Quello che vedete è un articolo di Camillo Langone apparso su Libero di oggi.
ps: e come ci ricorda Carmen, Camillo Langone è colui che tempo fa sosteneva che i padri che spingono il passeggino perdono ogni autorità di fronte ai pargoli.
(ringraziamo NLQB per la segnalazione)
mercoledì 30 novembre 2011
Vediamo un po' che passa il convento.
Come scrive il sito Campando, i filmati “più visti” sul sito di Repubblica pongono qualche domanda sull’autorevolezza di Repubblica.
Ministro senza portafoglio.
Caro GFS
un po’ di tempo libero, oggi, dedicato allo sfruculiamento delle pagine web dell’informazione nostrana.
Ho appena scovato una grave imprecisione di Piero Colaprico, in un articolo di RE INCHIESTE, sulla partecipazione di Alemanno ad una festa del boss calabrese Lampada.
Colaprico si riferisce ad Alemanno come ministro dell’Agricoltura in carica. La vicenda si svolge ad inizio aprile 2008, quindi in piena campagna elettorale per il sindaco di Roma, ma all’epoca Alemanno non era più ministro da due anni (lo era stato dal 2001 al 2006 durante i governi berlusconi 2 e 2bis).
Nell’aprile 2008 il ministro dell’Agricoltura (uscente visto che il centrosinistra perse le elezioni politiche) era Paolo De Castro del PD.
Non mi sembra un refuso da poco, un giornalista che vuole fare inchieste delicate tipo politica / mafia dovrebbe stare attento ai dettagli, perché è noto che il diavolo si nasconde in quelli.
Ovviamente questa non è una difesa di Alemanno, e non cambia per niente la validità della notizia, anzi secondo me la cosa è ancora più grave proprio perché fatta in campagna elettorale.
Ma se adesso Alemanno (ammesso che legga le inchieste di RE) fa partire una querela, con tutta la nostra buona volontà, mi spieghi come facciamo a difendere la nostra amata Repubblica?
GPP
Update: Hanno appena corretto l'articolo. Il "ministro" Alemanno è ritornato "candidato sindaco". Bellissimo goal di PPR su assist del sottoscritto gregario (alla faccia della modestia).
GPP
un po’ di tempo libero, oggi, dedicato allo sfruculiamento delle pagine web dell’informazione nostrana.
Ho appena scovato una grave imprecisione di Piero Colaprico, in un articolo di RE INCHIESTE, sulla partecipazione di Alemanno ad una festa del boss calabrese Lampada.
Colaprico si riferisce ad Alemanno come ministro dell’Agricoltura in carica. La vicenda si svolge ad inizio aprile 2008, quindi in piena campagna elettorale per il sindaco di Roma, ma all’epoca Alemanno non era più ministro da due anni (lo era stato dal 2001 al 2006 durante i governi berlusconi 2 e 2bis).
Nell’aprile 2008 il ministro dell’Agricoltura (uscente visto che il centrosinistra perse le elezioni politiche) era Paolo De Castro del PD.
Non mi sembra un refuso da poco, un giornalista che vuole fare inchieste delicate tipo politica / mafia dovrebbe stare attento ai dettagli, perché è noto che il diavolo si nasconde in quelli.
Ovviamente questa non è una difesa di Alemanno, e non cambia per niente la validità della notizia, anzi secondo me la cosa è ancora più grave proprio perché fatta in campagna elettorale.
Ma se adesso Alemanno (ammesso che legga le inchieste di RE) fa partire una querela, con tutta la nostra buona volontà, mi spieghi come facciamo a difendere la nostra amata Repubblica?
GPP
Update: Hanno appena corretto l'articolo. Il "ministro" Alemanno è ritornato "candidato sindaco". Bellissimo goal di PPR su assist del sottoscritto gregario (alla faccia della modestia).
GPP
Aspettando Godot Franceschini.
Oggi in Gran Bretagna si sta svolgendo il più grande sciopero della Pubblica Amministrazione dai tempi della non compianta Thatcher. Caos negli aeroporti, trasporti fermi, ospedali e scuole chiusi eccetera.
Peccato che questo lo debba sapere dal Nemico, visto che l’ineffabile Franceschini, il “corrispondente” londinese che dovrebbe informarci sugli umori sociali del Regno, non sta corrispondendo affatto.
Ma siccome sono ottimista, aspetto 48 ore per avere almeno il resoconto in differita. Semprechè non arrivi uno scoop – chessò - sull’estizione degli scoiattoli rossi di Hyde Park.
gpp
Peccato che questo lo debba sapere dal Nemico, visto che l’ineffabile Franceschini, il “corrispondente” londinese che dovrebbe informarci sugli umori sociali del Regno, non sta corrispondendo affatto.
Ma siccome sono ottimista, aspetto 48 ore per avere almeno il resoconto in differita. Semprechè non arrivi uno scoop – chessò - sull’estizione degli scoiattoli rossi di Hyde Park.
gpp
Conflitto tra frasi fatte.
Conflitto tra frasi fatte nell'articolo di Maria Novella De Luca su Lucio Magri a pagina 22 di oggi.
Si legge che ""le polemiche ci sono, scoppiano ma non divampano".
Meno male, stavo in pensiero.
Si legge che ""le polemiche ci sono, scoppiano ma non divampano".
Meno male, stavo in pensiero.
(Osservatorio Concita) Nel tritacarne.
Concita De Gregorio è finita nel tritacarne mediatico per alcune sue affermazioni pesanti relative al comportamento del PD nelle ultime regionali del Lazio. La dirigenza avrebbe fatto perdere Emma Bonino alle regionali del Lazio per aiutare Fini ad emanciparsi dal Cavaliere.
Ovviamente, Libero (maddaché?) e Giornaledifamiglia ci hanno gozzovigliato sopra.
Un chiaro punto della situazione lo fa oggi Mario Lavia su Europa.
Ovviamente, Libero (maddaché?) e Giornaledifamiglia ci hanno gozzovigliato sopra.
Un chiaro punto della situazione lo fa oggi Mario Lavia su Europa.
Osservatorio Recensioni. Niente di nuovo sul fronte occidentale.
Oggi su Repubblica Curzio Maltese recensisce il nuovo film di Woody Allen Midnight in Paris.
Ma noi continueremo la nostra battaglia.
ps: come sottolinea simpaticamente un anonimo commentatore, la recensione è datata "Roma", come se fosse una corrispondenza. Già che c'era poteva anche scrivere in che cinema l'aveva visto.
Ma noi continueremo la nostra battaglia.
ps: come sottolinea simpaticamente un anonimo commentatore, la recensione è datata "Roma", come se fosse una corrispondenza. Già che c'era poteva anche scrivere in che cinema l'aveva visto.
Osservatorio Errori. Ma non erano 140?
Bello l'articolo di oggi in apertura di R2 su Twitter. Peccato lo strafalcione nell'occhiello.
(segnalato via Twitter, per l'appunto, da lyndon69)
(segnalato via Twitter, per l'appunto, da lyndon69)
Gli eroi son tutti giovani e belli.
Dalla Piccola Posta di Adriano Sofri su Il Foglio:
Saverio Tutino e Lucio Magri erano giovani e belli. Di Saverio sono stato amico, di Lucio no, avemmo rivalità sdegnose che il tempo avrebbe mostrato buffe e sprecate. A dividerci c’erano dieci anni e altri dieci, un’enormità, allora, una bazzecola poi. Quando ci si commuove per la morte di persone con cui abbiamo condiviso, oltre a un lungo tratto di tempo, il proprio pezzetto di mondo, si diffida sempre che sia perché è alla morte nostra che pensiamo, se non a rallegrarci della vita che a noi resta, come se fosse la contropartita statistica di quelle che se ne vanno. Però è anche il contrario, che il capriccio dei turni di commiato, diventati così frequenti, spinge a immaginarsi negli altri e a prendere qualche distanza da sé. Che cosa penserei di me se fossi un altro e se fossi morto io. Questo relativismo compensa l’egoismo del lutto, e suscita una fraternità, come non succede, chissà perché, nei confronti degli altri di cui si creda che stanno bene, da parte di chi creda di star bene, per ora, per fortuna.
Sondaggione: votate gli articoli PPR+ e PPR- di settembre.
Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.
Buona lettura e buon voto!
Barbara Spinelli, editoriale del 7 settembre L’altrove del narcisista. Strepitoso pezzo della Spinelli che si sofferma sulla ricattabilità del Cav. e sulle conseguenze di questa vulnerabilità (“la debolezza di Berlusconi accresce negli italiani il disprezzo, l'odio della politica”). Con un finale pessimista. “Ormai sappiamo che riformista è chi si accredita conservando lo status quo, facendo favori a gruppi d'interesse, Chiesa compresa. Liberare l'Italia da mafie e ricatti non è considerato riformista. Sbarazzarsi di Berlusconi servirà a poco, in queste condizioni. Gli elettori sono disgustati dalla politica come nel '93-'94. Cercheranno un nuovo Berlusconi.”.
Ezio Mauro, editoriale del 13 settembre Berlusconi sconfitto sulle dieci domande. “Silvio Berlusconi ha perso. Per togliere di mezzo le dieci domande che Repubblica con Giuseppe D'Avanzo gli ha rivolto ogni giorno per sei mesi (chiedendogli conto di bugie e falsità sullo scandalo del "ciarpame politico" sollevato dalla first lady per lo scambio tra candidature e favori sessuali) il Presidente del Consiglio aveva denunciato il nostro giornale per diffamazione, chiedendo una condanna a un milione di euro per danni al suo onore e alla sua reputazione. La sentenza del Tribunale di Roma respinge la richiesta di risarcimento del Capo del governo (e anzi lo condanna a rifondere le spese processuali) con questa motivazione: le dieci domande "costituiscono legittimo esercizio del diritto di critica e lecita manifestazione della libertà di pensiero e di opinione garantita dall'articolo 21 della Costituzione". Viva Peppe, viva (la) Repubblica!
Gianni Mura, rubrica Sette giorni di cattivi pensieri del 18 settembre. La lettura domenicale di Mura ci allena la mente e ci rallegra il dì di festa. In questa, poi, ci rende anche orgogliosi perché Gianni strizza l'occhio più volte al nostro blog, dimostrando ancora una volta di esserne un affezionato lettore. http://www.grifoni.org/node/38417 Da segnalare anche il bel pezzo Il Metodo Simenon dell’11 settembre. “Una grande scrittura, come il piatto di un grande chef, raggiunta eliminando, non aggiungendo”, così Gianni sintetizza il talento del suo amatissimo Simenon.
Concita de Gregorio, commento del 19 settembre Il trattatello immorale della signorina Terry. Concita esamina con grande e condivisibile severità l’intervista televisiva di Terry De Nicolò in cui la escort ha esposto la sua filosofia di vita, un vero e proprio “trattato di antropologia culturale. (...) l'abbecedario della mutazione genetica di cui Pier Paolo Pasolini fu profeta e Silvio Berlusconi responsabile, per un trentennio suadente magnaccia. Colpevole del delitto politico di istigazione alla prostituzione di una generazione intera, corruttore morale e culturale di un Paese”. “Grande articolo” (Giorgio). “Ottima Concita: editoriale esemplare” (Frank).
Michele Serra, articolo del 27 settembre La nobiltà di un’arte popolare. Tra le tantissime segnalazioni che Serra ha ricevuto per il suo straordinario lavoro di settembre, ci piace riportare anzitutto quella in memoria di Sergio Bonelli la cui scomparsa ha colpito profondamente i tantissimi estimatori, molti anche feticisti di Repubblica, di Tex Willer. “Tex ha perduto suo fratello, Milano un cittadino importante, la cultura popolare italiana uno dei suoi protagonisti più ingegnosi e intellettualmente probi.” Degne di menzione, naturalmente, anche le Amache “ogni giorno più significative” (Frank), tra cui quella del 17 settembre che prendendo spunto da una trasmissione televisiva ci offre un’analisi “amara e puntuale dei tempi moderni, trattato socio-antropologico in poche righe, sguardo proiettato al futuro e alle conseguenze del berlusconismo sui costumi italici. Grande Serra” (Occam) e quella del 16 settembre, in cui ha riproposto, più difficile e sconcertante che mai, il mitico quiz italico sulle notizie vere e quella falsa.
Giovanni Pons, articolo del 27 settembre Bpm, ecco il documento segreto Carriere in banca decise dagli Amici. Grande scoop del giornalista economico che pubblica un documento in cui si rivela il perverso meccanismo di promozioni imposte dall'associazione Amici della Bpm “che da anni decide qualsiasi avanzamento di carriera all'interno della banca superando di fatto i poteri del cda, del direttore generale e del direttore del personale”. Un articolo che, prima ancora delle analisi di bilancio, spiega efficacemente le ragioni della drammatica situazione in cui versa la banca.
Vladimiro Polchi, articolo del 28 settembre I ragazzi della moschea. Sempre attento e informato, Polchi continua a fornire una quadro accurato e mai banale dello stato di integrazione dei nuovi italiani. Come in questa pregevole inchiesta che, partendo da alcune ricerche, ci rivela il pensiero delle nuove generazioni di musulmani. “A parlare sono le seconde generazioni di musulmani in Italia, ragazzi e ragazze che si sentono «metà e metà»: mezzi italiani mezzi marocchini, o egiziani, o pachistani. La loro è un'identità bricolage, un mix di elementi presi a prestito dal Paese di origine e dall'Italia. Sono la generazione "50 e 50", la doppia identità vissuta come ricchezza”.
Paolo Berizzi, articolo del 5 settembre Lecco, sparisce il cane della Brambilla e lei ingaggia una squadra di detective. Sì, Berizzi è stato inviato a Lecco per seguire la vicenda del ministro Brambilla che ha ingaggiato una squadra di detective per ricercare il suo amato cane scomparso. “Ma sono impazziti a Repubblica?” (Barbapapà)
Giuliano Balestrieri, Sara Bennewitz, articolo del 6 settembre "Aspettatevi altri scossoni puntate sui bund tedeschi e basta beni rifugio”. Terzo articolo del giornale sulla crisi del debito sovrano e nuovo tentativo pigro (solite interviste ad un po’ di gestori sparsi) e confuso (ciascuno ovviamente ha la sua ricetta: chi suggerisce di comprare Btp chi di evitare, chi è positivo sulle materie prime chi no…) che manca ancora una volta l’obiettivo di informare in maniera utile e chiara i lettori sui rischi di scenario e l’impatto sui portafogli.
Federico Rampini, articolo dell’8 settembre Frutta Ciliegugna o pescarina l'invasione dei nuovi ibridi. Purtroppo anche il severo e ascetico Rampini si lascia attrarre dalle lusinghe del paradiso della fuffa, alias R2.
Simone Marchetti, intervista a Anna Wintour del 24 settembre Sono disgustata e imbarazzata dovete mandare via il Cavaliere. Berlusconi regnante, Repubblica era talmente ansiosa di sparare a tutta pagina i giudizi negativi sul Cav. dell'opinione pubblica internazionale che, all'uopo, si arruolava chiunque passasse da queste parti. Come è successo, ad esempio, quando, nella sezione politica del giornale, è comparsa un'intervista ad Anna Wintour, direttrice di Vogue. In Italia per le sfilate della moda, la Wintour è stata intervistata da Repubblica per farci conoscere la sua importantissima, e negativissima ovviamente!, opinione su Berlusconi. Per fortuna, è finita.
Angelo Aquaro, articolo del 28 settembre Contrordine, i figli non sono uguali esiste il prediletto di mamma e papà. Null’altro da aggiungere al titolo per comprendere la notevole portata dell’argomento. Made in Usa, ovviamente.
Enrico Franceschini, articolo del 29 settembre L’algoritmo che governa la nostra vita. Altro impressionante affresco del corrispondente londinese sulla Gran Bretagna di Cameron…
Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.
Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.
Buona lettura e buon voto!
Barbara Spinelli, editoriale del 7 settembre L’altrove del narcisista. Strepitoso pezzo della Spinelli che si sofferma sulla ricattabilità del Cav. e sulle conseguenze di questa vulnerabilità (“la debolezza di Berlusconi accresce negli italiani il disprezzo, l'odio della politica”). Con un finale pessimista. “Ormai sappiamo che riformista è chi si accredita conservando lo status quo, facendo favori a gruppi d'interesse, Chiesa compresa. Liberare l'Italia da mafie e ricatti non è considerato riformista. Sbarazzarsi di Berlusconi servirà a poco, in queste condizioni. Gli elettori sono disgustati dalla politica come nel '93-'94. Cercheranno un nuovo Berlusconi.”.
Ezio Mauro, editoriale del 13 settembre Berlusconi sconfitto sulle dieci domande. “Silvio Berlusconi ha perso. Per togliere di mezzo le dieci domande che Repubblica con Giuseppe D'Avanzo gli ha rivolto ogni giorno per sei mesi (chiedendogli conto di bugie e falsità sullo scandalo del "ciarpame politico" sollevato dalla first lady per lo scambio tra candidature e favori sessuali) il Presidente del Consiglio aveva denunciato il nostro giornale per diffamazione, chiedendo una condanna a un milione di euro per danni al suo onore e alla sua reputazione. La sentenza del Tribunale di Roma respinge la richiesta di risarcimento del Capo del governo (e anzi lo condanna a rifondere le spese processuali) con questa motivazione: le dieci domande "costituiscono legittimo esercizio del diritto di critica e lecita manifestazione della libertà di pensiero e di opinione garantita dall'articolo 21 della Costituzione". Viva Peppe, viva (la) Repubblica!
Gianni Mura, rubrica Sette giorni di cattivi pensieri del 18 settembre. La lettura domenicale di Mura ci allena la mente e ci rallegra il dì di festa. In questa, poi, ci rende anche orgogliosi perché Gianni strizza l'occhio più volte al nostro blog, dimostrando ancora una volta di esserne un affezionato lettore. http://www.grifoni.org/node/38417 Da segnalare anche il bel pezzo Il Metodo Simenon dell’11 settembre. “Una grande scrittura, come il piatto di un grande chef, raggiunta eliminando, non aggiungendo”, così Gianni sintetizza il talento del suo amatissimo Simenon.
Concita de Gregorio, commento del 19 settembre Il trattatello immorale della signorina Terry. Concita esamina con grande e condivisibile severità l’intervista televisiva di Terry De Nicolò in cui la escort ha esposto la sua filosofia di vita, un vero e proprio “trattato di antropologia culturale. (...) l'abbecedario della mutazione genetica di cui Pier Paolo Pasolini fu profeta e Silvio Berlusconi responsabile, per un trentennio suadente magnaccia. Colpevole del delitto politico di istigazione alla prostituzione di una generazione intera, corruttore morale e culturale di un Paese”. “Grande articolo” (Giorgio). “Ottima Concita: editoriale esemplare” (Frank).
Michele Serra, articolo del 27 settembre La nobiltà di un’arte popolare. Tra le tantissime segnalazioni che Serra ha ricevuto per il suo straordinario lavoro di settembre, ci piace riportare anzitutto quella in memoria di Sergio Bonelli la cui scomparsa ha colpito profondamente i tantissimi estimatori, molti anche feticisti di Repubblica, di Tex Willer. “Tex ha perduto suo fratello, Milano un cittadino importante, la cultura popolare italiana uno dei suoi protagonisti più ingegnosi e intellettualmente probi.” Degne di menzione, naturalmente, anche le Amache “ogni giorno più significative” (Frank), tra cui quella del 17 settembre che prendendo spunto da una trasmissione televisiva ci offre un’analisi “amara e puntuale dei tempi moderni, trattato socio-antropologico in poche righe, sguardo proiettato al futuro e alle conseguenze del berlusconismo sui costumi italici. Grande Serra” (Occam) e quella del 16 settembre, in cui ha riproposto, più difficile e sconcertante che mai, il mitico quiz italico sulle notizie vere e quella falsa.
Giovanni Pons, articolo del 27 settembre Bpm, ecco il documento segreto Carriere in banca decise dagli Amici. Grande scoop del giornalista economico che pubblica un documento in cui si rivela il perverso meccanismo di promozioni imposte dall'associazione Amici della Bpm “che da anni decide qualsiasi avanzamento di carriera all'interno della banca superando di fatto i poteri del cda, del direttore generale e del direttore del personale”. Un articolo che, prima ancora delle analisi di bilancio, spiega efficacemente le ragioni della drammatica situazione in cui versa la banca.
Vladimiro Polchi, articolo del 28 settembre I ragazzi della moschea. Sempre attento e informato, Polchi continua a fornire una quadro accurato e mai banale dello stato di integrazione dei nuovi italiani. Come in questa pregevole inchiesta che, partendo da alcune ricerche, ci rivela il pensiero delle nuove generazioni di musulmani. “A parlare sono le seconde generazioni di musulmani in Italia, ragazzi e ragazze che si sentono «metà e metà»: mezzi italiani mezzi marocchini, o egiziani, o pachistani. La loro è un'identità bricolage, un mix di elementi presi a prestito dal Paese di origine e dall'Italia. Sono la generazione "50 e 50", la doppia identità vissuta come ricchezza”.
Paolo Berizzi, articolo del 5 settembre Lecco, sparisce il cane della Brambilla e lei ingaggia una squadra di detective. Sì, Berizzi è stato inviato a Lecco per seguire la vicenda del ministro Brambilla che ha ingaggiato una squadra di detective per ricercare il suo amato cane scomparso. “Ma sono impazziti a Repubblica?” (Barbapapà)
Giuliano Balestrieri, Sara Bennewitz, articolo del 6 settembre "Aspettatevi altri scossoni puntate sui bund tedeschi e basta beni rifugio”. Terzo articolo del giornale sulla crisi del debito sovrano e nuovo tentativo pigro (solite interviste ad un po’ di gestori sparsi) e confuso (ciascuno ovviamente ha la sua ricetta: chi suggerisce di comprare Btp chi di evitare, chi è positivo sulle materie prime chi no…) che manca ancora una volta l’obiettivo di informare in maniera utile e chiara i lettori sui rischi di scenario e l’impatto sui portafogli.
Federico Rampini, articolo dell’8 settembre Frutta Ciliegugna o pescarina l'invasione dei nuovi ibridi. Purtroppo anche il severo e ascetico Rampini si lascia attrarre dalle lusinghe del paradiso della fuffa, alias R2.
Simone Marchetti, intervista a Anna Wintour del 24 settembre Sono disgustata e imbarazzata dovete mandare via il Cavaliere. Berlusconi regnante, Repubblica era talmente ansiosa di sparare a tutta pagina i giudizi negativi sul Cav. dell'opinione pubblica internazionale che, all'uopo, si arruolava chiunque passasse da queste parti. Come è successo, ad esempio, quando, nella sezione politica del giornale, è comparsa un'intervista ad Anna Wintour, direttrice di Vogue. In Italia per le sfilate della moda, la Wintour è stata intervistata da Repubblica per farci conoscere la sua importantissima, e negativissima ovviamente!, opinione su Berlusconi. Per fortuna, è finita.
Angelo Aquaro, articolo del 28 settembre Contrordine, i figli non sono uguali esiste il prediletto di mamma e papà. Null’altro da aggiungere al titolo per comprendere la notevole portata dell’argomento. Made in Usa, ovviamente.
Enrico Franceschini, articolo del 29 settembre L’algoritmo che governa la nostra vita. Altro impressionante affresco del corrispondente londinese sulla Gran Bretagna di Cameron…
Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.
Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.
Le insidie del copiaincollismo selvaggio.
Copiando il colonnino destro della prima pagina di Repubblica di lunedì 28, ieri è stata lasciata per sbaglio la testatina R2. Peccato che il seguito del reportage di Bernardo Valli dall'Egitto, ieri, sia a pagina 17, ben lontana dalla sezione R2.
Occam
Occam
martedì 29 novembre 2011
E' pronto il Pazzo Per Repubblica Daily.
Il Pazzo Per Repubblica Daily è online. Correte a vederlo.
Per il momento è disponibile solo in inglese.
(l'idea è di PaperLi)
Per il momento è disponibile solo in inglese.
(l'idea è di PaperLi)
La first sciura veste Armani.
Caro pazzo,
per tua conoscenza ti segnalo che la first sciura, nonché republicona, Cinzia Sasso alla prima della Scala vestirà Armani (fonte: Vanity Fair)
Occam
per tua conoscenza ti segnalo che la first sciura, nonché republicona, Cinzia Sasso alla prima della Scala vestirà Armani (fonte: Vanity Fair)
Occam
La storia cambia in pochi secondi.
E' l'headline della campagna pubblicitaria per promuovere repubblica.it all'estero.
Approfondimenti su Stampacadabra.
Approfondimenti su Stampacadabra.
ScarsoPerRepubblica.
L'attento Claudio Cerasa si è messo lì e ha fatto una meticolosa analisi per capire su quali giornali hanno scritto i nuovi esponenti dell’esecutivo Monti.
E così scopriamo che il giornale più rappresentato è Il Sole 24 Ore (con undici esponenti del governo che hanno scritto un articolo prima di arrivare al governo), seguono il Nemico con sei e la Busiarda con tre. Chiudono il gruppo l'Unità e Repubblica.
Strano, vero? Per due giornali che hanno fatto i salti mortali per mandare a casa il Papi.
E così scopriamo che il giornale più rappresentato è Il Sole 24 Ore (con undici esponenti del governo che hanno scritto un articolo prima di arrivare al governo), seguono il Nemico con sei e la Busiarda con tre. Chiudono il gruppo l'Unità e Repubblica.
Strano, vero? Per due giornali che hanno fatto i salti mortali per mandare a casa il Papi.
In compenso siamo sempre informati sugli acquisti natalizi di Barbara Berlusconi.
E’ imbarazzante vedere la differenza che c’è fra l’informazione estera, sui problemi internazionali, e la stampa di casa nostra (ahimè anche Repubblica), intenta invece a guardarsi l’ombelico.
Un esempio?
Due giorni fa, una sciagurata azione militare Nato in Pakistan ha ucciso 27 militari pakistani, fra soldati e ufficiali, mandando a pezzi una già fragile parvenza di intesa fra Usa e Pakistan sulla lotta ai talebani. Se ne sono occupati i giornali di tutto il mondo. Da noi, solo una breve ‘news’ di Repubblica e La Stampa, durata lo spazio di mezza giornata, senza approfondimenti (minimo, meritava un editoriale). Sul Corriere addirittura la cosa è stata assolutamente ignorata.
In compenso abbiamo scoperto che la fidanzata di Lavezzi ha insultato i napoletani via Twitter e siamo informati sugli acquisti natalizi di Barbara Berlusconi…
gpp
Un esempio?
Due giorni fa, una sciagurata azione militare Nato in Pakistan ha ucciso 27 militari pakistani, fra soldati e ufficiali, mandando a pezzi una già fragile parvenza di intesa fra Usa e Pakistan sulla lotta ai talebani. Se ne sono occupati i giornali di tutto il mondo. Da noi, solo una breve ‘news’ di Repubblica e La Stampa, durata lo spazio di mezza giornata, senza approfondimenti (minimo, meritava un editoriale). Sul Corriere addirittura la cosa è stata assolutamente ignorata.
In compenso abbiamo scoperto che la fidanzata di Lavezzi ha insultato i napoletani via Twitter e siamo informati sugli acquisti natalizi di Barbara Berlusconi…
gpp
Se ci si mette pure Il Fatto.
E noi che eravamo abituati alle fotonotizie anti-Repubblica solo su Libero e Giornale (quelle ci sono anche oggi, per carità: adesso è il turno della Dolce Concita)...
(foto dal Fatto Quotidiano)
(foto dal Fatto Quotidiano)
Osservatorio Errori. Che cosa voleva dire Carradine?
Roberto Nepoti è un bravissimo critico cinematografico, ma forse non conosce bene l'inglese (e la televisione). Nell'intervista pubblicata oggi fa dire a Keith Carradine:
Resteremo con il dubbio di che cosa Carradine abbia davvero detto.
Fabio P.
"Ho partecipato alla nuova serie di 'Dexter' sempre nella parte di John Lundy: mi ha onorato essere invitato a tornare mentre la norma è che un personaggio faccia una sola stagione".Io più che onorato sarei stato sorpreso, visto che l'agente speciale John Lundy è stato ucciso con svariati colpi di pistola due stagioni fa dopo 15 puntate.
Resteremo con il dubbio di che cosa Carradine abbia davvero detto.
Fabio P.
(Vita di redazione 206). Prestigiosa presenza al tavolo-che-conta: Miriam Mafai. Reunio 11ª d.B.
VITA DI REDAZIONE del 28/11/2011.
Durata 6'56”.
Il lunedì dev'essere il giorno libero per il diretùr de “Il Venerdì”, Attilio Giordano che si sta accomodando per lo sfoglio de “la Repubblica” (00'10”).
Prestigiosa presenza al tavolo-che-conta: è quella di Miriam Mafai (00'14”).
00'18”. Cambio grafico per i sottotitoli: l'era dell'arancione.
00'29”. Gianluca Luzi con la testa a New York.
00'41”.È appena arrivato Antonio Maida che sta appoggiando la mazzetta sulla scrivania.
0'56”. Altro arrivo. È il vice-diretùr Gregorio Botta che riceve subito un “cazziatone” da Miriam Mafai che se lo può permettere. Però Botta si offende e si allontana immediatamente (00'58”).
1'02”. Robinson Crusoe è approdato nella “Situation Room” sotto le mentite spoglie di Dario Olivero.
1'22”. Gesto di cavalleria da parte del vice-diretùr Dario Cresto-Dina nei confronti di Miriam Mafai: il suo cappotto viene appoggiato sulla spalliera della poltrona che occupa (1'25”).
1'45”. Marco Patucchi sta calcolando a mano lo spread odierno, Antonio Maida alla composizione di un pezzo confortato dalla striscia di sole che lo accarezza sulla schiena. Curva Sud ben presidiata da Livio Quagliata, Giuseppe Smorto (anche se completamente coperto dev'essere lui) e Angelo Carotenuto.
Il (social) Diretùr dice che “la luna di miele è un concetto sconosciuto ai mercati”.
2'02”. Allarme! Il Nemico in redazione.
Il (social) Diretùr dice, riferito a B.: “Capire dove lo porta la ragione e non la pancia”.
3'43”. Il messo ha iniziato la distribuzione dei “pizzini”, mentre Miriam Mafai è più interessata allo sfoglio del vice-diretùr Gregorio Botta.
3'51”. Ritorna la ragazza dall'orecchino di perla (che oggi non ha) e ringrazia sorridendo il messo che le porge i fogli. Una bella immagine.
4'03”. Ubriacato dal sorriso ricevuto, il messo sbanda e osa addirittura entrare nell'inquadratura di Claudio (virgolet)Tito che sta parlando, diventando così coprotagonista.
4'09”. DC-D è alla ricerca di oggetti smarriti sotto il giornale, Alberto Mattone è impegnato a risollevare le sorti di un pedalino che si era abbassato.
Consueto exploit di Claudio (virgolet)Tito che dice tutto d'un fiato: “naturalmenteilpre(si)dentedelconsiglio”.
4'28”. Chissà chi è in ginocchio, forse da Attilio Giordano, che si trova in zona?
4'31”. Sta tornando al proprio posto una “quota rosa” molto presente al tavolo-che-conta, ma della quale ignoriamo ancora l'identità.
4'35”. Curioso atteggiamento di Mauro Piccoli pronto a balzare addosso alla telecamera che, finalmente, dà luce intera alla ragazza con l'orecchino di perla (che oggi non ha).
4'44”. Angolo molto affollato nella parte alta della tribuna Ovest.
5'09”. Si staglia sulla porta d'ingresso una persona, novello Diogene, che sembra cercare qualcuno.
5'25”. Affettuosità incrociate fra il (social) Diretùr e Valentina Desalvo. Mentre Alberto Mattone, dopo essersi sistemato il pedalino, si rifocilla con un bicchierino di caffè.
5'28”. Raro fotogramma del (social) Diretùr sorridente.
5'41”. Alberto Mattone manda un sms al barista, perché il caffè che ha bevuto era una “ciofeca”.
6'10”. “la Repubblica” abbandonata sullo schienale della sedia ci conferma che Antonio Maida sta sfogliando il Nemico.
6'17”. In piena azione l'operatore Giorgio Caruso, mentre Claudio (virogolet)Tito si rilassa conversando con Marco Patucchi. È lungo il conciliabolo tra i due, mentre la Reunio svanisce.
CINGUETTII DI GIORNATA (e non).
Agenzia ANSA
Ezio Mauro
Frank
Durata 6'56”.
Il lunedì dev'essere il giorno libero per il diretùr de “Il Venerdì”, Attilio Giordano che si sta accomodando per lo sfoglio de “la Repubblica” (00'10”).
Prestigiosa presenza al tavolo-che-conta: è quella di Miriam Mafai (00'14”).
00'18”. Cambio grafico per i sottotitoli: l'era dell'arancione.
00'29”. Gianluca Luzi con la testa a New York.
00'41”.È appena arrivato Antonio Maida che sta appoggiando la mazzetta sulla scrivania.
0'56”. Altro arrivo. È il vice-diretùr Gregorio Botta che riceve subito un “cazziatone” da Miriam Mafai che se lo può permettere. Però Botta si offende e si allontana immediatamente (00'58”).
1'02”. Robinson Crusoe è approdato nella “Situation Room” sotto le mentite spoglie di Dario Olivero.
1'22”. Gesto di cavalleria da parte del vice-diretùr Dario Cresto-Dina nei confronti di Miriam Mafai: il suo cappotto viene appoggiato sulla spalliera della poltrona che occupa (1'25”).
1'45”. Marco Patucchi sta calcolando a mano lo spread odierno, Antonio Maida alla composizione di un pezzo confortato dalla striscia di sole che lo accarezza sulla schiena. Curva Sud ben presidiata da Livio Quagliata, Giuseppe Smorto (anche se completamente coperto dev'essere lui) e Angelo Carotenuto.
Il (social) Diretùr dice che “la luna di miele è un concetto sconosciuto ai mercati”.
2'02”. Allarme! Il Nemico in redazione.
Il (social) Diretùr dice, riferito a B.: “Capire dove lo porta la ragione e non la pancia”.
3'43”. Il messo ha iniziato la distribuzione dei “pizzini”, mentre Miriam Mafai è più interessata allo sfoglio del vice-diretùr Gregorio Botta.
3'51”. Ritorna la ragazza dall'orecchino di perla (che oggi non ha) e ringrazia sorridendo il messo che le porge i fogli. Una bella immagine.
4'03”. Ubriacato dal sorriso ricevuto, il messo sbanda e osa addirittura entrare nell'inquadratura di Claudio (virgolet)Tito che sta parlando, diventando così coprotagonista.
4'09”. DC-D è alla ricerca di oggetti smarriti sotto il giornale, Alberto Mattone è impegnato a risollevare le sorti di un pedalino che si era abbassato.
Consueto exploit di Claudio (virgolet)Tito che dice tutto d'un fiato: “naturalmenteilpre(si)dentedelconsiglio”.
4'28”. Chissà chi è in ginocchio, forse da Attilio Giordano, che si trova in zona?
4'31”. Sta tornando al proprio posto una “quota rosa” molto presente al tavolo-che-conta, ma della quale ignoriamo ancora l'identità.
4'35”. Curioso atteggiamento di Mauro Piccoli pronto a balzare addosso alla telecamera che, finalmente, dà luce intera alla ragazza con l'orecchino di perla (che oggi non ha).
4'44”. Angolo molto affollato nella parte alta della tribuna Ovest.
5'09”. Si staglia sulla porta d'ingresso una persona, novello Diogene, che sembra cercare qualcuno.
5'25”. Affettuosità incrociate fra il (social) Diretùr e Valentina Desalvo. Mentre Alberto Mattone, dopo essersi sistemato il pedalino, si rifocilla con un bicchierino di caffè.
5'28”. Raro fotogramma del (social) Diretùr sorridente.
5'41”. Alberto Mattone manda un sms al barista, perché il caffè che ha bevuto era una “ciofeca”.
6'10”. “la Repubblica” abbandonata sullo schienale della sedia ci conferma che Antonio Maida sta sfogliando il Nemico.
6'17”. In piena azione l'operatore Giorgio Caruso, mentre Claudio (virogolet)Tito si rilassa conversando con Marco Patucchi. È lungo il conciliabolo tra i due, mentre la Reunio svanisce.
CINGUETTII DI GIORNATA (e non).
Agenzia ANSA
Lazio-Juve: e in tribuna c'e' Guarguaglini: Il presidente di Finmeccanica era seduto tra Ezio Mauro e Massimo Giletti bit.ly/vnvy3S 27 novembre.Ezio Mauro
Qualcuno avverta Berlusconi che i comunisti non ci sono più e Monti, suo vero incubo, è un liberale: deve inventarsi un'altra guerra. 27 novembre.Ezio Mauro
Monti non ha ancora una maggioranza ma guardando i giornali di destra si capisce che ha già un'opposizione, e prima o poi si manifesterà. 27 novembre.Repubblica.it
Addio a Saverio Tutino partigiano e intellettuale bit.ly/ulhzPp ore 16:00Ritwittato da eziomauro
Ezio Mauro
C'è un'emergenza di buon senso: la Rai. Nessuno spoil system, ovvio. Ma quella struttura armata al servizio di Berlusconi va disarmata. 19:00Visto, si stampi.
Frank
L'acqua del sud bagna di meno.
Torniamo sulla questione della scarsa risonanza data all'alluvione di Messina rispetto a quella di Genova, pubblicando le due prime del Messaggero all'indomani delle due tragedie.
Ci sembra chiara la differenza di spazio dato all'una e all'altra notizia.
Anche se c'è da dire che di là i morti erano 6 e di qua 3.
(ringraziamo Gio per la segnalazione)
Ci sembra chiara la differenza di spazio dato all'una e all'altra notizia.
Anche se c'è da dire che di là i morti erano 6 e di qua 3.
(ringraziamo Gio per la segnalazione)
La morte di Lucio Magri. Tra mistero, incredulità e pettegolezzi non richiesti.
Adesso è tutto più chiaro, cristallino.
Adesso ho finalmente capito perché nessun sito di informazione riportava la notizia.
Lucio Magri si è lasciato morire, devastato dalla depressione. E ha deciso di andare a farlo in Svizzera, dove l'eutanasia assistita è legale.
Ma riavvolgiamo per un attimo il nastro.
A me la notizia è arrivata ieri notte intorno alle 23 su Twitter. Un cinguettio laconico e drammatico di Marco Castelnuovo giornalista della Stampa: "È morto Lucio Magri. Fu tra i fondatori de Il Manifesto". Forse il primo o comunque tra i primissimi a twittare la triste notizia.
E così decido di scrivere un post, perché io quel manifesto là lo leggevo, lo divoravo. E poi perché, come ogni tanto ci ricorda MUDD, questo è soprattutto un blog sul giornalismo.
Ma prima di pubblicare vorrei delle conferme sulla rete per capire meglio: come, quando, perché?
Ma tutto tace: Repubblica, Corriere, Stampa, Unità, persino il manifesto. Addirittura l'Ansa. Tutti zitti.
Anche Luisa Betti, lettrice di PPR, chiede disperatamente conferme:
E inevitabilmente finisco al primo posto su Google alla ricerca "Morto Lucio Magri", perchè veramente sono tra i primi a scriverne su un blog. E a Google i blog piacciono.
Poi, piano piano, ecco altri cinguettii di conferma. Altri blog, ma ancora pochi, si contano sulle dita di una mano. Notizie frammentarie, poche conferme. Il blog enricoberlinguer.it riporta la notizia, ma non approfondisce. Non sa come farlo. O forse non può farlo.
Repubblica e gli altri, ancora zitti, forse imbavagliati, probabilmente inconsci.
Alle 2, vinto dalla stanchezza ma ancora incredulo, spengo tutto e vado a dormire.
Con repubblica.it che ancora non riporta nulla.
Ma adesso ho capito perché: la notizia era di quelle scomode.
Riportiamo il nastro avanti, alle 8 di oggi, quando GPP pubblica questo commento:
Eccola lì, la notizia che aspettavo. E il mistero si risolve in un attimo.
Alla prima piazzola disponibile accosto la macchina e leggo il pezzo di Simonetta Fiori, una sorta di scoop, un'esclusiva di Largo Fochetti visto che gli altri siti riportano frammenti del pezzo stesso della Fiori.
Il pezzo di SF è bello. Ma c'è qualcosa che dà fastidio. Qualcosa che contrasta con una frase che proprio SF scrive all'inizio del pezzo:
Ma SF è la prima a non rispettare questa richiesta. Che bisogno c'era di tirare in ballo così spesso la colf sudamericana di Magri? Serviva? Forse sì, per dare sapore al pezzo.
Guarda caso, su PPR arriva questo commento di Fabio P.:
Ciao Lucio, che la terra ti sia lieve.
FS
Adesso ho finalmente capito perché nessun sito di informazione riportava la notizia.
Lucio Magri si è lasciato morire, devastato dalla depressione. E ha deciso di andare a farlo in Svizzera, dove l'eutanasia assistita è legale.
Ma riavvolgiamo per un attimo il nastro.
A me la notizia è arrivata ieri notte intorno alle 23 su Twitter. Un cinguettio laconico e drammatico di Marco Castelnuovo giornalista della Stampa: "È morto Lucio Magri. Fu tra i fondatori de Il Manifesto". Forse il primo o comunque tra i primissimi a twittare la triste notizia.
E così decido di scrivere un post, perché io quel manifesto là lo leggevo, lo divoravo. E poi perché, come ogni tanto ci ricorda MUDD, questo è soprattutto un blog sul giornalismo.
Ma prima di pubblicare vorrei delle conferme sulla rete per capire meglio: come, quando, perché?
Ma tutto tace: Repubblica, Corriere, Stampa, Unità, persino il manifesto. Addirittura l'Ansa. Tutti zitti.
Anche Luisa Betti, lettrice di PPR, chiede disperatamente conferme:
Ho visto la notizia sia su Twitter che su Facebook, ma oltre a questo blog e a un altro non c'è traccia, non mi risulta che, almeno fino a pochi giorni fa, stesse male. Non riesco a capire, da dove è arrivata la notizia? siamo sicuri?Decido comunque di postare la notizia, perchè di Marco mi fido.
E inevitabilmente finisco al primo posto su Google alla ricerca "Morto Lucio Magri", perchè veramente sono tra i primi a scriverne su un blog. E a Google i blog piacciono.
Poi, piano piano, ecco altri cinguettii di conferma. Altri blog, ma ancora pochi, si contano sulle dita di una mano. Notizie frammentarie, poche conferme. Il blog enricoberlinguer.it riporta la notizia, ma non approfondisce. Non sa come farlo. O forse non può farlo.
Repubblica e gli altri, ancora zitti, forse imbavagliati, probabilmente inconsci.
Alle 2, vinto dalla stanchezza ma ancora incredulo, spengo tutto e vado a dormire.
Con repubblica.it che ancora non riporta nulla.
Ma adesso ho capito perché: la notizia era di quelle scomode.
Riportiamo il nastro avanti, alle 8 di oggi, quando GPP pubblica questo commento:
Magri si è lasciato morire, in Svizzera, dove l'eutanasia assistita è legale.Esco di casa, porto mia figlia a scuola e alla prima edicola che trovo compro Repubblica.
Argomento tabù, credo, per alcuni ambienti. Credo che in via Solferino e via Marenco stiano ancora studiando come cucinare la cosa, il coccodrillo da tempo nei cassetti dovranno buttarlo via.
Eccola lì, la notizia che aspettavo. E il mistero si risolve in un attimo.
Alla prima piazzola disponibile accosto la macchina e leggo il pezzo di Simonetta Fiori, una sorta di scoop, un'esclusiva di Largo Fochetti visto che gli altri siti riportano frammenti del pezzo stesso della Fiori.
Il pezzo di SF è bello. Ma c'è qualcosa che dà fastidio. Qualcosa che contrasta con una frase che proprio SF scrive all'inizio del pezzo:
Ma ora che importa? Che volete sapere? Non fate troppi pettegolezzi, l'aveva già detto qualcun altro ma in questi casi non conta l'originalità.Non fate troppi pettegolezzi dunque, come scrisse Pavese il giorno del suo, di suicidio.
Ma SF è la prima a non rispettare questa richiesta. Che bisogno c'era di tirare in ballo così spesso la colf sudamericana di Magri? Serviva? Forse sì, per dare sapore al pezzo.
Guarda caso, su PPR arriva questo commento di Fabio P.:
Bello il pezzo di Simonetta Fiori sull'attesa della notizia della morte. Ma stride il modo in cui per due volte viene nominata la colf: "Lalla, la domestica sudamericana", "Lalla, la domestica peruviana". C'era bisogno di sottolinearlo? Ci vedo un po' di classismo e anche di razzismo. Sembra Tintin quando parla degli africani o degli indios.E poco dopo arriva questa mail di Lucia:
caro feticista,Già, se ne sentiva il bisogno?
ho letto l'articolo sul suicidio assistito di lucio magri su repubblica di stamani.
a parte il tono davvero da gauche caviar, per dirla come il buon vecchio cuore ( Niente sembra fuori posto, il parquet chiaro, i divani bianchi, i libri sulla scrivania Impero, la collezione del Manifesto vicina a quella dei fascicoli di cucina, si sa che Lucio è un cuoco raffinato) c'è una cosa che mi ha decisamente urtato il sistema nervoso.
l'insistere pedante sulla "cameriera lalla".
la signora viene chiamata in ballo una prima volta:
"In cucina Lalla, la cameriera sudamericana, prepara il Martini con cura, il bicchiere giusto, quello a cono, con la scorza di limone".
poche righe più giù impariamo con maggiore precisione che la cameriera è peruviana:
" Lalla, la cameriera peruviana, va a fare la spesa per il pranzo, vi fermate vero a colazione? E' affettuosa, Lalla, ha ricevuto tutte le ultime disposizioni dal padrone di casa. No, non ha bisogno di soldi per il pranzo, ci sono ancora quelli vecchi che lui le ha lasciato."
ora, sinceramente, ma si sentiva proprio il bisogno di questo "tocchi di colore?"
Ciao Lucio, che la terra ti sia lieve.
FS
E' morto Lucio Magri, fu tra i fondatori del manifesto.
Che la terra gli sia lieve.
ps: al momento in cui scriviamo sono le 01:14 ed è curioso che a circa un'ora dalla morte di Lucio Magri i siti di Repubblica, Corriere e Stampa ancora non ne parlino.
ps: al momento in cui scriviamo sono le 01:14 ed è curioso che a circa un'ora dalla morte di Lucio Magri i siti di Repubblica, Corriere e Stampa ancora non ne parlino.
lunedì 28 novembre 2011
(Ancora) due o tre cose che ho da dire su Repubblica.
Barbapapà ha scritto un commento sull'articolo di Elsa Fornero apparso sabato scorso sulla prima pagina di Repubblica.
Caro Feticista Supremo,
Mario Missiroli, celebre direttore del Corriere della Sera degli anni Cinquanta, amava ripetere che “niente è più inedito della carta stampata”. Repubblica ce ne ha fornito una prova sabato scorso, quando ha sparato in prima pagina un articolo di Elsa Fornero sulla riforma della previdenza, scritto prima della sua nomina a ministro del Welfare.
Perché dico questo? Perché le idee espresse dalla Fornero in questo articolo (metodo contributivo pro-rata per tutti, uscita flessibile dal lavoro tra i 63 e i 70 anni con meccanismi di disincentivazione/incentivazione) sono le medesime da lei pubblicizzate nel corso di questi anni, a partire dalle colonne del Sole 24 Ore. Ancora la scorsa estate, nel pieno della crisi del debito sovrano italiano, la Fornero aveva ribadito più volte queste proposte. Talmente convincenti che sono state successivamente riprese sia da Scalfari che da Giannini in due editoriali, senza particolari elaborazioni al riguardo (nel senso, che non si sono sforzati di spiegare il senso dell’applicazione del metodo contributivo pro-rata).
Ancor più surreale il tutto se si pensa che dall’insediamento dell’Esecutivo Monti le idee della Fornero sono state quotidianamente riportate da tutti i giornali, Repubblica compresa, con corredo di commenti delle parti politiche e sociali.
Esilarante poi il fatto che il giorno dopo il giornale abbia comandato la brava e incolpevole Annalisa Cuzzocrea a recuperare al riguardo un po’ di pareri sparsi dei partiti e dei sindacati, come se l’articolo avesse improvvisamente rivelato idee nuovissime…
Insomma, idee presenti nel dibattito politico italiano da diverso tempo sono state sparate da Repubblica sabato scorso come fossero una novità assoluta.
La verità è che Repubblica, sulla questione pensioni, è passata da una divulgazione molto sintetica delle proposte, che dava per scontate una serie di informazioni preliminari, alla riproposizione, a mo’ di megafono, della posizione del ministro lasciando a quest’ultima il compito di coprire le lacune informative del giornale.
E’ uno scoglio ancora troppo imponente da superare per Repubblica, quello dell’informazione sulle questioni rilevanti che dovrà affrontare il governo Monti. Non riesce, il nostro giornale, a trovare un giusto equilibrio tra la auspicata semplicità espositiva e la volontà di essere esaustivi su temi complessi. Basti pensare al dossier, che campeggia sul sito internet da sabato scorso, sulle proposte del Governo sui vari macro-temi: 10-20 righe e via andare che non rendono giustizia alla complessità dei temi e alla importanza degli interessi in gioco (esempio: le rendite di posizione da smantellare con le liberalizzazioni). Ma perché non si chiede ad un giornalista serio e preparato come Maurizio Ricci di occuparsi per bene di ciascuna questione? Troppo complicato?
Avrei anche da ridire sul silenzio con cui sono state accolte le nuove tensioni sui titoli di Stato italiani: nessun aiuto informativo ai lettori-risparmiatori negli ultimi giorni. Diversamente da quanto sta meritoriamente facendo il Corriere della Sera. Ma preferisco fermarmi qui, per carità di patria.
Barbapapà
Caro Feticista Supremo,
Mario Missiroli, celebre direttore del Corriere della Sera degli anni Cinquanta, amava ripetere che “niente è più inedito della carta stampata”. Repubblica ce ne ha fornito una prova sabato scorso, quando ha sparato in prima pagina un articolo di Elsa Fornero sulla riforma della previdenza, scritto prima della sua nomina a ministro del Welfare.
Perché dico questo? Perché le idee espresse dalla Fornero in questo articolo (metodo contributivo pro-rata per tutti, uscita flessibile dal lavoro tra i 63 e i 70 anni con meccanismi di disincentivazione/incentivazione) sono le medesime da lei pubblicizzate nel corso di questi anni, a partire dalle colonne del Sole 24 Ore. Ancora la scorsa estate, nel pieno della crisi del debito sovrano italiano, la Fornero aveva ribadito più volte queste proposte. Talmente convincenti che sono state successivamente riprese sia da Scalfari che da Giannini in due editoriali, senza particolari elaborazioni al riguardo (nel senso, che non si sono sforzati di spiegare il senso dell’applicazione del metodo contributivo pro-rata).
Ancor più surreale il tutto se si pensa che dall’insediamento dell’Esecutivo Monti le idee della Fornero sono state quotidianamente riportate da tutti i giornali, Repubblica compresa, con corredo di commenti delle parti politiche e sociali.
Esilarante poi il fatto che il giorno dopo il giornale abbia comandato la brava e incolpevole Annalisa Cuzzocrea a recuperare al riguardo un po’ di pareri sparsi dei partiti e dei sindacati, come se l’articolo avesse improvvisamente rivelato idee nuovissime…
Insomma, idee presenti nel dibattito politico italiano da diverso tempo sono state sparate da Repubblica sabato scorso come fossero una novità assoluta.
La verità è che Repubblica, sulla questione pensioni, è passata da una divulgazione molto sintetica delle proposte, che dava per scontate una serie di informazioni preliminari, alla riproposizione, a mo’ di megafono, della posizione del ministro lasciando a quest’ultima il compito di coprire le lacune informative del giornale.
E’ uno scoglio ancora troppo imponente da superare per Repubblica, quello dell’informazione sulle questioni rilevanti che dovrà affrontare il governo Monti. Non riesce, il nostro giornale, a trovare un giusto equilibrio tra la auspicata semplicità espositiva e la volontà di essere esaustivi su temi complessi. Basti pensare al dossier, che campeggia sul sito internet da sabato scorso, sulle proposte del Governo sui vari macro-temi: 10-20 righe e via andare che non rendono giustizia alla complessità dei temi e alla importanza degli interessi in gioco (esempio: le rendite di posizione da smantellare con le liberalizzazioni). Ma perché non si chiede ad un giornalista serio e preparato come Maurizio Ricci di occuparsi per bene di ciascuna questione? Troppo complicato?
Avrei anche da ridire sul silenzio con cui sono state accolte le nuove tensioni sui titoli di Stato italiani: nessun aiuto informativo ai lettori-risparmiatori negli ultimi giorni. Diversamente da quanto sta meritoriamente facendo il Corriere della Sera. Ma preferisco fermarmi qui, per carità di patria.
Barbapapà
La terza notizia.
Dal blog Unpercento:
A repubblica.it ci vanno giù pesanti con i funghi:
1) una rapina è la terza notizia della home page?
2) una rapina a NAPOLI è la terza notizia della home page?
3) chi cazzo è Lavezzi
4) chi cazzo se ne frega della sua fidanzata
5) gli articoli determinativi non si usano più? ma chi ha scritto questo box si ricorda la grammatica italiana?
6) è una notizia twittare napoli merda??
7) chi cazzo è Delaurentiis e perché va in giro a giudicare “è colpa tua se ti sei fatta derubare”
8) “Rep tv de masi almeno non sono dei” - CHE COSA CAZZO VUOL DIRE?
9) c’è la crisi… e quindi? giusto rapinare?
La Busiarda al governo.
Marco Rossi Doria e Marta Dassù: due editorialisti della Stampa nominati sottosegretari del governo Monti.
Orgoglio di Marione Calabresi.
Ringraziamo Marco Castelnuovo, altro busiardone, per la segnalazione.
Orgoglio di Marione Calabresi.
Ringraziamo Marco Castelnuovo, altro busiardone, per la segnalazione.
Punti e virgole.
Se c’è una cosa che mi irrita è la punteggiatura a ‘cazzo di cane’ (scusa la fine dizione oxfordiana).
Dalla home del Nemico, oggi:
Chi è “il recupero Conte” ? Un povero ex-calciatore rottamato e riciclato come allenatore ?
Dico, un punto o anche una virgola non ci stava proprio nello spazio del sottotitolo ?
gpp
Dalla home del Nemico, oggi:
Chi è “il recupero Conte” ? Un povero ex-calciatore rottamato e riciclato come allenatore ?
Dico, un punto o anche una virgola non ci stava proprio nello spazio del sottotitolo ?
gpp
Era comunista. Che la terra gli sia lieve.
E’ morto Saverio Tutino, firma autorevole di Repubblica fino a qualche anno fa.
Certo, era comunista. Di quelli seri, che sapeva anche riconoscere i propri errori, ma è rimasto comunque sempre fuori dagli schemi tradizionali.
Sapeva più lui di Cuba che 1000 Gianni Minà, anche se magari non era mai stato a cena con Castro.
Lascia una vera miniera d’oro per chi volesse studiare storia in modo serio: 10.000 diari autobiografici di italiani, famosi e no.
Ce ne fossero ancora, così, con tutti i loro difetti.
Oggi purtroppo abbiamo i deskisti che fanno il copia-incolla da YouTube e Wikipedia, pure sbagliando. E Giampaolo Pansa ahimè.
gpp
I Diretùr su Twitter.
Continua l'analisi di Christian Rocca sui direttori di testata (a parte Riotta) che hanno aperto il loro account su Twitter:
Lunedì 28 novembre, ore 18 italiane
1) Gianni Riotta 41.494 (39.860)
2) Ferruccio de Bortoli 30.465 (28.224)
3) Luca Sofri 17.708 (16.765)
4) Mario Calabresi 13.729 (11.611)
5) Ezio Mauro 8.859 (7.472 )
6) Stefano Menichini 4.924 (4.633)
7) Antonio Padellaro 3.159 (2.825)
8) Mario Sechi 2.922 (2.196)
9) Jacopo Tondelli 866 (737)
10) Giorgio Mulè 315 (278)
Nota: nessun cambiamento di posizione nella top ten dei direttori su Twitter, ma si conferma la crescita di circa 1500/2000 follower a settimana dei primi cinque. Ferruccio De Bortoli e Mario Calabresi superano i più 2000. Crescita costante per Riotta e Sofri, meno brillante rispetto alla settimana scorsa per gli altri della top 5. Bruno Manfellotto, direttore dell’Espresso, resta all’undicesimo posto e fuori dalla top ten con 210 follower (la settimana scorsa erano 134, ma riduce lo svantaggio con il direttore di Panorama a 105 follower.
1) Gianni Riotta 41.494 (39.860)
2) Ferruccio de Bortoli 30.465 (28.224)
3) Luca Sofri 17.708 (16.765)
4) Mario Calabresi 13.729 (11.611)
5) Ezio Mauro 8.859 (7.472 )
6) Stefano Menichini 4.924 (4.633)
7) Antonio Padellaro 3.159 (2.825)
8) Mario Sechi 2.922 (2.196)
9) Jacopo Tondelli 866 (737)
10) Giorgio Mulè 315 (278)
Nota: nessun cambiamento di posizione nella top ten dei direttori su Twitter, ma si conferma la crescita di circa 1500/2000 follower a settimana dei primi cinque. Ferruccio De Bortoli e Mario Calabresi superano i più 2000. Crescita costante per Riotta e Sofri, meno brillante rispetto alla settimana scorsa per gli altri della top 5. Bruno Manfellotto, direttore dell’Espresso, resta all’undicesimo posto e fuori dalla top ten con 210 follower (la settimana scorsa erano 134, ma riduce lo svantaggio con il direttore di Panorama a 105 follower.
Osservatorio Refusi.
Scrivere Victoria invece di Vitoria è come scrivere Lactina invece di Latina.
(visto sul Venerdì di Repubblica di qualche settimana fa)
(visto sul Venerdì di Repubblica di qualche settimana fa)
Il Nemico estrae lo scoop dal cilindro.
Scoop del Corriere.it, anzi scooppone, anzi scooppettone del cesso: Topolino all'inizio era un coniglio. Si mettono all'asta i disegni di Oswald The Lucky Rabbit, personaggio disneyano degli anni Venti, e il corrierista scrive che i disegni permettono di scoprire che "Mickey Mouse in origine non fosse un roditore. Sebbene avesse le stesse caratteristiche e gli stessi comportamenti di Topolino, Oswald era un simpatico coniglio che solo alla fine di quell'anno sarebbe stato trasformato nel personaggio che oggi tutti noi conosciamo". Come dire che l'elefante del Libro della Jungla in origine era Dumbo. In realtà si tratta di due personaggi diversi: Oswald venne rubato a Disney da Charles Mintz per una questione di diritti, e Disney riprese la grafica di Oswald facendolo trasformare da Ub Iwerks (materialmente creatore di Topolino) in un topo. Ma sono appunto due personaggi diversi, tanto che i cartoni di Oswald continuarono ad uscire parallelamente a Topolino per un'altra quindicina d'anni.
Fabio P.
Fabio P.
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