeggiamenti ecc. dal quale ahimè non sono riusciti a sottrarsi i frequentatori abituali e corretti di questo spazio che Zucconi offre.
Forse pagati da qualcuno, forse a gratis, di sicuro è che qualcuno è riuscito nell'intento che si prefiggeva: far chiudere un altro spazietto di confronto e democrazia, spazietto molto scomodo per Berlusconi e per i suoi fedelissimi.
Obiettivo raggiunto in pieno. Forse - dico forse - con l'inconsapevole aiuto di Zucconi stesso.
Infatti mi domando se non c'erano altre vie prima di questa decisione, per esempio non si potevano bannare i mosconi chiaramente più molesti, senza fare di ogni erba un fascio ?
Comunque, sul blog è rimasto l'archivio dei giorni precedenti per chi vuole capire a che punto si era arrivati.
http://zucconi.blogautore.repubblica.it/
GPP
Discussione sui refusi: Stefano dice la sua. E la dice bene.
Sempre in un'ottica squisitamente Web 2.0 (sono i consumatori che decidono come dev'essere il prodotto, nel nostro caso i lettori che decidono come dev'esere Repubblica), riportiamo questo interessante commento di Stefano M. a margine della famosa discussione sui refusi:
- Pazzo per Repubblica è un'iniziativa privata (giusto?) di un appassionato del giornale, attento al giornale, innamorato del giornale. Ma da considerarsi assolutamente esterno al "sistema Repubblica". Perciò è un libero forum di lettori che dicono "questo va bene, questo non va bene". Non è un caso che altri giornali nazionali non abbiano omologhi di PPR. Ma questo è solo un vanto per noi lettori.
- Beccato in pieno il concetto 2.0: la mattina all'edicolante pago la mia copia. Mai mi permetterei di criticare i vari Leggo, epolis, metro: me li regalano, facciano come credono. Siccome la pago, pretendo. Dieci anni fa avrei scritto al direttore una lettera, francobollandola: oggi gli mando una mail, e scrivo su PPR (che viene letto in redazione).
- qui si può dire la "nostra" fin che si vuole. Io non sono un collaboratore di PPR, ma tutte le volte che ho scritto sono stato pubblicato: un caso? non penso. Però, ripeto, non può diventare il forum ufficiale. Quello va chiesto alla redazione di Repubblica (e quoto uno degli anonimi che lo hanno detto prima di me)
- i refusi: PazzoPerRepubblica sintetizza bene: è Repubblica, non il giornaletto della parrocchia!
- la buona parte dei nostri discorsi di questi giorni sono in realtà il preludio alle grandi mutazioni che si prospettano all'orrizzonte; mi riferisco naturalmente al discorso "articoli online a pagamento". Piuttosto apriamo un dibattito su questo. Non si tratta di politica, ma di comunicazione
Le nuove 10 domande di Repubblica a Silvio Berlusconi.
Sperando che Silvio risponda subito, così ce le togliamo subito dalle palle.
1. Quando, signor presidente, ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Quante volte ha avuto modo d'incontrarla e dove? Ha frequentato e frequenta altre minorenni?
2. Qual è la ragione che l'ha costretta a non dire la verità per due mesi fornendo quattro versioni diverse per la conoscenza di Noemi prima di fare due tardive ammissioni?
3. Non trova grave, per la democrazia italiana e per la sua leadership, che lei abbia ricompensato con candidature e promesse di responsabilità politiche le ragazze che la chiamano "papi"?
4. Lei si è intrattenuto con una prostituta la notte del 4 novembre 2008 e sono decine le "squillo" che, secondo le indagini della magistratura, sono state condotte nelle sue residenze. Sapeva che fossero prostitute? Se non lo sapeva, è in grado di assicurare che quegli incontri non l'abbiano reso vulnerabile, cioè ricattabile - come le registrazioni di Patrizia D'Addario e le foto di Barbara Montereale dimostrano?
5. E' capitato che "voli di Stato", senza la sua presenza a bordo, abbiano condotto nelle sue residenze le ospiti delle sue festicciole?
6. Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiamo compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese e i nostri alleati che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto che ridimensionano la sua autonomia politica, interna e internazionale?
7. Le sue condotte sono in contraddizione con le sue politiche: lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?
8. Lei ritiene di potersi ancora candidare alla presidenza della Repubblica? E, se lo esclude, ritiene che una persona che l'opinione comune considera inadatto al Quirinale, possa adempiere alla funzione di presidente del consiglio?
9. Lei ha parlato di un "progetto eversivo" che la minaccia. Può garantire di non aver usato né di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?
10. Alla luce di quanto è emerso in questi due mesi, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?
E' morto a sorpresa Michael Jackson: chissà cosa troveremo domani (oggi) sul giornale. Repubblica.it tra i primi a dare la notizia.
Mentre i coccodrilli di Farrah Facwett erano già belli pronti in attesa di essere impaginati, quelli di Michael Jackson non erano neanche stati pensati. Quindi chissà cosa troveremo domani (oggi, visto che è ormai l'una) su Repubblica in merito alla notizia dell'improvvisa morte di Michael Jackson per infarto.
Pezzo tirato impiedi alla bellemmeglio da Castaldo? Ci ha pensato Assante? Moretti?
Ci sarà solo la notizia di cronaca?
Intanto è doveroso segnalare che il sito di Repubblica è stato, come sempre, tra i primissimi a pubblicare la notizia. Per dire, alle 00.30, mentre su Repubblica.it c'era già la notizia della morte accertata (foto sopra), sul sito del New York Times lo si dava ancora per ricoverato (foto sotto).
Update di Rodolfo:
Repubblica da' come notizie cose che NYT e BBC non riportano subito perche' devono prima verificare i fatti o perché (nel caso BBC) devono avere 2 fonti indipendenti altrimenti è un rumor.
Piuttosto che leggere il nemico.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
"Ciao PPR.
Da qualche mese lavoro a Valencia (Spagna) e mi capita spesso di dover prendere il treno per lavoro.
Cerco sempre di dotarmi di quotidiano da leggere durante il viaggio.
Ma ho notato che in parecchie edicole del centro cittá (vicino alla stazione ferroviaria) non vendono il "nostro" quotidiano, ma solo il Corriere e la Gazzetta.
Ammetto che ogni tanto passo alla concorrenza (Corriere) nell'attesa che la distribuzione raggiunga anche questo bellissimo centro cittá.
Ciao, Giovanni".
Caro Giovanni, piuttosto che leggere il nemico leggi Las Provincias, dignitoso quotidiano di Valencia che conoscerai sicuramente. Ovviamente se qualche responsabile della distribuzione di Repubblica sta leggendo questo post, è pregato di prendere provvedimenti urgenti. Come si fa a lasciare Giovanni senza Repubblica?
Il giornalaio 2.
A margine di un precedente post, ecco un commento di Scorfano:
"Posso portare un altro episodio, che mezzo smentisce ma mezzo conferma. Oggi un mio alunno che aveva l'esame di maturità stava male: allora lo ha accompagnato a scuola il padre, che fa il giornalaio, ed è rimsto ad aspettarlo nell'atrio per 5 ore. Si era portato dietro un pacco infinito di giornali e riviste. Mi ha detto: "Finalmente posso leggerli in pace..."
Foto da: www.fcpozzi.com
giovedì 25 giugno 2009
Psico Caballero e Veroncita.
Tra i vari messaggi ricevuti su questo blog a proposito della storia di Silvio e Veronica, il più bello è sicuramente questo di un lettore anonimo:
"siamo stufi di sentire i lamenti di psico-caballero e veroncita "
Il giornalaio.
Ho trovato questo delizioso racconto sul blog Distanti Saluti.
Io mi sono sempre chiesto come mai i giornalai, che hanno tutti i giornali del mondo a disposizione, stanno lì ad annoiarsi senza leggerne neanche uno: mai che mi fosse capitato di vedere un giornalaio che ingannasse l’attesa leggendo un giornale o una rivista, con la radio, qualcuno con la tv a batterie, la maggior parte senza nulla.
Poi oggi ho visto un giornalaio con il portatile, con la home di Repubblica.it, e ho pensato che la mia domanda esistenziale fosse oramai fuori tempo massimo.
(da un assist di Fabio V.)
Io mi sono sempre chiesto come mai i giornalai, che hanno tutti i giornali del mondo a disposizione, stanno lì ad annoiarsi senza leggerne neanche uno: mai che mi fosse capitato di vedere un giornalaio che ingannasse l’attesa leggendo un giornale o una rivista, con la radio, qualcuno con la tv a batterie, la maggior parte senza nulla.
Poi oggi ho visto un giornalaio con il portatile, con la home di Repubblica.it, e ho pensato che la mia domanda esistenziale fosse oramai fuori tempo massimo.
(da un assist di Fabio V.)
Riduzione del personale e sito a pagamento: le ultime esternazioni di De Benedetti.
"Riguardo allo stato di salute dell'editoria ha annunciato che "dai primi di luglio partirà una riduzione del personale a Repubblica, come del resto al Corriere della Sera". Per quanto riguarda il quotidiano di Ezio Mauro, è in fase di studio il progetto sui contenuti a pagamento del sito."
Alcune delle cose che Carlo De Benedetti ha detto agli ex allievi del Politecnico. Il resto lo trovate qui.
Repubblica ce l'ha il Social Media Editor? Il New York Times sì. Tiè!
E' notizia di qualche giorno fa che il New York Times ha assunto un Social Media Editor.
Io mi candido come Social Media Editor di Repubblica.
Io mi candido come Social Media Editor di Repubblica.
Spagna: un modello fallimentare.
Non ha portato molto bene alle furie rosse il paginone di oggi nello sport a cura di Fabrizio Bocca.
mercoledì 24 giugno 2009
Liguori : 'I lettori di Repubblica sono un popolo d'imbecilli' .
Dopo Vittorio Feltri e Sandro Bondi adesso ci si mette pure Paolo Liguori in questo lancio fresco fresco appena apparso sul sito del Corriere:
"MILANO - "Io sono convinto che i lettori di Repubblica siano un popolo di imbecilli, perche' continuano a leggere un giornale che gli racconta un sacco di panzane". Cosi' il direttore del Tg Com, Paolo Liguori, ha commentato ai microfoni dell'Agr l'attenzione dedicata dal quotidiano fondato da Scalfari all'inchiesta di Bari, sul caso delle presunte feste a pagamento che coinvolgerebbe il premier. "Repubblica sono 15 anni che dice che Berlusconi stupra, violenta, inganna, spaccia droga, ruba soldi - ha detto Liguori -. Lo dice impunemente, perche' nessuno le chiede conto. Sono convinti che gli italiani siano un popolo di imbecilli, perche' seguono Berlusconi". (Agr)"
In questo caso, cari miei lettori, il refuso sta direttamente nella testa di chi ha detto queste cose.
(da un assist di Jacopo N.)
Cap e cappelle.
ANCHE QUESTO NON E' UN REFUSO.
Chi scrive "budget cup" al posto di budget cap non può invocare il refuso, visto che l'errore è ripetuto due volte nel pezzo. La 'a' e la 'u' sono ben distinte e distanti, sulla tastiera del computer.
Questo è uno strafalcione ricorrente nel giornalismo italiano, soprattutto da chi evidentemente non sa l'inglese, se no si renderebbe conto che "budget cup" è un'espressione assurda (coppa del bilancio: e che vuol dire ? Forse è il premio ai migliori amministratori ?) mentre budget cap è comprensibilissimo, in inglese: tetto al bilancio.
Spiace che professionisti come Borgomeo ricadano in queste banalità esponendosi a figuracce, e spiace anche per Repubblica che si ostina a produrre sciatteria.
D'altronde la compagnia è buona, perchè sia in TV che sulla carta stampata è un profluvio di "exit pools" (exit polls) e "pool position (pole position).
Più piscine e più coppe per tutti insomma. Avanti così.
GPP
PS : prima di inviare questo post a PPR ho fatto la stessa cosa sul blog "Blog Motori" che Borgomeo tiene su Repubblica.it, e che è in tempo reale. Ci credereste ? Non è comparso...
Suscettibilità ?
Dal nostro inviato su Twitter.
Interessante articolo sul sito del Corriere a proposito del fenomeno Twitter e di come sta trasformando il modo di fare giornalismo.
Indovinate? Un refuso! Ma questo è (era) tosto.
Non si possono commettere errori così sul sito d'informazione più letto in Italia.
ps: per la cronaca, brochure si scrive così.
Update: sette minuti dopo la pubblicazione di questo post, a Repubblica.it hanno corretto l'errore (foto sotto). E' difficile che i grafici abbiano letto il blog e corretto l'errore. Sicuramente si saranno accorti da soli: era troppo evidente.
Che fine ha fatto Il Diario di Repubblica?
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera che porta un quesito a cui noi non siamo in grado di rispondere. Chissà se qualche anima pia, tipo qualche giornalista di Rep. lettore del blog, saprà dare una risposta all'ottimo Jacopo.
"Salve. Sono un affezionato lettore di questo blog che trovo molto divertente e da sempre sono un repubblica's addict!!
Ho notato una cosa strana nel mese di giugno: Il "diario" di rep. che solitamente esce ogni settimana il martedì, in giugno è uscito solo il 16 (andate a controllare sull'archivio del sito).
Sapreste spiegarmi il perché? Grazie Jacopo".
Fuori dai denti.
Finita l'anestesia e scemato il dolore, eccomi da voi a commentare la discussione scoppiata intorno al blog.
L'idea di questo blog, nato nella primavera del 2006, è quella di raccontare vita, morte, miracoli e curiosità del quotidiano La Repubblica. Tengo sotto controllo inviati, corrispondenti, cronisti, opinionisti. Quando sono per strada fotografo chiunque abbia in mano una copia di Repubblica.
E fotografo anche le pile di Repubblica impilate fuori dalle edicole di Milano e pubblico le foto sul blog nella rubrica "Dichiarazioni d'amore".
Ho riportato l'incipit della presentazione del blog (che trovate qui a destra) per rispondere alla discussione che da qualche giorno sta animando questo blog.
Nelle prime sei righe di quella presentazione c'è il concentrato del sapore che questo blog dovrebbe avere. Un blog ruspante, a volte naif, amatoriale e molto, molto spensierato.
In quella che io chiamo redazione non ci sono giornalisti professionisti (salvo un paio di collaboratori che però non ci tengono particolarmente a farlo sapere), né pubblicisti. Siamo tutti lettori appassionati di Repubblica innamorati a tal punto di questo fottuto giornale da arrivare anche ad odiarlo, certi giorni.
La mia idea non era (non è) quella di vivisezionare gli articoli e i commenti degli illustri inviati. L'idea è (era) quella di scherzare e di giocare con chi questo giornale lo scrive, lo disegna e lo stampa. E, perché no, lo legge.
E' vero, come dice Authan, che da qualche mese la maggior parte dei post si è concentrata sulla notifica dei refusi. Specie quelli più stupidi, specie quelli riportati sul repubblica.it, dove la fretta di postare le cose ti porta più facilmente a sbagliare. Ma è anche vero che, come altri hanno segnalato, il secondo (primo?) quotidiano italiano ha l'obbligo di curare i minimi particolari e così non ci va che certe cazzate vengano scritte per distrazione o poca professionalità. Cavolo, ci vuole davvero poco a dare una scorsa ai nomi degli inviati, ai titoli delle schede, alle didascalie delle foto. Lo si deve fare per rispetto, per educazione, per professionalità.
E poi, i ripetuti errori nella testata di R2 non vi sembrano gravi? Stiamo parlando di Repubblica, non della Gazzetta di Pontremoli. Con tutto il rispetto per la Gazzetta di Pontremoli.
Quindi ben vengano le critiche, che servono a far crescere il blog e a tenere in caldo la nostra passione per il giornale di nonno Scalfari. Però vorrei tanto che queste critiche venissero lette anche da chi il giornale lo fa, in un'ottica di Web 2.0, quella fastidiosissima definizione con cui viene chiamata quella nuova forma di fare internet che appartiene non solo a chi propone i contenuti sulla rete, ma anche e soprattutto a chi quei contenuti li fruisce e ha il diritto di condividerli, di crearli e di demolirli.
Mettiamocelo bene in testa: gli utilizzatori della rete non vogliono più sentirsi dire "compra questo prodotto perché fa bene". Questo concetto appartiene alla vecchia formula della comunicazione. Sulla rete è il consumatore finale che decide se un prodotto è buono e fa bene.
Ecco perché quando su PPR si accendono le polemiche vorrei tanto che di là dal cancello ci fosse qualcuno pronto a leggerle. Siano essi segnalazioni di stupidi refusi come commenti ad articoli di prima pagina. Anche se noi, qui a PPR, preferiamo continuare a segnalare i primi.
PS: sarà certamente un caso, ma da quando abbiamo abbassato il livello dei post, si è automaticamente alzato quello dei visitatori. Oh Cristo! Vuoi dire che ci stiamo ingossippando anche noi? Come il nostro beneamato quotidiano? Se lo sa Vittorio Feltri ci dedica la prima pagina di Libero.
PS2: sì, quella nella foto sono proprio io.
Quel Minzolin di fiori.
Dal blog di Vittorio Zambardino su Repubblica.it
Dichiarazioni del 1994 di Augusto Minzolini in un articolo intitolato “Il politico non ha un privato”:
“Le smentite a ripetizione rivelano solo che abbiamo una classe politica nuova che non ha ancora assimilato il fatto che un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e che deve comportarsi e parlare come tale. […] Quattro anni fa, e cioè in tempi non sospetti, scrissi che la nomina di Giampaolo Sodano alla Rai nasceva dai salotti di Gbr, la televisione di Anja Pieroni. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. Di Anja Pieroni sapevamo tutto da sempre e non era solo un personaggio della vita intima di Craxi. La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico”.
Da un assist di Fabio P.
martedì 23 giugno 2009
Confronti elettorali.
Ai ballottaggi elettorali oggi Repubblica ha dedicato 9 pagine, La Stampa 13 e il Corriere della Sera 19.
Strano vero le dieci pagine di differenza tra noi e il Corrierone?
Sarà perchè Repubblica ha deciso di fare articoli più corti? Di 50-60 battute contro le 110-150 di prima come ha detto questa mattina a Ultime da Babele l'ospite Natalia Aspesi?
Sarà perchè a Repubblica erano delusi dall'andamento dei ballottaggi?
Sarà per dare più spazio a Velinopoli?
Dite la vostra.
Strano vero le dieci pagine di differenza tra noi e il Corrierone?
Sarà perchè Repubblica ha deciso di fare articoli più corti? Di 50-60 battute contro le 110-150 di prima come ha detto questa mattina a Ultime da Babele l'ospite Natalia Aspesi?
Sarà perchè a Repubblica erano delusi dall'andamento dei ballottaggi?
Sarà per dare più spazio a Velinopoli?
Dite la vostra.
E' morto il fratello di Leonardo Coen.
E' morto a Milano Marcello Coen, fratello di Leonardo, corrispondente da Mosca di Repubblica. A Leonardo Coen avevamo dedicato un post qualche settimana fa.
Un abbraccio fortissimo a Leonardo da tutta la redazione di Pazzo Per Repubblica.
Un abbraccio fortissimo a Leonardo da tutta la redazione di Pazzo Per Repubblica.
Senza parole.
Chissà se anche Vanna Vannuccini di Repubblica sta cinguettando sui social network per carpire notizie da Teheran.
Foto: tehranbureau
Sti cavolo di aperitivi.
Dal blog di Maurizio Crosetti:
Ho commesso un errore. Mi sono seduto al tavolino di un bar all’aperto alle sei del pomeriggio, e ho chiesto un bicchiere d’acqua: perché avevo sete, perché era caldo e perché mi piace l’acqua (anche il vino, ma sopra i trentacinque gradi all’ombra no). Dopo qualche minuto, una specie di Noemi smagrita mi ha portato un vassoio lungo mezzo metro con sopra: patatine, sedano, carota, arachidi, tartine al formaggio, melone, anguria, ciliegie, cipolline e salse varie. C’era anche la mia acqua, però tonica e con scorza di limone. Otto euro, grazie. Prego. Ma io volevo l’acqua. E’ di quello che abbiamo bisogno.
Messina va a Palermo.
Pare che da settembre Sebastiano Messina sostituirà Enzo D'Antona come capo della redazione di Repubblica-Palermo.
(da un assist di Gery Palazzotto).
(da un assist di Gery Palazzotto).
lunedì 22 giugno 2009
Pazzo Per Repubblica: blog impegnato o blog spensierato? La discussione è aperta.
In attesa che Pazzo Per Repubblica si riprenda dalla convalescenza e dica finalmente la sua, pubblichiamo gli interessanti commenti che hanno animato la discussione lanciata da Authan nei giorni scorsi sul ruolo che questo blog deve avere all'interno della blogosfera.
Eccoli:
"Ma ci vedi a fare le pulci a Scalfari? Vedo un pericolo, quello di farlo diventare un blog di scontro politico e di farlo assomigliare a quelli già presenti su Repubblica.it.
Sono dubbioso, non mi sembra sia questo lo spirito con qui PPR è nato. Ma questo dovrebbe dircelo il nostro padrone di casa Enrico (anonimo)."
"Per carità, si eviti che anche questo blog diventi uguale a tanti altri, dove le polemiche personali sviliscono contenuti anche buoni. Piuttosto mi sento di proporre, come post, i rumors che riguardano la redazione, gli inviati, i redattori, insomma un "dietro le quinte", oppure un racconto fatto dal di dentro. A me interessa sapere, così esemplifico, perchè Licia Granello sia stata fatta fuori, anni fa, dalla redazione sportiva dove curava le pagelle della Nazionale. Tanto per dare un'idea. Però sono anche arrivato da poco e mi sembra presto per fornire consigli, ma siccome Authan ha aperto la discussione mi sono adeguato.(Frank 57)."
"Concordo al 100% con authan. Che si vuole dimostrare andando a cercare i refusi? Una certa sciatteria del giornale? Può anche essere, ma in fondo chi se ne frega?
Molto più interessante piuttosto è commentare le notizie sbagliate, gli articoli gaglioffi, le bizzarrie della cronaca, insomma i "refusi" giornalistici più che quelli grammaticali, e anche, sissignori, fare le pulci ai giornalisti quando scrivono cretinate.
Anche Scalfari a volte scrive stupidaggini, non è mica infallibile come il Papa. Del resto, perché abbassare il ruolo dei blogger a meri correttori di bozze? Sarebbe ora che questa benedetta interattività tra lettori e giornali, che sarà il vero futuro del giornalismo, on line e non, diventasse una cosa seria (aghost)."
"Quoto authan... I refusi, a meno che non siano degni di nota (partic divertenti), non valgono la pena di un post. Piuttosto si facciano le pulci agli articoli dei vari Giannini, Sofri, Scalfari, Serra..
Ad esempio ricordando(ci) le previsioni politico-elettorali di Scalfari, che non ne improcca una (gambero)."
"Credo che l'attenzione sui refusi possa sembrare ingiusta, spesso ingiustificata e di bassa qualità culturale. Ma da un giornale importante nel panorama editoriale italiano ci si aspetta sempre il massimo. Il refuso indica una profonda superficialità. Indica che chi scrive lo fa in fretta, non rilegge ciò che ha scritto. Ciò è trascurabile per chiunque di noi, ma non per un professionista.
Per quanto riguarda il commento agli articoli dei vari editorialisti, credo che ciò non possa prescindere dall'analisi dei contenuti di detti articoli, ciò avrebbe la conseguenza di creare tutta una serie di commenti si taglio politico, e credo che questo blog, molto saggiamente, se ne tenga alla larga. Io la penso così, poi sarà Enrico a dire la sua (Fabio V.)."
"Caro authan,
posso anche essere d'accordo in linea di massima: effettivamente sul blog ci sono troppo spesso post sui refusi.Però su un giornale come Repubblica, uno dei maggiori quotidiani italiani, certe sviste non dovrebbero esserci. punto e basta. Qualche tempo fa ero a cena con un inviato di Repubblica, uno dei pezzi da 90 del giornale; naturalmente si è parlato, anche, di giornali e di editoria (era appena "scappato" Calabresi). Durante la cena ho confessato di essere un assiduo lettore di questo blog, e ho riportato alcune delle più comuni critiche che qui vengono espresse: i refusi (ormai a quintali) e l'idiozia dell'impaginazione delle testatine di richiamo.
Sulla prima ha confessato che hanno appena "perso" un ottimo correttore di bozze (e si vede), sull'altra conveniva.
Io di lavoro faccio il grafico, e non potrei mai permettermi un refuso su uno stampato: sarebbero dolori, e giustamente chi mi paga non sarebbe così contento.
Visto che il quotidiano lo compero, mi aspetto lo stesso dalla redazione.
PS: tanto per gradire, io che di musica non capisco molto, oggi ho un dubbio: ma per elisa è stata composta in do minore oppure in la minore? perché nella stessa pagina di repubblica di oggi ci sono entrambe le affermazioni (cfr pag 35)(Stefano M.)"
E la discussione continua...
Ci ha scritto Cristina Milani, la psicologa terremotata.
Vi ricordate della sfortunata psicologa aquilana Cristina Milani?
Ieri ci ha scritto un veloce messaggio. Eccolo:
"Io credo invece che Jenner Meletti sia l'unico che si stia ricordando ancora di noi! Non posso credere che ci sia qualcuno invidioso a tal punto. Venite all'Aquila alla tenda n 16 e capirete !!! altro che film!!
Cristina".
Ciao Cristina. Grazie per averci scritto. Probabilmente ci hai trovato grazie a Google. Siamo contenti che tu possa utilizzare internet, lì al campo. Noi in realtà non ce l'avevamo nè con te nè con Jenner Meletti. Il nostro dissenso era per il baraccone mediatico che si è scatenato all'indomani del terremoto. In bocca al lupo per tutto. La redazione di PazzoPerRepubblica.
Sandro Bondi: "Repubblica è un pericolo per la democrazia".
Egregio direttore sono costretto per la seconda volta in pochi giorni a difendermi dal tentativo di Repubblica di denigrarmi, sia usando il «bastone», cercando di colpirmi negli affetti più cari, sia ricorrendo, come ha fatto Eugenio Scalfari in un articolo pubblicato ieri, a deliberate quanto provocatorie insinuazioni.
Inizia così lo sfogo di Sandro Bondi contro Repubblica apparso oggi sulle colonne de Il Giornale.
Qui il resto.
Qui il Domenicale di ieri di Scalfari, oggetto dei pruriti di Bondi.
(da un assist di Fabio V.)
Le cappellate della concorrenza.
Incredibile svarione da parte di Mario Sconcerti che sul Corriere di ieri ha scritto che l’unica Nazionale ad avere vinto due Mondiali di fila è stata l’Italia 1934-1938, dimenticandosi del tutto del Brasile 1958-1962.
Se era un modo per portare bene all’Italia è andata decisamente male.
Fabio P.
Se era un modo per portare bene all’Italia è andata decisamente male.
Fabio P.
Una sana critica al blog di cui faremo sicuramente tesoro.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo (e ci riserviamo di rispondere non appena ne saremo in grado fisicamente).
Un pugno e una carezza du un fedele vostro lettore abbonato al feed RSS.
La carezza: l'idea di questo blog, un contraltare critico e non sdraiato verso Repubblica, è straordinaria.
Il pugno: ci sono troppi micropost dedicati agli stupidi refusi, che sono gravi finché volete, ma ad un certo punto chissenefrega. Non dico che tali post vadano soppressi, ma neppure devono essere prevalenti.
Quanto sopra è detto e pensato senza voler mancare di rispetto al vostro lavoro, ci mancherebbe. Il mio intento è solo quello di stimolare un po' più di inventiva e di contenuti aventi un qualche spessore, alzando il livello dell'asticella e dello spirito critico. In una parola, vorrei più sostanza.
Perché non commentare di volta in volta un articolo? Una volta Merlo, una volta Ceccarelli, una volta Scalfari, Sofri, Lerner, Boeri, ecc. ecc. Scrivono cose sensate? O sciocchezze? Condividete o no? Omettono qualcosa o sono da urlo tanto sono perfetti? Sono questi i temi che vorrei leggere. Sapere che nel titolo a pagina 44 c'è una Z in piu mi è insignificante.
Manca il tempo? Non è obbligatorio postare tutti i santi giorni.
Salutoni e buon lavoro.
Con stima, il fedele lettore
authan
Un pugno e una carezza du un fedele vostro lettore abbonato al feed RSS.
La carezza: l'idea di questo blog, un contraltare critico e non sdraiato verso Repubblica, è straordinaria.
Il pugno: ci sono troppi micropost dedicati agli stupidi refusi, che sono gravi finché volete, ma ad un certo punto chissenefrega. Non dico che tali post vadano soppressi, ma neppure devono essere prevalenti.
Quanto sopra è detto e pensato senza voler mancare di rispetto al vostro lavoro, ci mancherebbe. Il mio intento è solo quello di stimolare un po' più di inventiva e di contenuti aventi un qualche spessore, alzando il livello dell'asticella e dello spirito critico. In una parola, vorrei più sostanza.
Perché non commentare di volta in volta un articolo? Una volta Merlo, una volta Ceccarelli, una volta Scalfari, Sofri, Lerner, Boeri, ecc. ecc. Scrivono cose sensate? O sciocchezze? Condividete o no? Omettono qualcosa o sono da urlo tanto sono perfetti? Sono questi i temi che vorrei leggere. Sapere che nel titolo a pagina 44 c'è una Z in piu mi è insignificante.
Manca il tempo? Non è obbligatorio postare tutti i santi giorni.
Salutoni e buon lavoro.
Con stima, il fedele lettore
authan
sabato 20 giugno 2009
venerdì 19 giugno 2009
Er cucuzzaro della Garbatella.
“Repubblica” la fanno a Roma, e a volte si vede. Nel senso che spesso anche nei titoli si usano espressioni più consuete alla Garbatella che nel resto d’Italia. Qualche tempo fa si è visto il titolo di una lettera che diceva “Quel documento caro mi è costato”, espressione tipicamente romana. E oggi si legge un titolo che parla del gelato che “non si squaglia”, mentre in italiano si dovrebbe dire che “non si scioglie”. Per non parlare dell’inglese. La didascalia di una foto che mostra Gattuso in mutande dice che “improvvisa uno streap”. Certo, sarebbe uno “strip”, ma, ahò, avrà ddetto er giornalista de Repubblica, se pronuncia uguale, no?
Fabio P.
Fabio P.
giovedì 18 giugno 2009
Il blog latita. Colpa dei denti.
Ieri il vostro amato PazzoPerRepubblica si è sottoposto ad un delicato intervento di implantologia dentaria.
Ecco il motivo della scarsità odierna di post.
I'm sorry.
mercoledì 17 giugno 2009
News in tempo reale. Più o meno.
Il Corriere online (come altri siti di news) questa mattina presto ci informava della morte del fratello di Mia Farrow.
Anche Repubblica ha avuto la bontà di avvertirci, con 10 ore di ritardo però (vedi i lanci di agenzia).
Che dire ? Forse il piccione viaggiatore con cui Agi comunica le notizie a Repubblica ha avuto un malore ?
gpp
Crollo senza sosta per i quotidiani: in un anno il Corsera perde 85mila copie, Repubblica 100mila.
Continua il crollo delle diffusioni dei quotidiani cartacei: secondo i dati forniti dalla Fieg agli associati, a maggio il Corriere della Sera ha mantenuto la leadership ma ha comunque ceduto 85mila copie rispetto allo stesso mese del 2008 (da 619mila a 534mila, -13,7%). Peggio ancora Repubblica, passata da 564mila a 464mila copie, ben 100mila in meno per un -16,4%.
Non va meglio per la Gazzetta dello Sport (da 378mila a 327mila, -13,5%). Tiene La Stampa, dove il neodirettore Mario Calabresi festeggia un +0,3% (da 301mila a 302mila), che di questi tempi è fià un bel successo, a differenza del Sole 24 Ore che registra un brusco -17,9% (da 356mila a 292mila copie).
Giù anche Il Messaggero (da 202mila a 194mila, -3,7%), Il Giornale (da 203mila a 171mila, -15,8%) e Libero (da 132mila a 124mila, -6%).
Fonte: Affari Italiani
La Repubblica, giornale-partito arrabbiato e inacidito.
E' quanto scrive Gianni Pardo in un pezzo apparso sul sito Affari Italiani.
Vi regaliamo la chiusura del pezzo:
"La Repubblica è un giornale-partito arrabbiato e inacidito. È un quotidiano che danneggia se stesso e la sinistra. Se non fosse così rancoroso e supponente, si potrebbero anche avere sentimenti di umana comprensione."
Il resto lo trovate qui.
Vi regaliamo la chiusura del pezzo:
"La Repubblica è un giornale-partito arrabbiato e inacidito. È un quotidiano che danneggia se stesso e la sinistra. Se non fosse così rancoroso e supponente, si potrebbero anche avere sentimenti di umana comprensione."
Il resto lo trovate qui.
Paiolo d'Oro a Vanna Vannuccini, inviata di Repubblica a Teheran.
Anche se non data le sue cronache essendo una collaboratrice di Repubblica, Vanna Vannuccini è là, sul pezzo. A Teheran in mezzo agli scontri e ci racconta da giorni gli incidenti con morti per le proteste contro i brogli alle elezioni in Iran.
Si sta proprio facendo un culo così. E il Paiolo d'Oro non glielo leva nessuno. Neppure Ahmadinejad.
Dai nostri (pochi) inviati in Sudafrica.
Bei tempi quelli delle vacche grasse in cui gli inviati al seguito della Nazionale erano 8 e anche più.
Adesso la crisi lascia il segno anche a Repubblica, che alla Confederation Cup in Sudafrica manda lo stretto indispensabile: Enrico Currò (decisamente recuperato dopo la sosta sabbatica), Fabrizio Bocca e Gabriele Romagnoli che fa quello che una volta faceva Maurizio Crosetti: le cronache romanzate delle partite.
martedì 16 giugno 2009
Lassù qualcuno ci legge.
Nella foto il prima e dopo della notizia sull'ingaggio di Ballardini dopo che noi avevamo riportato la cappellata.
Allora è proprio vero che lassù, a Repubblica, qualcuno ci legge.
Ballardini: l'uomo più ricco del mondo.
Secondo il sito di Repubblica, il nuovo allenatore della Lazio guadagnerebbe 750 milioni netti a stagione.
Beato lui. E noi che ci si scandalizzava per Cristiano Ronaldo e Kakà.
(da un assist di Jacopo N.)
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